Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
All'attenzione della stampa e delle emittenti televisive locali:
L’ALTRA SAN GIULIANO SUGLI SPAZI SOCIALI (INESISTENTI) A SAN GIULIANO TERME
Correvano gli anni 2004-2007 e noi eravamo ancora in giunta. L’amministrazione comunale, su impegno anche del nostro candidato a sindaco Luca Barbuti, acquisisce o meglio torna in possesso per una cifra di circa 150.000 € dell'immobile distante pochi metri dalla palestra della Nuova Polisportiva Molinese. Il progetto era quello di destinarlo alle generazioni per cui era stato costruito, ai fondatori e volontari della Polisportiva Molinese: ai giovani delle frazioni del lungomonte, magari con una gestione partecipata dalle associazioni e dalle realtà locali, per farlo diventare un centro di aggregazione sociale.
A distanza di 10 anni lo stabile è recintato, abbandonato all’incuria, grigio, senza alcuna funzione sociale e con tutti i finanziamenti già intercettati in quel periodo andati persi. Si intrecciano qui due questioni, una delle quali abbiamo già sollevato nei giorni precedenti: perché costruire e consumare suolo quando esistono ancora luoghi del genere da ristrutturare da cima a fondo? E poi, perché nel 2014 non esistono ancora centri di aggregazione giovanile e non nel nostro territorio?
Diventare paladini dei\delle giovani a ridosso delle elezioni dicendo “più giovani in Consiglio comunale” o “spazio ai giovani” è troppo facile se non si hanno soluzioni vere e proprie a una questione che a San Giuliano passa come scontata. Noi de L’altra San Giuliano non ci limitiamo a slogan. Vogliamo ribadire e sottolineare innanzitutto la mancanza di un centro di aggregazione (malgrado le possibilità ci siano) che possa porre rimedio a quella distanza fisica che noi tutti sangiulianesi, giovani e non (vista anche la vergognosa situazione nella quale versano i trasporti pubblici), ci troviamo costrett* ad affrontare quotidianamente. Averne uno significherebbe creare socialità e comunità. Concetti che passano inosservati ma che in realtà, nella loro mancanza, si fanno sentire sempre di più in una comunità di giovani disgregata da anni di inesistenti politiche a loro favore.