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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
FINALMENTE DOMENICA!
di Ovidio Della Croce
Amico fragile e grandissimo

12/1/2014 - 12:13

Ieri, 11 gennaio 2014, a quindici anni dalla morte di Fabrizio De André, insieme a pochissimi altri, sette o otto, lettori e lettrici della Voce del Serchio, sono andato nella sezione cultura di questo giornale e ho cliccato su “Ricordo. Fabrizio De André”. Ho letto la biografia anonima che finisce così: 

 

“L'11 gennaio 1999 Fabrizio De André muore a Milano, stroncato da un male incurabile. I suoi funerali si svolgono il 13 gennaio a Genova alla presenza di oltre diecimila persone”. 

 

Allora ho ripensato alla grandezza di Fabrizio De André e al fatto che questa grandezza non fu amplificata dalla sua morte precoce, ma era già consolidata. In tanti fin dagli anni Sessanta lo ascoltavamo e lo cantavamo. La sua morte non aggiunse fama, ma solo una gran tristezza. 

 

Il mio primo atto da consigliere comunale a San Giuliano, nei primi anni Duemila, fu una mozione per intitolare la cava di nord est alla sua memoria, accompagnandola con una targa in ricordo dei cavatori. La proposta fu accettata all’unanimità. Ricordo però che qualche collega consigliere mi guardò ridacchiando e scuotendo la testa, io non provai imbarazzo, anzi ero contentissimo di aver fatto questo per un cantautore che non esitavo a chiamare “poeta”, sicuro di pronunciare questa parola senza essere ridicolo. 

 

Dopo aver letto la biografia sono andato su You-Tube per ascoltare le canzoni di Fabrizio. Ho alzato il volume e ho aperto la finestra. Poi sono andato sul sito della "Fondazione Fabrizio De André" e ho cliccato su “Grazie a tutti gli amici che anche quest’anno ricorderanno Fabrizio” e si è aperta una finestra con un elenco lunghissimo. 

 

Oggi c’è un po’ di sole e me ne vado al mare. “Lo sa che io ho perduto due figli Signora lei è una donna piuttosto distratta”, Amico fragile
 (Volume VIII, 1975). Grandissimo Fabrizio. Grande anche la cover di Vasco Rossi al concerto genovese del 2000 “Faber amico fragile”.

 

http://www.fondazionedeandre.it/index.html


 

Fonte: Foto di Massimo Ceccanti
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15/1/2014 - 14:51

AUTORE:
Antonietta

Quelle che appaiono come accostamenti contraddittori di alcuni tratti del carattere come 'amico fragile e grandissimo' , 'vulnerabile e forte', in realtà definiscono esaurientemente la personalità dei 'poeti'.

Non a caso, attualmente, gli ossimori non sono più solo una figura retorica da studiare a scuola , ma sono diventati una moda. Esempio: la 'fragile grandezza' di Fabrizio de André ne ha determinato il genio. Oppure un grande filosofo indiano dice che c'è del coraggio nell'essere vulnerabili, quindi il vero forte è chi accetta la propria permeabile vulnerabilità.

Per loro fortuna i poeti e cantautori possiedono il dono della parola e ri-sistemano il caos che li abita, proprio grazie all'uso di quel linguaggio, che va al di là della visione unicorde della ragione.

Ricordo lunghi pomeriggi trascorsi a cantare Fabrizio de André , nei salotti che via via ci ospitavano. A casa di Gioietta era piacevole perchè nella sala c'era un bel pianoforte e qualcuno accompagnava le canzoni, mai stonate e emozionate. cantate in coro.

'...ma sarà la prima che incontri per strada che tu/ coprirai d'oro per un bacio mai dato/ per un amore nuovo...' . In quegli anni non ero una grande appassionata di De andrè, a cui preferivo Guccini, più sbracatamente politicizzato. Ma, quel pomeriggio di una domenica d'inverno, ascoltando quella canzone, accennata da chi ne conosceva il testo, rimasi stordita dal potere evocativo di quei versi ed iniziai ad apprezzare pian piano l'intero repertorio. Ogni pezzo raccontava una storia che riguardava un po' tutti.

Quando lo scorso luglio scrissi su questa rubrica che, tra le cinque ragioni per cui vale la pena vivere o tornare nel luogo che ti adotta, la posizione centrale, la occupano 'gli amici', intendo dire che dalle passioni condivise nell'età della formazione scaturiscono le passioni personali, che 'fanno di te quello che sei'...

13/1/2014 - 10:39

AUTORE:
laura

Poche parole da aggiungere a tutto quello che su De Andrè è già stato detto: non solo un grande cantautore ma, come dici tu, Ovidio, un grande poeta e un grande uomo. Le sue canzoni sono immortali e sottolineano archi di vita di diverse generazioni.

12/1/2014 - 14:44

AUTORE:
umberto sbragia

bel ricordo Ovidio,trasmettere la memoria di Fabrizio oltre le sue memorabili parole e musica,signifia mantere viva la speranza di chi non si rassegna ad andare in direzione ostinata e contraria a guerra,povertà,emarginazione,esclusione socile,e a coloro che questo stato di cose rappresentano e determinano.Ciao vecchio amico e compagno

12/1/2014 - 12:30

AUTORE:
Pietro

De André è stato un grandissimo artista e ha composto delle canzoni immortali, tipico esempio delle canzoni che a distanza di decine di anni non invecchiano.
Ottimo articolo, molto piacevole da leggere!
Pietro