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Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente  alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava. 

Fino ad adesso non mi sono espresso sulla "svolta" .....
Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
Le “forti piogge che alterano la qualità dell’acqua .....
. . . gli Usa non sono il mio paese di riferimento, .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Abbiamo  scelto di diffondere il materiale del Festival di bioetica non solo per il tema di questo anno che riguarda così da vicino il futuro anche di noi donne ma  per onorare  la numerosa partecipazione femminile nella organizzazione e in tutti i  vari ambiti degli interventi che ne farà un Festival di grande interesse per noi donne .

Di Mario Lavia
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Di Umberto Mosso
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Di Roberto Zangheri
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Intervista a Maria Elena Boschi
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di Mario Lavia
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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E settembre vien danzando
vien danzando alla tua porta:
sai tu dirmi che ci porta?
Tante uve, bianche e nere
fichi e mele con le pere
e di zizzole .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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MILAZZO

25/1/2014 - 10:10


O Mondo!
O Tuttoté!
O Lampo!
O Fortebraccio!


Con questi appellativi Milazzo si rivolgeva alla statua di Garibaldi da poco eretta al centro della piazza di Vecchiano.
 

 

T’hann’annodato le braccia.
A te!
O Mondo!
Mi si schianta ‘r core o Lampo!
Coteste braccia ‘he hanno rovesciato mezzo mondo!
Annodate!

 

Non sopportava di vedere il suo Eroe, col quale aveva combattuto a Milazzo dove il Generale in persona lo nomino sottotenente, là, immobile in cima a un piedistallo. E per di più a braccia conserte.


O Tuttoté! O Mondo!
T’han murato!
Te!, Fortebraccio!, ‘he n’avi dato tutto!
Cotesta gliè la riompensa.!
Te.
Con con cotesta  ghigna bianca ‘he tu pai morto!
Con cotesto mantello di pietra  ‘he t’aggiacca le spalle.
Che ti sventolava nne le battaglie, pareva ‘na fiamma!
Scendi Beppe!
Scendi!
Ciriénno!
Riàn preso ‘ampaggio ‘m’a Mentana!
Scendi Mondo! Ci rivòi!
Smùriti!


Lo credevano matto.
Ma lui ci lacrimava davvero davanti alla statua.
E la statua lacrimava con lui.


Un pomeriggio si presentò in piazza in camicia rossa, con la sciabola e la medaglia appuntata sul petto. Portava a cavezza un mulo gigantesco.
Era stravecchio ma si arrampicò sulla sommità del piedistallo, girò un canapo intorno al monumento poi tornò giù, sfoderò la sciabola e con una piattonata sulla coscia dell’animale gli fece dare uno strattone che fece rovinare a terra in cento pezzi quel marmo morto che mortificava la memoria del suo Generale.
I carabinieri l’andarono a prendere a casa.
Il sindaco lo fece subito rilasciare.
La legge prescrisse che gli fosse sospesa la pensione di combattente fino al conseguimento della somma imposta a titolo di risarcimento.
Milazzo mori una settimana dopo.
Il Comune fece rifare la statua.
Questa volta con la sciabola sguainata.

 

Siamo nei giorni della memoria e questa ne è la prova, questi scritti di un uomo che di memoria ne ha da regalare, ma non quella della data, del conto e delle tabelline, quella che viene più dal cuore che dai neuroni cerebrali.

Piero Ernesto Chicca non ha bisogno di presentazione, è parte del paese e della sua memoria che travasa nei suoi libri.

Questo capitoletto, Milazzo, è preso da "Il mondo del mamài" edito da Felici Editore diversi anni fa, ma, come la memoria del tuo paese, dei suoi paesani e...del primo amore, non si scorda mai.


 

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28/1/2014 - 19:24

AUTORE:
P.C.

I documenti ancora reperibili nell’archivio comunale sulla statua di Garibaldi sono pochissimi e molto frammentari.
L’idea della statua nella piazza principale di Vecchiano, che allora era intitolata a Giovanni da Vecchiano (?), nacque da un comitato costituitosi il 13 dicembre 1901, che aprì una sottoscrizione fra la popolazione per raccogliere i fondi necessari. Il Comune contribuì con 600 lire. Alcuni muratori volontari costruirono il piedistallo. La statua fu inaugurata nel 1913.
Dopo anni di proteste, perché ai vecchianesi quella statua non piaceva (si dice che fosse effettivamente brutta, malfatta e troppo grande rispetto al piedistallo), fu rimossa e sostituita nel 1937(?) con l'aggiunta di due lampioni e un piccolo recinto di quattro pilastri di granito uniti da grosse catene. Questa nuova statua fu distrutta da una cannonata durante la seconda guerra. Dopo guerra 1948 o 49(?) fu fatta costruire la terza, che è quella attuale. Il piedistallo è sempre rimasto quello originario.
Alla fine degli anni Sessanta fu asfaltata la piazza, tolti i lampioni e sostituito il recinto di catene con una brutta aiuola bordata di travertino. (Le parti mozzate dei due lampioni si possono vedere ora all'ingresso del nuovo spazio culturale).

27/1/2014 - 10:42

AUTORE:
lettore

Bravo Piero, bella storia. Brava Redazione, bella Rubrica e… Bravo Comune se potresti dare notizie di questa statua.
Siamo nei giorni della memoria, ma si ha memoria di ciò?
Come dice Umberto la memoria non è: “eifusiccomeimmobile” o “cipressialtieschiettiinduplicefilar” e nemmeno “trepertrenove”, ma quella che ricorda sentimenti, emozioni e la vita dei tempi belli e brutti del nostro passato.