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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
Riceviamo e pubblichiamo questa nota del Presidente del Consiglio d'Istituto Niccolini di San Giuliano Terme
“Scuola vietata al vescovo?”

13/4/2014 - 12:58

Si fa molta fatica a capire le ragioni di una polemica così violenta quanto infondata riportata da vari giornali il giorno 12 aprile 2014 con titoli in prima pagina come “Scuola vietata al vescovo” o un ancor più duro “Vescovo, vade retro dalla nostra scuola”. Polemica legata alla richiesta da parte dell’arcivesco di Pisa di una visita pastorale in orario scolastico nell'istituto Niccolini di San Giuliano Terme.

Come tutti infatti dovrebbero sapere, soprattutto chi scrive di scuola, la normativa in vigore non consente che nelle scuole pubbliche statali il normale svolgimento delle lezioni venga modificato per attività di tipo confessionale; la programmazione di tali eventi è infatti consentita solo al di fuori dell’orario delle lezioni.
Il consiglio d'istituto ha quindi agito solamente nel rispetto della normativa per opporsi ad una iniziativa che avrebbe operato una vera e propria forma di discriminazione nei confronti delle minoranze e per sancire un concetto troppo spesso dimenticato e cioè che la scuola è laica. Si fa anche presente che tali iniziative sono state spesso oggetto di ricorsi al TAR di genitori che si sentivano discriminati.
Come ha dichiarato la Dirigente Scolastica e riportato dalla stampa, il consiglio d'istituto ha comunque offerto una possibilità d'incontro all'arcivescovo mettendo a disposizione i locali della scuola in orario non scolastico e rendondosi disponibile ad informare le famiglie dell'evento. Possibilità che l'arcivescono non ha evidentemente preso in considerazione non degnandoci nemmeno di una risposta. Si riporta integralmente la lettera inviata dalla dirigente dell'istituto: “In merito alla richiesta di incontrare da parte del Vescovo gli alunni dell’I.C. “G.B. Niccolini” di San Giuliano Terme in occasione della Sua visita pastorale, il Consiglio d’istituto, riunitosi in data 16 dicembre 2013, ringraziando il Vescovo per la propria disponibilità, ritiene opportuno che l’incontro si svolga in orario pomeridiano ( andrebbe bene la data del 12 febbraio). L’Istituto si farà carico di una capillare informazione dell’evento con tutti gli alunni della scuola Secondaria e della scuola primaria di San Giuliano Terme che potranno venire accompagnati dai propri genitori. Rimango a disposizione per qualsiasi informazione e per organizzare insieme il momento di incontro.”
Una propensione ben diversa dal “vade retro”. E dispiace che invece da parte dell'arcivescono non ci sia stato nessun tentativo di dialogo.
Resta poi stupefacente il ragionamento per cui il livello di intolleranza della scuola si evince dal numero degli studenti che non si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica (sempre che la stampa riporti fedelmente il pensiero dal monsignore). Chi non frequenta religione è quindi per definizione intollerante. Dovrebbe sapere che tra queste persone ci sono moltitudini di visioni diverse: atei, altre confessioni e anche cattolici praticanti che hanno fatto questa scelta proprio per ribadire il concetto della laicità della scuola.
Un'ultima nota per chi addirittura richiede la rimozione della dirigente scolastica: la legislazione affida al consiglio d'istituto le competenze in materia di programmazione scolastica e sulla partecipazione dell'istituto ad attività extrascolastiche. Quindi eventualmente dovrebbe richiedere la rimozione dell'intero consiglio eletto democraticamente da genitori ed insegnanti.

Nicola Guerrini
Presidente del Consiglio d'Istituto
Istituto Scolastico G.B.Niccolini di San Giuliano Terme

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17/4/2014 - 15:19

AUTORE:
Ale

Giuseppe, forse sarebbe stato ancora più bello se si fosse permesso di far partecipare anche i genitori, dunque nel pomeriggio.
Non dubito che il Collegio Docenti e il Consiglio di Istituto di altre scuole abbiano svolto bene il loro lavoro, ma nessuno può affermare che tutto questo non poteva essere organizzato anche in un altro modo.
Ciò che proprio stona è la risposta dell'Arcivescovo.

17/4/2014 - 11:52

AUTORE:
Piero Chicca

E io cosa ho detto, Sig. Osservatore? Non ho forse detto che in Italia la Chiesa ha tutto ciò che vuole? Una delle svariate vie per ottenerlo è quell'ennesimo Parere che lei mi suggerisce di andarmi a leggere. Ma lei non si fermi lì, si inoltri nella materia, vedrà quanti spunti vi troverà che potrebbero farle apparire un po' meno indiscutibili i pareri dello Stato e un po' troppo ortodossi i suoi.

17/4/2014 - 11:01

AUTORE:
Giuseppe

Ma perché non si guarda cosa è successo nelle altre scuole? Ho un'amica, che tra l'altro non ha molto simpatici i preti, che insegna in una scuola che ha accolto l'Arcivescovo. Mi ha detto che i ragazzi sono stati molto contenti di aver parlato con quel Prete e che l'incontro è stato molto utile dal punto di vista umano e formativo. Non c'è stata protesta da parte di nessuno, anzi apprezzamento per l'incontro. Non c'è stata nessuna conversione ma solo un po' di tempo trascorso tra ragazzi, insegnanti e una persona che ha portato una visione forse diversa dalla solita ma che ha fatto riflettere i giovani. Questo è quello che conta, l'aspetto umano, al di là di tutte le considerazioni di carattere burocratico, politico e ideologico. Penso che in questo caso SIA il Collegio dei Docenti SIA il Consiglio d'Istituto abbiamo svolto al meglio il loro lavoro.

17/4/2014 - 10:21

AUTORE:
G. B.

La scuola non ha negato alcuna visita pastorale al Vescovo, ha solo preferito che si svolgesse al pomeriggio, così tutte le componenti avrebbero potuto partecipare liberamente.
La lettera del Vescovo ha toni intolleranti.

16/4/2014 - 23:22

AUTORE:
OSSERVATORE

Si vada a leggere il parere del CONSIGLIO DI STATO del 2011 in merito ad un caso analogo successo a Grosseto e si renderà conto che il nostro vescovo avrebbe avuto ed ha il diritto alla visita pastorale che gli hanno negato.Un saluto

16/4/2014 - 20:36

AUTORE:
Piero Chicca

Se la Chiesa ha deciso di estendere le sue visite pastorali oltre i luoghi originariamente soggetti a tale pratica (le parrocchie, i conventi, gli istituti religiosi in genere) non c'è niente da fare, e le nostre opinioni non hanno alcun peso, lasciano il tempo che trovano. Specie in Italia dove si parla da sempre di laicità dello stato ma il popolo non l'ha mai veramente voluta e nessun governo l'ha mai attuata ritenendo più prudente concordare e riconcordare accettando vincoli, obblighi e soprattutto oneri sempre a carico della nazione. Di tutta la nazione. È per questo che da secoli la Chiesa si aspetta porte spalancate, cappelli in mano, privilegi e regalie. Questa volta, caso raro, un vescovo ha trovato una porta semichiusa, e tale deve essere stato lo stupore per tanta impudenza che lo immagino impermalito al punto che se ancora un Campo de' Fiori fosse possibile, il ribelle Consiglio d'Istituto rischierebbe mordacchia e fiamme.
Invece io a quel Consiglio d'Istituto voglio esprimere approvazione. Semi, però; come semi è stata tenuta chiusa la porta di una scuola civile.

16/4/2014 - 14:45

AUTORE:
marco

...intanto a proposito di libertà caro docente,la mia è stata calpestata perchè a me faceva piacere che l'arcivescovo fosse accolto dato che ai ragazzi interessava confrontarsi...mentre la tua libertà è stata rispettata dato che insieme a pochi altri, non lo volevi accogliere.
in merito alla tua ricerca di legittimità ti informo che le sentenze del TAR non costituiscono Legge...Ma poi quale attività di culto? ma non sai che l'attività di culto si professa nelle chiese...non nelle scuole...la visita del vescovo è una visita di un'autorità, come altre autorità , non una liturgia ..e poi non avete neppure informato i genitori di questa visita...e poi cosa ci incastra il tuo salario con la visita pastorale..? hai un pensiero prevenuto, mentre invece in tutta questa vicenda occorreva solo equilibrio e buon senso .

15/4/2014 - 16:50

AUTORE:
Beppe

“al di là di regolamenti artificiosi che limitano la libertà e fatti da chissà chi.. “ ? Ma non sai di cosa stai parlando. Telo dico io: TAR Emilia Romagna, n. 250/93, TAR Veneto, n. 2478/99, altre numerose leggi /intese con religioni varie che mettono una pietra tombale sulle attività di culto nelle scuole. Si chiamano leggi e/o interpretazioni, non regolamenti, non sono artificiose perché legiferano su problemi di diritti/doveri, certo che limitano le libertà, perché la tua libertà si deve incrociare con la mia, e questo vale anche per i forti, grossi e ricchi, sta scritto nella Costituzione. Caso mai la questione riguarda le visite pastorali, non considerate attività di culto, che un recente decreto del Capo dello Stato, che si rifà al parere n.335/2009 della Seconda Sezione del Consiglio di Stato aprile 2010, ha ammesso possibili nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche. E per quanto riguarda la delibera del Consiglio di Istituto, il tutto ai sensi dell'articolo 7 e 10 del D.L.16 aprile 1994, n. 297 che così recita: è competenza sia del Collegio docenti che del Consiglio d'Istituto di pronunciarsi in materia. Si badi bene: sia/sia, per cui tutti e due gli organi devono essere d'accordo. Ecco ora sai chi ha fatto questi “regolamenti artificiosi” e chi ha espresso la sua autonomia riconosciuta. Poi non puoi essere d'accordo lo stesso, nel resto nemmeno io sono stato d'accordo del blocco del mio stipendio per 15 anni, ma non si agita la libertà, che è una cosa seria, come una clava.
Beppe Capuano, uno dei 30 docenti firmatari di cui sotto.

15/4/2014 - 16:49

AUTORE:
Giacomo Mannocci

L'istituto Niccolini di san Giuliano e in particolare la sua dirigente (storica esponente locale del Partito democratico, partito che ora tace)hanno scritto una pagina vergognosa! Sentire l'Arvivescovo sarebbe stato un arrichimento culturale per tutti indipendnetemente dal credo religioso degli alunni e dei docenti.
Altro che pluralismo, una vergogna!

15/4/2014 - 14:50

AUTORE:
simone7002

Lo so qual'è il tuo stile, so come siete organizzati a casa e per questo ti ritengo un esempio, so anche come operano moltissimi esponenti della Chiesa e di esempi si potrebbe riempire il mondo.
Il punto però non è questo e lo sai benissimo.
Ogni giorno di pomeriggio portiamo i nostri pargoli a fare sport, al parco, al cinema, dal dentista, al luna park; a proposito vedi quanta gente ci sarà tra poco di pomeriggio a Pontasserchio.
Non credo che sia un problema logistico quello di portare i bambini e nello specifico ragazzi già formati ad un incontro pastorale col proprio vescovo, è piuttosto un problema di priorità che la presente collettività riconosce a tali eventi nei confronti di altri.
Lo sappiamo tutti, vescovo compreso, per questo non ha risposto, nè ha proposto qualcosa di diverso.
Infine se le regole ci sono e sono state promulgate in tempi "non sospetti" con criteri democratici, non vedo perchè non debbano essere rispettate per questo caso.
Derogare avrebbe significato aprire le porte al caos poichè dopo chiunque a torto o ragione avrebbe preteso nuove deroghe.
Se non piacciono così come sono le si possono cambiare, se vi è una convinta maggioranza, ma fino ad allora queste sono e queste devono essere rispettate.
Io la penso in questo modo e prima lo si fa, in generale a tutti i livelli, prima usciamo dal pantano di cui ci siamo circondati, divenendo finalmente un Paese degno del nome e della storia che rappresentiamo.

15/4/2014 - 9:03

AUTORE:
marco

...probabilmente siamo in campagna elettorale e qualcuno cerca di sviare i problemi reali e monta una polemica artificiosa per deviare l'attenzione.....Ma accettiamolo il vescovo, al di la della fede che ognuno ha, al di la di regolamenti artificiosi che limitano la libertà e fatti da chissà chi...ascoltiamo qualche parola buona, chi non vuol ascoltare non ascolti...

14/4/2014 - 19:33

AUTORE:
Tiziano Nizzoli, Cittadini e Territorio

Non è nel mio stile mandare a quel paese chicchessia, l'ho fatto in un momento di risentimento nei confronti di chi, anche con modi istituzionali e democratici, ostacola il dialogo tra le persone e di questo me ne scuso. Proporre al Vescovo quella tale alternativa, conoscendo i problemi di disponibilità di tempo ed organizzativi delle famiglie, era l'equivalente di far divenire un flop la visita pastorale e tutti lo sapevano. Ho visto lavorare preti e suore nei Paesi asiatici ed africani ed ho nei loro confronti una profonda considerazione; pensa che ho anche scritto al Papa per descrivere l'attività che aveva svolto una suora italiana, sister Priscilla, nel St.Joseph Hospital di Baramula in Kashmir, ricevendone risposta insieme ad un rosario benedetto dallo stesso Pontefice. Ricordo che sister Priscilla si arrabbiò molto per il fatto che avevo disturbato il Papa, ma poi mi perdonò regalandomi una mela golden che lei levò da una cassetta di paglia. Ti ho raccontato questo episodio perchè da lei ho imparato l'importanza di certi valori che non voglio definire cristiani, ma solo "valori".
Io non sono un cristiano praticante e due dei miei tre figli si sono "sbattezzati", mentre il terzo è praticante; mia moglie è sicuramente laica (tra l'altro ha anche insegnato alla Niccolini), ma tutti interloquiamo tra noi per estrapolare quei valori che nella vita riteniamo fondamentali, anche se con diverse sfaccettature. Porte aperte a tutti, atei compresi, è questo il messaggio che voglio mandare, a difesa della pluralità della scuola, il cui primo insegnamento deve essere quello di ascoltare tutte le voci, per permettere ai ragazzi di conoscere prima tutte le strade, per poi imboccare quella che a loro sembrerà più giusta.

14/4/2014 - 16:18

AUTORE:
Franco

Lei afferma che "la normativa in vigore non consente che nelle scuole pubbliche statali il normale svolgimento delle lezioni venga modificato per attività di tipo confessionale; ...". Ma nella lettera di risposta si afferma che "il Consiglio d’istituto, riunitosi in data 16 dicembre 2013, ringraziando il Vescovo per la propria disponibilità, ritiene opportuno che l’incontro si svolga in orario pomeridiano ...".
Se la normativa non consente l'incontro in orario scolastico, perchè non scriverlo anche nella risposta? Non ritiene che usando il termine "opportuno" si è dato adito a polemiche?

14/4/2014 - 15:44

AUTORE:
Lettore della VdS

...vuol fare forse una lista di proscrizione; suvvia...!

piesse, o Lui chi liè? Pippo il fidanzato di Clarabella?

14/4/2014 - 15:15

AUTORE:
Pippo

Troppo facile dire siamo trenta insegnanti !!
Perchè non citate il nome ed il cognome ?
Il Diritto di parola è di tutti, senza bisogno di nascondersi nell'anonimato.

14/4/2014 - 13:48

AUTORE:
Un gruppo di 30 insegnanti della Niccolini

Siamo un gruppo di trenta insegnanti dell’Istituto Niccolini di San Giuliano, e vorremmo dire la nostra sugli articoli usciti sul “Tirreno” in merito alla questione della visita dell’arcivescovo di Pisa al nostro istituto e più in generale riguardo al tema dell’intolleranza. Sulla visita e sulla decisione presa dal Consiglio d’Istituto si possono avere –com’è ovvio- pareri diversi, come è infatti avvenuto. Occorre precisare peraltro che tali decisioni spettano al Consiglio di Istituto, organismo democraticamente eletto, e non alla insindacabile valutazione del singolo dirigente scolastico. In ogni caso non ci interessa e non ci piace questa contrapposizione tra chi è cattolico e chi non lo è, non ha senso riproporre uno scontro ideologico, cosa che invece –almeno a giudicare da molti commenti alla notizia- sembra affiorare negli articoli della stampa. Quello che però non possiamo accettare è l’accusa di intolleranza nei confronti di chi insegna nell’istituto. Nella scuola non c’è nessuna “decisa intolleranza verso l’esperienza religiosa cristiana cattolica” come riportato nell’articolo del Tirreno laddove si citano o si interpretano le parole del vescovo. E non ha senso dire che “il clima di intolleranza si evince pure dall’alto tasso” di studenti che non seguono l’ora di religione. L’equazione “molti non avvalenti eguale scuola discriminatrice” è inaccettabile. Né è vero che “le famiglie cristiane si trovino di fatto discriminate”. E ancora: troviamo francamente incredibile che si parli di insegnanti di religione “che non di rado si trovano a lavorare con grande difficoltà vista la presa di distanza nei loro confronti da parte dell’istituzione scolastica”. Si tratta di affermazioni secondo noi false. Nella nostra scuola chi sceglie religione (e chi non la sceglie) lo fa liberamente, com’è normale che sia. E gli insegnanti di religione lavorano serenamente con i loro alunni. Troviamo perciò grave che si gettino accuse del genere contro la scuola e contro il nostro lavoro.

14/4/2014 - 12:38

AUTORE:
simone7002

Non vorrei passare per un anticlericale o peggio, so che nel tuo passato hai visto barbarie inaudite in nome di un Dio, quando la religione entra nelle istituzioni il risultato a volte è questo, altre volte, da noi ad esempio, si è manifestato in modo più blando nei metodi ma non per questo meno grave verso chi lo ha subito.
Il punto è che mandare a quel paese una persona che rappresenta una istituzione pubblica, solo perchè rispetta un regolamento è un fatto di per se grave e lo è di più se lo si giustifica dicendo che una deroga a quella regola la si poteva fare.
Il solito metodo italico che di fronte ad un potere forte in grado di far sentire la propria influenza, bisogna derogare e piegarsi al suo volere.
La giustificazione che ne dai poi è strumentale, la visita del Vescovo era chiaramente a scopo pastorale, infatti doveva essere a coronamento dell'anno pastorale che ha lo visto visitare tutte comunità pastorali sotto la sua giurisdizione.
E' proprio il termine "pastorale" che determina la negazione dell'incontro poichè il suo significato è preciso e non lascia spazio ad interpretazioni.
Visto che reputo Mons. Benotto una brava persona può certamente trovare una valida alternativa con la collaborazione del dirigente scolastico di cui sono certo non mancherà la voglia di collaborare sempre nel pieno rispetto delle regole a cui deve attenersi nell'ambito delle sue funzioni.
Questo sono certo che lo sai benissimo anche te, ma per San Giuliano è un periodo non sereno e tutti i soggetti interessati tendono a distogliere lo sguardo dal vero punto della questione, del resto ti sei firmato con nome, cognome ed appartenenza politica, in fondo un cattolico anche presunto è un buon elettore.

14/4/2014 - 11:51

AUTORE:
libertario

A tutti coloro che si stracciano le vesti,accusando il consiglio d'istituto di intolleranza,vorrei rivolgere una domanda.Se un rappresentante dell'ateismo volesse far visita alla scuola quale sarebbe la risposta?Questo è un dibattito surreale,in nessun paese occidentale avrebbe luogo.Stato e chiese nel rispetto della libertà di ciascuno agiscono nel proprio ambito.Il consiglio d'istituto ha solo applicato un regolamento che era tenuto a rispettare.Per quanto riguarda la tolleranza la chiesa non ha niente da insegnare.Io sono cristiano,non per mia scelta, essendo stato battezzato( il parroco non accettò il nome che volevano mettermi i miei genitori,libertario,mettendomi lui un nome più appropriato per la chiesa).Ho sempre frequentato l'ora di religione,ma una volta l'anno,prima c'era questa usanza,la scolaresca veniva portata in chiesa:io venivo sempre lasciato in classe perchè dicevo di non credere .

14/4/2014 - 8:02

AUTORE:
Pippo

Io l'avrei invitato tra la mezzanotte e le tre, ora che i bambini, che sono a letto, non vedano certe brutture da rimanere scioccati. Per quanto riguarda su quale base e, a quale criterio si misura l'essere cattolico? E' semplice! Inviterei colui che ha questi dubbi di suggerire ai suoi compagni di far disegnare una bella croce sui vestiti di tutti i cattolici, in tal modo da poterli contare ed individuare sempre e decidere se mandarli all'ora di religione o, all'alternativo indottrinamento.
Poi visto che la croce può urtare la sensibilita dei non credenti, suggerirei anche di "invitarli" a vivere in zone circostritte, possibilmente lontano da altri non cattolici.
Come si dimostra, certe idee sono state messe all'indice da: manifesti, libri, convegni, chiacchere, eccetera, ma nelle teste rimangono sempre.

14/4/2014 - 7:53

AUTORE:
Ultimo.

............ Ultimo

14/4/2014 - 0:39

AUTORE:
Credente qb

... il laicismo ed il consiglio d'Istituto possono andare a quel paese, si poteva trovare una soluzione diversa, che permettesse al Vescovo di incontrare i giovani e comunicare con loro, sicuramente sarebbe stato formativo per tutti, Mons. Benotto compreso!
::::::::::::::::::::::::::::
Ergo, a quel paesello mi pare ci sia più vicino il Nizzoli Tiziano e potrebbe addirittura andarci a zoppetto senza smuovere sudore da quanto è vicino (secondo me medesimo)

Leggo che il Consiglio d'istituto ha proposto altro orario per l'incontro e...volendo amplificare/estendere la parola di Sua Eccellenza il Vescovo si poteva triplicare l'ascolto con la partecipazione anche di babbo, mamma, nonni, zii, fratelle e sorelli maggiori;
avanti cena e dopo la giornata di scuola e lavoro: perchè no!?

13/4/2014 - 23:48

AUTORE:
Tiziano Nizzoli, Cittadini e Territorio

Se un rappresentante di una religione che ha eletto tra i suoi principi portanti l'amore per gli altri, il perdono e la tolleranza vuole entrare in una scuola, a mio avviso gli si devono aprire le porte.
La stessa cosa vale per i rappresentanti di tutte le religioni; la preside avrebbe dovuto dire si e magari chiedere al Cardinale Benotto di rispondere alle domande che alcuni studenti gli avrebbero rivolto.
In questo modo si aiuta il dialogo, si dissipano eventuali dubbi o si rafforzano eventuali convinzioni.
Ho visto personalmente cristiani uccisi e chiese bruciate, fedeli che sapevano perfettamente di rischiare la vita per assistere alla Messa, eppure ci andavano con i loro figli, nuovi martiri del XXI secolo!
Quello era integralismo islamico, figlio di sottocultura e di feroce intolleranza nei confronti di chi non la pensa come te, nessun riferimento al nostro caso, ma solo fonte di riflessione.
Occorre insegnare ai nostri figli ad essere rispettosi verso gli altri e tollerare le diversità anche con spirito critico, questo è il punto fondamentale, il laicismo ed il consiglio d'Istituto possono andare a quel paese, si poteva trovare una soluzione diversa, che permettesse al Vescovo di incontrare i giovani e comunicare con loro, sicuramente sarebbe stato formativo per tutti, Mons. Benotto compreso!

13/4/2014 - 22:32

AUTORE:
CCP

quanto sta succedendo a San Giuliano in questo periodo mentalità ottusa da anni 70 in pieno periodo guerra fredda. Sveglia il mondo cambia e le persone sono molto più tolleranti e comprensive di quanto non lo siate voi.
Mi scuso con il Vescovo come cittadino di San Giuliano e le posso assicurare che se fossero stati i genitori degli alunni a dover scegliere sarebbe entrato a braccia aperte, sicuramente per i ragazzi sarebbe stato un arricchimento per poter riflettere senza per forza dover modificare i loro convincimenti.
Speriamo che anche la nostra scuola allarghi le proprie vedute retrograde. D'altra parte a San Giuliano non siamo nuovi a queste scene, in passato la presentazione di un libro sul fascismo in comune portò addirittura a manifestare e bloccare la viabilità pubblica.

13/4/2014 - 22:06

AUTORE:
simone7002

Il problema non è se te o altri sono d'accordo per il rabbino o chi altro, non possiamo sempre farne una questione plebiscitaria. le regole servono proprio per questo, altrimenti ogni cosa avrebbe la durata e la direzioe di una ventata.
Se l'iniziativa del Vescovo non era provocatoria, avrebbe fatto bene ad accettare altre mediazioni, oppure modificare lo scopo della visita, da pastorale ad esempio a storico o umanistico, oppure chiedere a Vecchiano la stessa cosa, ma in clima elettorale a pensar male ci s'indovina.

13/4/2014 - 19:15

AUTORE:
Beppe l'Ortolano

Salmantino, mi sembra che nel tuo discorso laicocentrico ci sia qualche contraddizione, qualche affermazione perentoria per i cattolici e condizionale per i rabbini. Mi sa che non hai le idee chiare se non solo nel sostenere l'insostenibile. Un dato è inconfutabile, e poi puoi dire quello che ti pare, i cattolici hanno subito una discriminazione e non solo, anche l'umiliazione di essere additati come reietti dalla vostra società tristemente atea ed intollerante.

13/4/2014 - 18:54

AUTORE:
valerio ciacchini

Vergogna credo che sia l'unica parola da poter esprimere verso questa dirigente e verso questa scuola, la stessa scuola che vorrei vedere come si comporterebbe davanti alla stessa richiesta del Dalai Lama.
Vergogna.

13/4/2014 - 18:53

AUTORE:
Mario

Io sono cristiano , ma se un rabbino o altri sacerdoti di altre religioni volessero incontrare gli studenti della scuola dei miei figli io sarei d'accordo perché potrebbero sentire altre opinioni e sentire altri punti di vista, avrebbero solo da imparare,

13/4/2014 - 16:41

AUTORE:
Salmantino

Mi dispiace ma non condivido il concetto di democrazia del signor Mario, e laicità e democrazia non li reputo due concetti in contrapposizione tra di loro, ma complementari. Se una scuola è laica e non confessionale, non ritengo giusto che, poiché la maggioranza degli studenti sono cattolici (e comunque in base a quale criterio si misura l'essere cattolico? Sul fatto di essere battezzati? Sul fatto di seguire le lezioni di Religione Cattolica?), allora , durante l'orario di lezione, il vescovo venga a incontrare gli studenti, e che coloro i quali non vogliono incontrarlo "quella mezzoretta potevano fare altre cose dentro l'istituto". La democrazia (e la laicità) non è questione di maggioranza e di minoranza, ma di rispetto dei diritti di tutti. E il diritto di tutti si difende attraverso il rispetto della laicità (che non significa esclusione per nessuno, ma accettazione di tutte le istanze politiche e religiose all'interno di un ambiente). E la mancata visita di un vescovo cattolico non significa discriminazione nei confronti degli studenti cattolici, ma significa che la scuola è uno spazio nel quale hanno, al di là dei numeri e delle percentuali, piena e uguale cittadinanza studenti cattolici, cristiani di altre confessioni, atei, islamici, ebrei, agnostici, amish, testimoni di Geova, buddisti. Se domani un rabbino volesse andare a fare una sorta di visita pastorale nella scuola, gli si dovrebbe dire "no grazie durante le ore di lezione; benvenuto fuori dall'orario scolastico con chi vuole partecipare all'incontro". E non sulla base del fatto che gli Ebrei sono una minoranza in una scuola, ma perché la scuola pubblica è un ambiente laico e non confessionale.

13/4/2014 - 15:59

AUTORE:
simone7002

Da quando seguire le regole è un fatto negativo?
Come mai il Vescovo non ha risposto alla disponibilità pomeridiana?, Ha forse di meglio da fare?
Oppure sa bene che la maggioranza pseudo-cristiana, se chiamata il pomeriggio risponde picche ed il flop sarebbe stato a danno della Chiesa, basta vedere l'affluenza nella maggior parte delle chiese la domenica mattina.
Quelli che eventualmente non volevano partecipare, dove sarebbero dovuti stare e controllati da chi?
Qualora le minoranze avessero fatto ricorso, nel pieno del loro diritto, chi avrebbe sostenuto le spese? forse il Vaticano?
E se qualche minoranza avesse richiesto lo stesso tipo di intervento al loro capo spirituale locale, come avrebbe risposto questa maggioranza?
La verità è che per accordi presi quasi un secolo fà che ancora incidono sul rapporto Stato-Chiesa nelle scuole Statali, si pensa omette il principio di laicità delle strutture Statali, questo avviene solo in Italia e ancora oggi ne paghiamo le conseguenze sia in termini di perdita di tempo da dedicare a materie più utili alla formazione degli studenti, sia in termini sociali poichè l'appartenenza religiosa tenuta distinta nelle scuole fomenta la diversità di genere che poi sfocia, nei casi estremi, nell'intolleranza.
Penso che la Scuola abbia +risposto correttamente al vescovo che se voleva realmente fare una visita pastorale, bene avrebbe fatto ad accettare l'offerta pomeridiana negoziando sulla data, così non è stato, ogniuno ne tragga le dovute conseguenze.
Io penso che la Chiesa deve iniziare a fare il proprio dovere di indottrinamento in modo autonomo senza pretendere che lo Stato supplisca alle sue mancanze venendo meno o italianamente mediando sul concetto di laicità.

13/4/2014 - 15:23

AUTORE:
Mario

D'accordo con cardinale, se vero che la scuola ė laica e anche vero che dovrebbe essere democratica, bastava avvisare i genitori e chi non voleva che i loro figli vedessero il vescovo quella mezzoretta potevano fare altre cose dentro l'istituto, invece in questa maniera per una minoranza avete negato alla maggioranza cristiana di avere l'incontro

13/4/2014 - 14:28

AUTORE:
Cardinale

State attenti adesso a come rispondente al telefono perchè potrebbe chiamarvi papa Francesco.
Battute a parte, l'avete fatta fuori dal vaso con la scusa della normativa in vigore. Esagerati, pignoli ed inutilmente fiscali (quando vi pare). Tutto ciò lo scrive un ateo convinto.