Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
La Torba e la Sabbia
Il più importante giacimento torbiero toscano è quello che si trova nel bacino del Massaciuccoli.
Il permesso di coltivazione della torbiera, ubicata in origine nel comune di Massarosa, fu rilasciato al marchese Ginori Lisci il 24 luglio 1894 e ampliato il 1° marzo 1896.
Il giacimento era stato valutato da 2 a 6 metri di spessore pari a circa un milione di tonnellate.
Inizialmente vi lavoravano un massimo di 28 operai in campagne annuali di 120 giorni per una produzione di 250-500 ton. di torba.
Il modestissimo guadagno fece chiudere l’attività nel 1911 per riprendere durante la prima guerra mondiale, cessare alla fine del conflitto e risorgere con la “Società Torbiere Italia” che aveva avuta la concessione il 20 marzo 1916 per lo sfruttamento industriale della torba.
Il Ministero Lavori Pubblici approvò con DR 25.08.1919 n°1582 la realizzazione di una centrale termica per la razionale utilizzazione dei nostri combustibili fossili.
Torre del Lago avrebbe impiegato la torba del Massaciuccoli per produrre: energia elettrica, solfato di ammonio e catrame.
La Società aveva già comprata la proprietà del lago dal marchese Ginori e ideò una installazione atta a gassificare 100.000 ton. di torba all’anno ricavandone 50.000 ql. di fertilizzante e 50.000 ql. di catrame paraffinato nonché ottenendo come prodotto finale 30 milioni di KWh da vendere agli altiforni di Piombino, ad una centrale di un consorzio di cave e segherie di marmo di Carrara e per l’elettrificazione delle F.S.
L’estensione del bacino risultò poi 100 milioni di mc. pari a 12 milioni di ton. di torba che avevano lo stesso potere di oltre 5 milioni di ton. di carbone.
Le persone che lavorarono alla costruzione dell’impianto erano circa 600 e si pensò pure di estrarre e commercializzare anche la sabbia silicea che si trovava sotto lo strato di torba.
Il primo febbraio 1925 la centrale elettrica di Torre del Lago cominciò a produrre energia elettrica e le persone utilizzate, per solo 150 giorni l’anno, arrivarono a 890 con un impegno massimo di 230 donne.
La Società disponeva di 150 vagoncini per il trasporto della torba, una rete di 4.400 metri di binari, 40 scambi, 60 piattaforme girevoli. Sul lago lavoravano 15 chiatte capaci ognuna di 80 ton. e 3 rimorchiatori ciascuno dei quali faceva 6 o 7 viaggi al giorno. Tutto raccordava alla stazione di Torre del lago della linea Pisa-La Spezia.
Vi era vicino allo stabilimento anche una serie di fabbricati: una centrale ausiliaria, magazzini per scorte d’esercizio e prodotti chimici vari, officina, uffici, gabinetti di analisi, infermeria, cooperativa di generi di consumo, case per operai e impiegati.
Siamo all’agosto del 1927: il giorno 18 la torbiera cessò di funzionare per avere esaurito le scorte.
Le ultime 41.000 tonnellate di torba nei magazzini, caduto il prezzo del solfato ammonico (principale prodotto dello stabilimento) e caduto pure il prezzo dell’energia che era costretta a essere venduta alle F.S., furono trattate con 9.661 ton. di costoso litantrace inglese acquistato allo scopo.
Una delle società costituite dalle Torbiere, la SIAM (Società Industrie Agricole Minerarie) a quel punto iniziò l’estrazione della sabbia dando via ad una seconda vita dell’industria legata al lago.
Qui inizia una storia recente che è durata fino a poco tempo fa ed è quella della SISA (Sabbie Industriali Società Anonima), cambiamento che la primitiva società ebbe nel 1936 ad opera dell’ingegner Gianni Caponi legato alla Isotta Fraschini, che vide nella bianca sabbia del lago una risorsa che andava oltre l’uso che ne era stato fatto fino al momento, quello dell’ausilio nella tagliatura del marmo. Il nuovo utilizzo era per impasti per preparazioni di forme e anime di fonderia, sabbiatura di metalli e leghe leggere, formazione di prodotti in sabbia-cemento, industria del vetro verde, spianatura e levigazione di cristalli, levigazione di mattonelle marmi e impiantiti, nonché l’uso fatto nelle ferrovie per aumentare l’aderenza dei mezzi di trazione.
Ed inizia anche una storia legata al nostro territorio e al nostro comune: l’apertura della linea di navigazione interna Vecchiano-Viareggio.
Per la verità tale linea di navigazione era stata ufficialmente istituita da una Commissione del Ministero dei Lavori pubblici con un disegno di legge 02.01.1910 n.9 e da Vecchiano utilizzava 2.600 metri del fosso Barra, 2.350 m. del fosso Baretta, traversata del lago di 2.700 metri, canale Malfante per 3.950 m., canale Le Venti per 1.190 m., un tratto del Burlamacca di 2.160 per arrivare nel porto-canale di Viareggio.
Ora tutto è solo un ricordo, ma non solo del lavoro... un altro!