Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Questa volta non parlo di paesani ma di piene, non vi racconto storie di uomini che han fatto grandi gesta ma che han fatto poesia di grandi eventi come quello che si è verificato nella nostra città.
E come potevano scrivere se non con l’amato vernacolo che nel suo massimo interprete sembra essersi ribaltato nello scambio (felicemente dismesso) della elle al posto della erre che ora è al posto della elle ?
Leggete e capirete:
La franatura der ponte di legno sull'Alno.
Torquato. Come! è franato 'r ponte? 'un mi 'oglioni! O com' è ita ?
Astianatte. Che lo so, Tolquato ?
Er Municipio dice che sii stato 'r libeccio.
Torquato. E te da' retta a que' vorponi ?
Astianatte. Io si ! d'artronde c' è le su' ragioni :
quando 'r libeccio tira 'ndemoniato,
fol di polta, lo sai, te ci se' nato,
di tanto 'n quando spenge anco 'lampioni!
Torquato. Guà! pol'essè...nun dio! ... Se' stato a cena ?
Astianatte. Sòlto 'n questo mumento da Nerino :
ci ha un vino, bimbo mio, di velso Siena...
Torquato. Allora fai 'na 'osa, vai pianino,
pelchè 'r libeccio, è vero, tira appena,
ma ti potrebbe fotte' 'n terra 'r vino.
San Ranieri miraoloso.
Levato quer viziaccio di rubbare,
San Ranieri è un gran santo di 've boni.
Quando dianzi l'ho visto 'n sull'artare,
lo redi? m'è vienuto e' luccioni.
Delle grazie ne fa, lassàmo andare.
Gualda 'n po' 'vanti 'ori ciondoloni
ci ha 'n della nicchia! e sai, nun dubitare,
se glieli dànno c'è, le su' ragioni.
Più della piena d'anno che spavento!
Che spicinìo, Madonna! t'arrammenti ?
pareva d'anda' sotto unni mumento.
Ma San Ranieri 'un fece 'omprimenti :
agguantò per er petto 'r Sagramento,
e li disse: O la smetti o sputi 'denti.
(Renato Fucini)
LA PIENA
(Dialogo)
- Gesù cor core, che popò d’Alnata!
da ’n pezzo ’n qua, levamo le burlette,
bisogna tené sempre ’mbarazzata
la città colle ture e le balchette.
La fecian grossa, sai, la buggerata
di stringe’ l ’letto, vedi poi le strette!
siemo ar punto ’he sèlve ’na pisciata
pelché l’Alno salischi alle spallette.
- Nun c’é restringimenti, ’aro Maso,
depende ’he le ’oseecnno avanzate
pel tutto: ’un dubità’, nun parlo a caso.
O che vòi, cor telegrafo e ’r vapore,
l’acqua, ’he ci metteva tre giolnate,
adesso ’riva a Pisa ’n un pal d’ore.
(Beppe Dell’Angiolo)