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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Visita guidata con Ilario Luperini
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Molina mon amour "Scalpiccii sotto i platani"
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Rosanna Betti
per Fiab Pisa
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Assemblea soci Coop.
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
ANNIVERSARIO
Le Fosse Ardeatine

24/3/2014 - 15:36


Fosse Ardeatine: ‘Lo avrai, camerata Kesserling…’
un narticolo di Beppe Giulietti | 24 marzo 2014
(da Il Fatto Quotidiano)

Il 24 marzo del 1944 i nazisti sterminavano alle Fosse Ardeatine 335 persone che avevano il solo torto di essere ebrei, comunisti, antifascisti, civili e militari, prelevati dal carcere e ammazzati in segno di rappresaglia contro la lotta partigiana e di liberazione nazionale.


In questi ultimi anni ci è stato spesso spiegato che forse sarebbe stato meglio non insistere troppo con la memoria di quei giorni, anche per non disturbare i non pochi che, nel frattempo, si erano riciclati dentro e fuori i governi del fu cavaliere.


Del resto la cancellazione della memoria è la premessa per rendere tutti uguali e per spianare la strada ad epigoni e squallidi imitatori.Così le scritte neonaziste, le svastiche alla Sinagoga le teste di porco davanti alla casa del rabbino, le Alba Dorata in Grecia, i gemellaggi tra camerati greci e italiani, gli striscioni antisemiti e razzisti nelle curve degli stadi, il revisionismo più bieco, per citare solo qualche esempio, trovano terreno fertile tra una strizzata d’occhio a destra e magari una sottovalutazione a sinistra.


Per questo, a 70 anni da quello e da altri massacri, ci sembra giusto ricordare, non solo per onorare i martiri di allora, ma anche per stimolare noi tutti alla vigilanza e alla prevenzione culturale, civile, politica.

Quei nomi non vanno dimenticati.

 

Alla loro memoria e al futuro dei piú giovani vogliamo dedicare questa straordinaria poesia civile composta da Piero Calamandrei per rispondere al boia Kesserling.


Costui era stato il comandante delle forze di occupazione nazista in Italia.Condannato all’ergastolo, dopo soli 8 anni veniva liberato, tornava in Germania, si autocelebrava e chiedeva agli italiani di dedicargli un monumento.

 

Calamandrei, uomo straordinario, realizzò il più bel “monumento” immaginabile per il massacratore Kesserling

 

“Lo avraicamerata Kesselring

il monumento che pretendi da noi italiani

ma con che pietra si costruirà

a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati

dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio

non colla terra dei cimiteri

dove i nostri compagni giovinetti

riposano in serenità

non colla neve inviolata delle montagne

che per due inverni ti sfidarono

non colla primavera di queste valli

che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio del torturati

più duro d’ogni macigno

soltanto con la roccia di questo patto

giurato fra uomini liberi

che volontari si adunarono

per dignità e non per odio

decisi a riscattare

la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare

ai nostri posti ci ritrovera

imorti e vivi collo stesso impegno

popolo serrato intorno al monumento

che si chiama

ora e sempre

resistenza.


(Piero Calamandrei)

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