Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
O Mondo!
O Tuttoté!
O Lampo!
O Fortebraccio!
Con questi appellativi Milazzo si rivolgeva alla statua di Garibaldi da poco eretta al centro della piazza di Vecchiano.
T’hann’annodato le braccia.
A te!
O Mondo!
Mi si schianta ‘r core o Lampo!
Coteste braccia ‘he hanno rovesciato mezzo mondo!
Annodate!
Non sopportava di vedere il suo Eroe, col quale aveva combattuto a Milazzo dove il Generale in persona lo nomino sottotenente, là, immobile in cima a un piedistallo. E per di più a braccia conserte.
O Tuttoté! O Mondo!
T’han murato!
Te!, Fortebraccio!, ‘he n’avi dato tutto!
Cotesta gliè la riompensa.!
Te.
Con con cotesta ghigna bianca ‘he tu pai morto!
Con cotesto mantello di pietra ‘he t’aggiacca le spalle.
Che ti sventolava nne le battaglie, pareva ‘na fiamma!
Scendi Beppe!
Scendi!
Ciriénno!
Riàn preso ‘ampaggio ‘m’a Mentana!
Scendi Mondo! Ci rivòi!
Smùriti!
Lo credevano matto.
Ma lui ci lacrimava davvero davanti alla statua.
E la statua lacrimava con lui.
Un pomeriggio si presentò in piazza in camicia rossa, con la sciabola e la medaglia appuntata sul petto. Portava a cavezza un mulo gigantesco.
Era stravecchio ma si arrampicò sulla sommità del piedistallo, girò un canapo intorno al monumento poi tornò giù, sfoderò la sciabola e con una piattonata sulla coscia dell’animale gli fece dare uno strattone che fece rovinare a terra in cento pezzi quel marmo morto che mortificava la memoria del suo Generale.
I carabinieri l’andarono a prendere a casa.
Il sindaco lo fece subito rilasciare.
La legge prescrisse che gli fosse sospesa la pensione di combattente fino al conseguimento della somma imposta a titolo di risarcimento.
Milazzo mori una settimana dopo.
Il Comune fece rifare la statua.
Questa volta con la sciabola sguainata.
Siamo nei giorni della memoria e questa ne è la prova, questi scritti di un uomo che di memoria ne ha da regalare, ma non quella della data, del conto e delle tabelline, quella che viene più dal cuore che dai neuroni cerebrali.
Piero Ernesto Chicca non ha bisogno di presentazione, è parte del paese e della sua memoria che travasa nei suoi libri.
Questo capitoletto, Milazzo, è preso da "Il mondo del mamài" edito da Felici Editore diversi anni fa, ma, come la memoria del tuo paese, dei suoi paesani e...del primo amore, non si scorda mai.