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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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NO RACISM
di Trilussa

30/3/2014 - 19:46


Ci sono alcune cose che ci sfuggono, pensieri che non crediamo nemmeno di avere, che ci scappano involontariamente, a volte inconsapevoli del valore che questi rappresentano. Usiamo frasi e pensieri con una leggerezza talvolta colpevole, forse figli anche della velocità con cui siamo costretti a vivere, presi magari da altri problemi che consideriamo più importanti.

Sia pure spesso senza rendercene conto.


Questo vale anche per le tante piccole illegalità che giornalmente ci capita di commettere: una piccola raccomandazione, un amico dell’amico che ci mette una parolina, un favore per snellire una pratica, una finta residenza per motivi fiscali, una compra-vendita fasulla o un acquisto da invalido di una’auto costosa per evadere l’Iva. Piccoli trucchi che qualcuno tende a chiamare furbizia o necessità di sopravvivenza in un mondo malato, sminuendone l’importanza dicendo(si) che lo fanno tutti e, se messo alle strette, utilizzando la difesa comune del “ma cosa vuoi che sia!”.


Questi atteggiamenti rimangono tuttavia esattamente quelli che sono: illeciti, piccoli quanto si vuole ma illeciti, un modo di comportarsi sbagliato che non riconosciamo nemmeno più e che probabilmente trasferiremo ai nostri figli, i quali forse non si contenteranno di queste piccole cose e faranno ancora di più, ancora di peggio.


E lo stesso vale per il razzismo.

Nessuno osa dire apertamente, in questa civiltà finto-puritana e finto-cattolica, che il nero, il negro, l’immigrato debba essere fatto morire di fame e di guerra  a casa sua. L’unico partito che si è spinto fino a questo punto è la Lega Nord che pensava di risolvere il problema cannoneggiando le imbarcazioni appena osavano entrare nelle nostre acque territoriali. In questo caso se non altro è stato l'unico partito che ha chiaramente espresso, senza ipocrisia, la sua posizione rispetto al problema, al contrario di molti altri che dell’antirazzismo fanno la loro bandiera.


Invece da parte nostra, benpensanti e spesso anche cattolici, senza rendercene conto ci capita di usare frasi e pensieri che non possono che essere definiti chiaramente razzisti. Anche se non ci sembra, anche se non ce ne rendiamo conto e magari prima della frase l’antirazzismo lo mettiamo come premessa a quello che abbiamo da dire.

Smentito subito dalle parole che usiamo appena dopo.


Metto qui un esempio preso da quel misto di informazione e cattiverie varie rappresentato da Facebook, un luogo virtuale dove non c’è bisogno di pensare e riflettere per fare un ragionamento, ma basta mettere una frase a caso, due e o tre parole per aderire o criticare il post precedente, senza la necessità di perdere troppo tempo a pensare o a giustificare quella posizione.
 
Commenti in risposta alla notizia dell’arrivo a Pisa di 140 immigrati siriani fuggiti dalla guerra e distribuiti nei centri di accoglienza sparsi per tutto il paese, di cui una parte nella nostra città. 


Post iniziale:
beneeeeeeeeeeee prepariamoci ad una raffica di furti e quant'altro contento delle scelte,grazieeeeeeeeee
M.P.
Andrò al lavoro con il pepe spray
R.
non la voglia mettere sul piano del razzismo,ma umanamente penso che anche loro vorranno vivere e mangiare e quale metodo piu semplice in caso di crisi,assenza lavoro sicuro ed altro è se non rubare,mi rammarico solo che molte famiglia derubate o perso...
C.G.

Che palle! Non se ne può più! E molti italiani stanno andando via dall'Italia...
B.B

Tutti a casa del sindaco li manderei


Questi interventi copiati dalla Rete si possono classificare in due modi. O sono postati da persone che credono fermamente nella superiorità dell’italiano bianco nei confronti dell’immigrato di colore, ignorante e delinquente a prescindere, oppure solo sciocchezze postare senza riflettere, senza porsi nessun tipo di problema, senza empatia, senza riflessione su quello che è il vero problema e cioè la disparità di vita e di prospettive reali per chi ha avuto la fortuna, o la sfortuna, di nascere e di vivere sulle due sponde opposte del Mediterraneo.


Che esista un problema è fuori di dubbio. Che sia un problema non solo italiano ma europeo anche questo è indubbio, ed andrebbe affrontato dall’intera Europa con una maggiore attenzione, una maggiore decisione e una migliore programmazione. Il Mediterraneo e le nostre coste sono diventate la nuova frontiera dell’Europa a cui si rivolgono sempre più cittadini stranieri che fuggono dalla guerra, dalla fame, da regimi illiberali. Non è certo respingendoli o eliminandoli che si può risolvere.


Per cui può succedere che nei nostri salotti riscaldati, magari annoiati davanti al nostro PC dai tanti Giga che ci da l’illusione di essere in contatto col mondo, nei nostri abiti alla moda, fra un impegno di lavoro e l’attesa di un fine settimana di svago ci capita di dover dare un nostro giudizio su un fatto non certo grave e nemmeno preoccupante, ma scocciante, seccante, fastidioso, la possibilità di un piccolo possibile inconveniente per noi e per i nostri amati beni.
Qualcosa che può turbare, potenzialmente, il nostro vivere di cittadini fortunati.


Senza minimamente collegare il nostro cervello, senza nessuna riflessione (non serve per scrivere una riga) digitiamo poche parole, sintetiche, banali nella loro forma ma che sono e restano manifestazioni di puro, semplice e anche stupido razzismo. La superficialità con cui si scrive, l’indifferenza, la mancanza di ragionamento e riflessione ne sono un’aggravante.
 
 
 

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