Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Questa nella foto è la vecchia casa Coli, in Bocca di Serchio, sede degli incursori della Marina che furono gli artefici di uno dei pochi momenti ed episodi che, nel tempo e nella Storia, hanno fatto grande il nostro Paese.
Dimenticata, un po’ come Guglielmo Marconi, di cui in questi giorni si celebra l’anniversario della nascita, celebrato e osannato in tutto il mondo per la genialità delle sue invenzioni e realizzazioni riguardo alla trasmissione di segnali radio a grande distanza.
Giova qui ricordare che anche nel nostro comune esisteva una stazione radio ricevente, nella frazione di Nodica, di cui sono rimaste ora solo alcune case sparse e che collegava la stazione con quella di Coltano.
Fu proprio a causa di questa postazione radio che lo scrittore Silvano Ambrogi, al seguito del padre venuto da Roma per lavorare a Nodica, si trovò a vivere la sua gioventù a Migliarino. Del suo soggiorno migliarinese rimane il romanzo “Le svedesi”, ambientato a Bocca di Serchio, e l’amore per quel paese che lo aveva visto ospite nel periodo dei suoi studi e della sua gioventù e dove è voluto tornare a riposare dopo la sua prematura morte.
Allo stesso Ambrogi si deve una descrizione della stazione radio di Nodica :
“sperduta nella campagna verso il lago di Massaciuccoli: due grossi palazzi con uffici, tre antenne e tre case per abitazioni, in gran parte distrutte dai tedeschi in fuga e dai colpi di mortaio degli americani quando non c’era più un nemico in giro”.
La stazione radio di Coltano è da molti anni abbandonata a se stessa, recintata perché in condizione di pericolo di crollo, invasa da erbacce e ormai fatiscente. Avrebbe bisogno che le autorità (in questo caso si meritano il minuscolo) decidessero di fare qualcosa per il suo recupero e la sua salvaguardia, in ultimo occasione anche di invito ad un turismo legato alla fama e alle scoperte del Marconi.
Lo stesso si può dire della casa Coli in Bocca di Serchio sede segreta degli incursori della X° Mas artefici di molte gloriose imprese nel corso della seconda guerra mondiale. Risparmiata fortunatamente dall’ accanimento amministrativo della trasformazione di ogni edificio, e luogo di valore, in anonimo appartamento vacanze, giace ora nel più completo abbandono.
Ogni anno, non so in quale periodo e in quale occasione, diventa pellegrinaggio di appassionati e curiosi per celebrare le eroiche imprese degli incursori nel più completo disinteresse dei vecchianesi e anche dell’Amministrazione Comunale.
Spero vivamente che la recente inaugurazione della Casina dei Pescatori in Bocca di Serchio possa essere un segnale di rinnovato interesse per questa nostra Storia dimenticata.
Un link, sia pure datato, che fa capire, meglio di tante parole, cosa perdiamo in termini di immagine e di opportunità.
http://www.clubpanerai.com/index.asp?notizia=1833&codice=15
Un luogo ed un edificio che meriterebbero una maggiore attenzione e potrebbe rappresentare, una volta restaurato con un progetto da concordare con la proprietà, uno di quei gioielli che la natura e la sorte hanno fornito al comune di Vecchiano come la Marina, il Bosco e la Mandria, che qui sembrano perdere lucentezza e diventare opachi. Gioielli che sembrano non risplendere come dovrebbero.
Così non riescono ad essere efficacemente sfruttati a scopo turistico (brutta parola ma serve a rendere l’idea) e, nel caso della casa degli incursori, anche rappresentare la testimonianza di una pagina importante nella nostra storia e nella storia del nostro Comune.
Innumerevoli furono le loro imprese nel mediterraneo, alcune condotte con successo, altre concluse purtroppo tragicamente. La più importante per valore e significato fu sicuramente l’affondamento di numerose navi inglesi, alla fonda nel porto di Alessandra nel dicembre del 1941, mediante siluri condotti manualmente, i famosi “maiali” o S.L.C. (siluri a lenta corsa) superando sbarramenti e campi minati. Una impresa talmente eccezionale per organizzazione e coraggio che il Sunday Express al tempo titolerà:
“Six men changed the face of the war in one night” (Sei uomini in una notte hanno cambiato la faccia della Guerra).
La missione era condotta dal tenente di vascello Durand De la Penne poiché l’ideatore del siluro e ispiratore delle imprese, Teseo Tesei, era deceduto nel luglio dello stesso anno nel porto di Malta, facendo esplodere volontariamente la carica del suo maiale nel tentativo estremo di aprire un varco fra le maglie metalliche della difesa del porto alle nostre motosiluranti veloci.
“In Bocca, sulla casa che li ospitò, è apposta una lapide in onore di questi uomini coraggiosi, uomini che indipendentemente dall’idea che li ha guidati, sono sicuramente degni di rispetto, il rispetto che si deve sempre a chi sa affrontare le prove della vita con coraggio e dedizione.
Nei loro scritti non appare mai una motivazione prettamente politica, non si loda il capo supremo, ma si parla prevalentemente di affetti e valori, della nostalgia della famiglia, dell’attesa spasmodica della missione mille volte preparata, e altrettante volte rimandata. Vi è una certa grandezza morale in questi uomini, una dedizione assoluta al loro compito, alla missione che è loro affidata che supera il momento storico, li lancia oltre il semplice steccato delle ideologie e li fa diventare eroi, al di fuori del tempo e delle circostanze. Inconsapevoli e fortunati eroi messi dalla parte sbagliata della storia, portatori tuttavia di innegabili valori universali come la dedizione, la lealtà, il coraggio. Sono valori forse obsoleti ma che andrebbero riscoperti e rivalutati nella società di oggi, aggrappata a modelli di comportamento per molti versi antitetici con i nostri piccoli e talvolta ridicoli bisogni, e che ci dovrebbero far riflettere e porre domande sulla vita e sul modo migliore per viverla.”
Tesei scrive nelle ultime lettere prima della missione che si rivelerà suicida:
…occorre che tutto il mondo sappia che ci sono degli italiani che si recano a Malta nel modo più temerario.
Se affonderemo qualche nave o no poco importa; quel che conta è che si sia capaci di saltare in aria con il nostro apparecchio sotto gli occhi degli inglesi,
avremo indicato ai nostri figli e alle future generazioni a prezzo di quali sacrifici si serva il proprio ideale e per quali vie si pervenga al successo.
….alle quattro e mezzo la rete deve saltare e salterà.
.....se sarà tardi spoletterò al minuto.
Così fece e così morì Teseo Tesei.
La casa che lo ospitò con gli altri compagni meriterebbe oggi di essere considerata un patrimonio nazionale, al pari forse degli ideali che li sostenevano e li guidavano nelle loro missioni.