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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a spaziodonnarubr@gmail.com
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Alzarmi prestissimo al mattino
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del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
STORIA
Jonas Salk e il vaccino contro la polio

12/3/2014 - 10:10


Il 26 marzo 1953 Jonas Salk annuncia di avere scoperto il vaccino che sconfigge la poliomielite. In realtà, quello individuato da Salk non è il primo vaccino proposto: il primato spetta infatti al vaccino individuato dal virologo Hilary Koprowski, basato su un sierotipo di un virus vivo ma fragile, somministrato il 27 febbraio 1950 a un bambino di otto anni.

Jonas Salk (New York, 28 ottobre 1914 – La Jolla, 23 giugno 1995) fu lo scienziato che realizzò il primo vaccino efficace contro la poliomielite.

Il vaccino di Salk, invece, è formato da un virus inattivato e viene sviluppato all’Università di Pittsburgh nel 1952: esso si basa su un poliovirus inattivato chimicamente con formalina e coltivato in una coltura tissutale di rene di scimmia. Dopo due somministrazioni tramite iniezione, permette di sviluppare anticorpi protettivi in circa il 90% degli individui vaccinati; dopo tre dosi, invece, l’immunità rispetto a tutti e tre i sierotipi di poliovirus si registra nel 99% dei casi.

La poliomielite, fino al 1955 (anno in cui il vaccino di Salk verrà ufficialmente introdotto), rappresenta il problema di salute più grave nel dopoguerra negli Stati Uniti. I primi casi della malattia sono segnalati negli anni Trenta dell’Ottocento: da allora, la sua diffusione aumenta sempre più. Nel tempo, ci si rende conto che la trasmissione del virus avviene tramite le secrezioni della gola e del naso, oltre che attraverso le feci. Il virus si stabilisce inizialmente nell’intestino, per poi spostarsi al cervello e al midollo spinale: è per questo motivo che causa paralisi o problemi motori.

Tra il 1914 e il 1919 infermieri e medici statunitensi svolgono ispezioni nelle abitazioni per individuare i soggetti infetti: mentre i bambini malati vengono condotti in ospedale, i familiari sono sottoposti a quarantena. Nel 1916 la malattia compare in venti Stati, colpendo più di 27mila persone (oltre 9mila casi solo a New York). E’ però solo nel 1921 che la poliomielite ottiene l’attenzione della popolazione, quando a esserne colpito è Franklin Delano Roosevelt, uomo politico destinato a diventare governatore di New York: a nemmeno quarant’anni, egli rimane gravemente paralizzato e costretto alla sedia a rotelle.

La ricerca contro la poliomielite entra nel vivo nel 1938, anno di nascita della National Foundation for Infantile Paralysis, a capo della quale c’è Basil O’Connor, ex consulente di Roosevelt. Nel 1952 si registra un’epidemia molto grave, che coinvolge circa 58mila persone: di queste, 3145 muoiono e 21269 rimangono invalide o paralizzate. La patologia, insomma, è preoccupante, anche perché colpisce soprattutto i bambini.

 

Nel 1947 Jonas aveva accettato di lavorare alla Scuola di Medicina dell’ateneo di Pittsburgh; poco dopo, aveva iniziato un progetto che si avvaleva dei finanziamenti della National Foundation for Infantile Paralysis per stabilire quanti fossero esattamente i differenti tipi di virus della polio. Egli, così facendo, aveva potuto anche lavorare sullo sviluppo di un vaccino, e per questo motivo si era dedicato al progetto anima e corpo, insieme a un team di ricerca scelto da lui stesso.

Salk, studioso della polio da tempo, si era appassionato ancora di più alla causa nel momento in cui aveva scoperto che anche sua sorella aveva contratto la malattia. I test del vaccino coinvolgono 64mila impiegati scolastici, 20mila tra ufficiali della salute pubblica e medici e 220mila volontari; all’esperimento prendono parte un milione e 800mila bambini. Il 26 marzo 1953 arriva, infine, l’annuncio di Salk, che viene confermato due anni più tardi, il 12 aprile 1955, dal revisore dei risultati del test, il dottor Thomas Francis Junior, che assicura ufficialmente che il vaccino è efficace.

A dieci anni dalla morte di Roosevelt, nell’università del Michigan il dottor Francis spiega che il vaccino si è rivelato efficace in almeno l’ottanta per cento dei casi in undici Stati diversi. Salk riceve immediatamente onori dalla politica e la Casa Bianca organizza una cerimonia per conferirgli una medaglia presidenziale per indicarlo come benefattore dell’umanità. A suo nome vengono istituite otto borse di studio destinate a studenti di medicina; Jonas si vede assegnare, inoltre, la prima medaglia del Congresso degli Usa come Distinguished Civilian Service, oltre che una Presidential Citation.

Nel 1960 lo scienziato fonderà a La Jolla, in California, il Salk Institute for Biological Studies, centro di ricerca medica e scientifica tuttora attivo.

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