Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Fra i dati comunicati dall’Azienda sul nuovo store Ikea dei Navicelli spicca quello della percentuale dei laureati, ben il 45% degli assunti. Quasi uno su due fra gli occupati possiede una laurea, un dato significativo per il negozio pisano considerando che in altre sedi la percentuale è assai minore. Ad esempio nella sede di Milano la quota è solo del 5% ed è sicuramente un segno dei tempi di crisi occupazionale che sta attraversando tutto il paese.
La percentuale elevata di laureati nella sede pisana rafforza anche il dubbio espresso da alcuni, e anche da qualche forza politica purtroppo non influente, sulla scelta di dare un indirizzo commerciale ad una città come la nostra. Una città a prevalente economia turistica e sede di un’ importante Università e di altrettanto importanti Centri di Ricerca, che forse avrebbe potuto avere molto di più (in termini di posti di lavoro e di qualità dello stesso) da iniziative finalizzate allo sviluppo del Turismo e della Ricerca Scientifica. Ma la scelta è stata diversa e bisogna prenderne atto.
Dai rappresentanti della multinazionale sappiamo che lo stipendio medio è di 1400 euro lordi al mese. Se pensiamo a quello che ogni mese il lavoratore a tempo pieno si mette effettivamente in tasca ci si rende conto di quanto questi laureati abbiano dovuto ridurre le loro aspettative lavorative. E’ pur sempre un lavoro, decoroso come lo sono tutti e di cui devono essere grati, ma si riducono quelle attese di vita che il raggiungimento di un laurea (e il sacrificio delle loro famiglie) avevano fatto loro sperare.
I dipendenti part-time sono il 63% e in questo caso lo stipendio si dimezza (700 euro lordi, veramente poco se si pensa al costo della benzina per andare e tornare dal lavoro). Il 39% viene dalla provincia di Pisa, il 19 da Livorno, l’11 da Lucca, il 6 da Firenze, il 5 da Prato, Pistoia, Siena e Massa Carrara. Possiamo sperare che questi ultimi non abbiano un contratto part-time.
Gli assunti in totale sono 192, il 70% a tempo determinato (10% sono apprendisti) e il resto a tempo indeterminato. Questi ultimi molto sono trasferimenti interni, personale già assunto ed esperto per poter far partire il nuovo negozio. I nuovi assunti quindi sono 130 anche se a questi vanno aggiunti gli addetti alle imprese dell’indotto (pulizia, vigilanza, trasporti eccetera) che sono una novantina.
C’è una leggera prevalenza di donne (58% contro il 57% dei maschi) e la fascia di età più rappresentativa è quella fino ai 35 anni. Le assunzioni sono il risultato di 28.616 curricula ricevuti, 3.750 interviste telefoniche e 1.300 colloqui individuali. Anche questo dato è allarmante, quasi 29.000 richieste di assunzione per meno di 200 posti e per un lavoro non pagatissimo, non di grande responsabilità e spesso a tempo determinato. Poi si vedrà dicono comunque i dirigenti, legando le assunzioni e il loro tipo al successo commerciale del negozio.
Comunque sembra tutto pronto per partire il 5 marzo.
E’ già nata una piccola polemica in città per una strategia commerciale sicuramente già adoperata in passato dalla multinazionale.
Le città di Pisa e di Livorno sono state infatti completamente tappezzate di manifesti colorati in previsione dell’apertura del nuovo negozio, ma la spesa a carico della multinazionale Ikea è stata solo di un centinaio di euro.
Perché questo? Come è stata possibile una così grande promozione del negozio con un costo così contenuto? Qualcuno dice sia stata un’idea brillante dell’Azienda, mentre altri, me compreso, pensano sia stato solo un astuto e voluto aggiramento del regolamento che dice “È soggetto al pagamento del canone la diffusione di messaggi in cui sono ricompresi marchi, loghi, scritte che riconducano direttamente ad una ditta o azienda”.
L’Ufficio Attività Produttive del’Amministrazione Comunale ha discusso della richiesta e si è posto il problema, ma non avendo i manifesti nessun tipo di marchio pubblicitario, non ha potuto che applicare alla lettera il regolamento e non far valere le tariffe comunali per la pubblicità.
I vari addobbi sono stati in gran parte presto “asportati” dai cittadini pisani, ma la spesa sostenuta dalla multinazionale per la pubblicità, compresa la polemica, è stata sicuramente modesta.
Così la multinazionale si è presentata subito ai cittadini pisani.
Per gli altri, quelli che abitano lungo la statale Aurelia, quelli che usano la strada per andare e tornare dal lavoro, per gli studenti che usano i mezzi pubblici, per chi deve recarsi all’ospedale di Cisanello, per tutti coloro che avranno bisogno il 5 di marzo e nei giorni prefestivi e festivi dell’auto per i loro spostamenti, la multinazionale si presenterà in seguito.
E’ già previsto un piano di emergenza per il giorno inaugurale ma anche in seguito rimane la domanda se la vecchia Aurelia, specie nell’attraversamento dei paesi di Migliarino e Madonna dell’Acqua, sarà in grado di sopportare l’aumento del traffico del nuovo store. Un traffico che si andrà ad aggiungere ai 23.000 veicoli che transitano ogni giorno sulla Statale e che mette giustamente in allarme non solo i sindaci di San Giuliano e Vecchiano, ma soprattutto i cittadini che devono usare la strada per i loro spostamenti giornalieri.
Forse in previsione di questo forte aumento veicolare sarebbe stato il caso di ripensare al collegamento della periferia Nord con la città, visto che la stazione ferroviaria di Migliarino è stata da tempo disabilitata e l’Autostrada è tuttora a pagamento. Due collegamenti che avrebbero sicuramente alleviato il traffico veicolare sull’Aurelia e permesso vie alternative di accesso alla città