Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Segnale n°1… Rientro in casa ad un’ora insolita e accendo la tv, che è rimasta sintonizzata da ieri sera su Rai2, l’off riparte da lì, e lì su Rai 2 c’è la Concita de Gregorio che intervista uno scrittore e riesco a cogliere solo una frase : schiavitù concordata. Come spesso accade ci sono parole che ti lasciano un segno, anzi che trovano un segno nei tuoi pensieri e ne germinano altri.
Segnale n° 2…Ricevo una mail per gli auguri di Pasqua da La Meridiana Edizioni, nel messaggio si dice … “Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere.
Fra voi però non è così; ma chi vuole essere grande tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,42-3)
Ecco l’eresia più insopportabile per tutti i sistemi: il rovesciamento delle logiche del potere. Un’eresia che si paga a caro prezzo.
Buona Pasqua. O buona eresia.
Segnale n° 3… Gironzolo su Fb e trovo un filmato che fa restare senza fiato...
Segnale n° 4 …Apro la voce e trovo la foto del giorno…che "rubo" al suo autore
Tutto prende il via dalla frase “schiavitù concordata” e come spesso ci accade, un pensiero fa da calamita, come in una strana caccia al tesoro che sembra del tutto casuale, ma in realtà non lo è.
La verità è che i segnali ci sono, siamo noi che dobbiamo tornare a farci le domande, a cercare di fare quel passaggio dalla schiavitù alla libertà, siamo noi che dobbiamo cercare modi per dare sostanza a quel grido che ancora si leva nell’aria: libertè, egualitè, fraternitè.
Quella è la vera pasqua, o la vera eresia del nostro mondo, del nostro passaggio.
Tutto nasce dalla frase schiavitù concordata, da un libro che prova a riflettere sulle forme di schiavitù del nostro bel mondo occidentale.
Schiavitù è una parola bella forte, mica da poco, eppure … risuona anche nel nostro mondo.
Ma schiavitù ci fa subito saltare in testa la tratta delle donne e dei bambini.
Forme violente e importanti di schiavitù, forme dai dati importanti, ma poi non così evidenti o prioritarie nelle azioni dei governi, forse più materia di leggi europee.
Le Nazioni Unite stimano in 2,7 milioni di persone le vittime della tratta di esseri umani nel mondo, di cui l’80% sono donne e bambini. Un volume di affari pari a 32 miliardi di dollari in attività illegali all’anno.
Save the Children differenzia vari tipi di tratta di esseri umani tra cui quella a scopo di sfruttamento sessuale, l’accattonaggio per conto terzi, quella a scopo di adozioni internazionali illegali, quella a scopo di lavoro forzato che è meno nota e conosciuta. Poche e difficili da mettere insieme le informazioni e i dati…ma quelli che ci sono, sono da capogiro e da vergogna.
La schiavitù “moderna” cambia i suoi connotati, nel senso che un tempo era la razza a determinare la condizione di schiavo: una seppur minima % di sangue “nero” nelle vene, significava essere schiavi a vita, oggi sono le condizioni dettate dal potere e dal denaro a determinare chi sia lo schiavo e chi lo schiavista.
A seconda delle tue origini, sei schiavo dalla nascita perché le condizioni economiche, sociali e culturali del tuo paese non ti offrono alternativa. Dunque il rapporto di forza è dettato dalla casta e non più dalla razza. Potere e denaro la fanno da padrone.
I paesi dove il maggior numero di persone vive in schiavitù, sono India e Cina, entrambi paesi “Brics”, paesi dall'economia emergente ed in costante aumento, paesi traino della globalizzazione e di un progresso che non riesce ad estirpare pratiche antiche ed anti-evolutive, quali la schiavitù.
Allora pensiamo ad un progresso-regresso, un passo avanti e due indietro, dove indietro rimangono sempre gli stessi.
E' angosciante pensare alle varie forme di schiavitù moderna e farsi sfiorare dalla speranza che si possa trattare per lo più di commercio per le adozioni illegali, perché almeno e solo in quel caso, la speranza è che il soggetto privato di ogni diritto, possa un giorno avere amore e riscatto sociale.
Certo che noi non siamo davvero in questa situazione, noi stiamo meglio… un pochino…infatti basta scartabellare un po’ e vengono fuori esempi, meno violenti e drammatici, ne riportiamo uno per esempio: “Tensione alle stelle al call center Almaviva Contact di Palermo, tra scontri fra i sindacati, lavoratori in rivolta e le testimonianze dei precari sulle condizioni al limite dello sfruttamento in cui sono costretti a lavorare… il nuovo concordato che cancella ogni diritto pregresso. Chi non firma non sarà riassunto. "Dobbiamo annotare ogni singola pausa che facciamo, dal caffè alla telefonata personale, persino quando andiamo in bagno, quando vogliamo bere un bicchiere d'acqua o quando rivolgiamo la parola al collega seduto accanto a noi". L'azienda: "Adesione su base volontaria" La Repubblica del 25 ottobre 2013.
E i tanti suicidi a cui abbiamo assistito in questi ultimi due anni, suicidi “economici” … non sono il prodotto di una forma di schiavitù? quale sistema può essere così perverso da non lasciare spazio a nessuna alternativa?
E le aziende che delocalizzano, mollando baracca e burattini da un giorno all’altro, costringendo le persone ad accettare salari da fame…?
Ci viene da scomodare perfino il signor Platone col suo mito della caverna, che descrive i passi che l'uomo può fare, non senza incertezze, verso la "liberazione dalle catene".
Il mito parla di un gruppo di uomini rinchiusi fin da fanciulli dentro un antro buio e abituati a vedere solo ombre proiettate nella caverna da ciò che accade fuori.
Certamente quegli uomini sono portati a pensare che quello che vedono sia la realtà, l'unico mondo possibile.
La liberazione, l'uscita dalle tenebre della caverna, viene indicata da Platone con la frase "girare il collo", proprio per poter levare lo sguardo verso la luce e contemplare la bellezza del sole.
Un prigioniero riesce a liberarsi e a camminare verso l'uscita, la fatica è tale da farlo dubitare più volte, la luce del sole è accecante e provoca dolore, quasi quasi il buio della caverna è più confortevole...E a questo punto che si può scegliere se rimanere nella caverna, nelle vecchie abitudini, o girare il collo.
Anche in questa nostra società evoluta, occidentale, iperconnessa, siamo in qualche modo prigionieri di logiche scontate e non più soggette a giudizio critico, siamo a conoscenza di dati allarmanti sulle nuove schiavitù, e quasi non ci stupiamo più del volto orribile di questi dati.
Ma siamo sicuri che tutte queste nuove schiavitù siano così lontane dal nostro quotidiano?
"Giriamo il collo" per bene e diamo uno sguardo nuovo.
Questo era quello che avevamo scritto senza avere negli occhi il segnale n°3…dopo aver visto quel video, ogni parola, ogni gesto nelle nostre case e nelle nostre vite ci è apparso insignificante e troppo poco…la foto del giorno ci apre alla speranza di una possibile eresia o di una possibile pasqua...ce la auguriamo e ve la auguriamo.
https://www.facebook.com/photo.php?v=10201373114948275
Elisa Fangareggi video sui bambini spaccapietre, leggete anche il testo che accompagna il video.