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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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La difesa delle cose da "niente"
MADAMADORE'

26/1/2014 - 23:15


Questa strada per cui camminiamo, con questo selciato sconnesso e antico, non è niente, non è quasi niente, è un’umile cosa. Non si può nemmeno confrontare con certe opere d’arte, d’autore, stupende, della tradizione italiana, eppure io penso che questa stradina da niente, così umile, sia da difendere con lo stesso accanimento, con la stessa buona volontà, con lo stesso rigore con cui si difende un’opera d’arte di un grande autore… Ed  è  questo che non è sentito, perché chiunque, con chiunque tu parli, è immediatamente d’accordo con te nel dover difendere un’opera d’arte d’un autore, un monumento, una chiesa, la facciata di una chiesa, un campanile, un ponte, un rudere il cui valore storico è ormai assodato. Ma nessuno si rende conto che invece quello che va difeso è proprio questo anonimo, questo passato anonimo, questo passato senza nome, questo passato popolare.”  P.P.Pasolini.

Ho trovato questo estratto su Fb, lo segnalava il Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio. Mi ha colpito, perché è vero, i nostri territori, non sono opere d’arte di un autore, ma sono opere delle nostre arti quotidiane, sono opere che raccontano il nostro vivere, il nostro passato e il nostro presente, vorremmo che fosse anche il futuro dei nostri figli.

E’ sabato. Piove a dirotto, grossissime gocce di acqua…per un’ora, forse di più. Si, ma siccome piove sul bagnato, in poco tempo le strade si allagano, l’acqua sale…troppo spesso si ripete la stessa storia, troppo spesso stiamo col fiato sospeso, troppo spesso …e anche questa volta qualcosa è accaduto.

Filettole, Madonna dell’acqua, Metato…guardando i telegiornali si scopre che a noi tutto sommato c’è andata pure bene, questa volta. 

Infatti basta allungare lo sguardo e arrivare fino a Modena per  accorgersi che lì è successo un vero disastro.

Guardo le foto e mi accorgo che non sono poi così diverse da quelle che raccontavano la nostra alluvione.

Le guardo con un senso di angoscia, perché riconosco le emozioni in gioco.

E’ di nuovo sabato, è passata una settimana e mi accorgo che nel giro di poco tempo sui giornali è sparito tutto, non è più emergenza da far notizia, almeno fino alla prossima volta.  

Ma chi vive quella situazione sa che non sparisce proprio un bel nulla di nulla.  Siamo noi che crediamo a questa illusione.

E anche io faccio questo pensiero, perché sto guardando Tg3 Ambiente Italia, si parla delle disgrazie di questo povero paese, e si comincia con le alluvioni. In collegamento Ermete Realacci dice di essere molto imbarazzato perché ci vorrebbe un drastico cambiamento di rotta, che la Commissione Ambiente all’unanimità aveva chiesto che fossero stanziati 500milioni di euro all’anno per il dissesto idrogeologico, nella legge di stabilità per questo anno ci sono 30 milioni. Ma prosegue, Ermete Realacci, non è solo un problema di soldi, che quando ci sono vanno spesi bene, è un problema di politiche, dato che tutta l’Italia, come si è visto in questi ultimi anni, è a rischio.
E ancora, si è costruito troppo e male. In Liguria per esempio il 100% dei comuni è a rischio, eppure in Liguria negli anni 70 venne coniato un termine: rapallizzare, per indicare una cementificazione continua e senza criterio. Bisogna cambiare rotta.

"Quelle che ho visto stamani sono le ennesime ferite inferte al nostro territorio", ha detto l'assessore alla Presidenza, Vittorio Bugli, durante una riunione svoltasi al termine della visita presso il centro di protezione civile di Pian di Mozzano, davanti a sindaci, tecnici, amministratori della Valle del Serchio, a cui hanno partecipato anche il Prefetto di Lucca Cagliostro e il presidente della Provincia Stefano Baccelli. Negli ultimi due anni  la Toscana ha fronteggiato almeno sette emergenze di questo tipo. E' evidente la fragilità del nostro territorio e, di fronte a questa, il bisogno di investire su prevenzione e salvaguardia.

Tutti d’accordo, esperti e politici, bisogna cambiare rotta, bisogna fermare la cementificazione selvaggia dei territori, servono interventi mirati per metterli in sicurezza.

Mi torna in mente “rapallizziamo”  l’imperativo degli anni 70, vale a dire costruiamo e cementifichiamo ogni dove.

Siamo cresciuti a cemento e soldi. 

Cemento, soldi e  potere.

Cemento, soldi, potere e nessuna programmazione, nessuna valutazione.

Cemento, soldi, potere, nessuna programmazione, nessuna valutazione  e disastri ambientali che paghiamo salatissimi in termini di vite umane e di danni materiali.

Cosa dobbiamo aspettare? Chi deve decidere cosa e come fare? Quando diventerà una priorità? Quando si prenderanno sul serio i dati che vengono riportati  ad ogni disastro e in ogni analisi?

Il clima non sembra essere più amico dell’uomo,  il riscaldamento inarrestabile del pianeta ha favorito un’esplosione di fenomeni meteorologici violenti, come  nubifragi, alluvioni, tempeste di vento, ondate di caldo.  Mi domando come riusciremo ad adattarci? Lo dovremo fare per forza e dovremo attrezzarci al meglio, per non piangere continuamente sul latte versato, o lacrime inutili e false, di coccodrillo appunto.

Intanto direi che si potrebbe partire dall’assumere  questi fenomeni non più come eccezionali, perché la loro frequenza diventa sempre più alta e i danni provocati son sempre più gravi.

Possiamo continuare a decretare lo stato di calamità naturale? Quante ne abbiamo di queste ferite aperte?

A Modena si è aggiunta ferita su ferita, dopo il terremoto anche l’alluvione.

Qualcuno dice che se continuiamo così raggiungeremo un punto di non ritorno, non ce la faremo a correggere e riparare i danni. Dobbiamo fermarci davvero e curare le ferite che abbiamo inferto al territorio. 

 

Se le analisi dicono che circa il 70% dei comuni italiani è a rischio idrogeologico, di cui 1700 a rischio frane, 1285 a rischio alluvione, che  le aree a rischio elevato e molto elevato di alluvione sono diverse migliaia, quando smetteremo di meravigliarci di fronte ai disastri che ci travolgono?

 
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-ca95ae20-655d-4062-8f5c-c4e66a11ad82.html

 

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31/1/2014 - 16:12

AUTORE:
Osservatore 1

...gli argini non sono mica cosa naturale!

31/1/2014 - 15:04

AUTORE:
Lara

Ed oggi più che mai è attuale e puntuale il tuo scritto. Ci troviamo di fronte all'ennesima emergenza, una città pietrificata dalle regole "non si passa", ma anche dalla paura ; io almeno ne ho avuta. Stamani poco prima delle sette, recandomi al lavoro, arrivo al ponte della Cittadella ed una macchina della polizia impedisce di percorrerlo, allora, sorpresa, mi trovo a far l'Aurelia, unica strada possibile per arrivare al mio posto. Passo il ponte dell'Arno e lui è lì che corre, minaccioso, carico di materiali di ogni genere, gente sparsa lungo le strade, sui ponti. Leggo su fb che le scuole rimarranno chiuse e poi penso al perché io, così come tanti altri non sapevamo niente! Se esiste un'allerta, la gente dovrebbe essere allertata! Va beh, son riuscita ad arrivare al lavoro, ho vissuto con ansia l'intera mattina, carpendo notizie qua e là, che però non potevo verificare. Al Tg han detto che i ponti son stati riaperti, tutti tiriamo un sospiro di sollievo! Fino a quando? fino alla prossima volta ma le volte son sempre più fitte, le emergenze sempre più gravi. La natura fa il suo corso, dicevano i vecchi, si lo fa e dove non trova più i suoi spazi, se li ri-prende. E a quel punto Lei si fa posto dove può, come può, senza guardare in faccia niente e nessuno, neanche quelli che ad armi impari, cercano di proteggerla. Grazie Madamadorè, per le belle riflessioni che fai ed induci a fare.

27/1/2014 - 10:40

AUTORE:
Cittadino 2

Questo articolo, saggio e attuale, mi fa venire in mente il famoso tubone.
Un altro esempio di come si spendono male i (pochi) soldi pubblici.
Mi auguro ci sia la saggezza sufficiente per far dirottare i 20 milioni di euro verso opere più importanti e sicuramente più utili per il territorio.

27/1/2014 - 9:34

AUTORE:
Tiziano Nizzoli, Cittadini e Territorio

"Gentile proprietario, da una verifica effettuata dai nostri tecnici e' emerso che le fosse adiacenti la sua proprieta' sita in localita'...... in via.....non sono state pulite e tale fatto provoca difficolta' di scorrimento delle acque piovane. Dal momento che la pulizia e' di sua pertinenza, la invitiamo ad effettuarla entro e non oltre il......., penano sanzioni amministrative di euro 100 per ogni metro di fossa non manutenzionato e carico di responsabilita' nel caso la mancata pulizia dovesse comportare danni a terzi. Qualora non potesse effettuare la pulizia personalmente, a titolo di collaborazione le segnaliamo l'elenco delle ditte ed aziende che hanno dato la disponibilita'ad effettuare questo tipo di lavori e relative costi di massima".
E QUESTO POTREBBE ESSERE IL PRIMO PASSO, piu' che altro per "educare" i proprietari a prendere in piu' seria considerazione la pulizia delle fosse di scolo.
Arriviamo ora ai fossi maggiori, la cui pulizia e manutenzione spetta alle varie amministrazioni. Molti di essi non hanno piu' la portata necessaria per contenere grandi flussi di acqua ed andrebbero dragati, ma non lo si fa per mancanza di quattrini. E sapete perche' mancano i quattrini? Perche' molti dei fanghi asportati dal fondo devono essere smaltiti come rifiuti speciali, caricati quindi su camion e portati nei luoghi preposti a tali trattamenti, a costi proibitivi.
Ho anche io un campo ed una fossa da mantenere, ma la pulisce il mio vicino che ha i macchinari idonei; ultimamente ha dragato un fosso laterale, poiche' a forza di trinciare canne e lasciarle li' si era alzato il letto, quindi diminuita la portata e l'acqua gli entrava nel campo. Fu un lavoro di un paio d'ore, anche perche' il fango del fondo che asportava lo lasciava sul ciglio del fosso stesso. Alla mia domanda se era pericoloso, mi ha risposto di farlo asciugare e poi passarci la fresa, che di li' a poco ritornava prato, cosa che e' puntualmente successa. Ma e' stata la risposta che mi ha dato quando gli ho chiesto se nei fanghi ci potevano essere sostanze cancerogene a farmi sorridere: " Deh, quarcosina ci sara' anche, come in tutte le 'ose che mangi, ma meglio corre' qualche rischio che mori' affogati!".
Non sono un tecnico per effettuare uno studio di fattibilita' della cosa, ma mi e' venuto in mente quando mia nonna diceva...contadino, scarpe grosse e cervello fino!