“Risoluzione di problemi storici del territorio pisano-versiliese ed ottenimento di prestigiosi riconoscimenti internazionali”.
 Lunardi interviene sulla gestione del Parco di Migliarino
 San Rossore Massaciuccoli
 
Ho già avuto modo di dichiarare la mia piena fiducia nell'operato degli organi inquirenti che stanno indagando su fatti specifici della gestione dell'Ente Parco e di ribadire l'auspicio a coloro che sono chiamati in causa di chiarire al riguardo la loro posizione.
Come ex Presidente, (che non ha poteri di gestione, ma solo di indirizzo politico), leggendo alcuni articoli di stampa, rivendico che, dopo decenni di vana attesa e di inutili polemiche, l'Ente Parco, durante la mia presidenza, ha sviluppato e concluso la fondamentale valutazione di impatto ambientale del Porto di Marina, del recupero delle colonie di Calambrone, della costruzione del teatro pucciniano a Torre del Lago, della nuova pista dell'Ippodromo di San Rossore, la cui importanza sul bilancio dell'ippica pisana, in un quadro nazionale estremamente negativo, è stato anche di recente sottolineato dai vertici dell'Alfea.

Vanno ricordati, poi, i lavori di restauro della Brilla a Massaciuccoli ed i tanti recuperi ambientali che hanno rinaturalizzato gli ambiti dunali, favorendo anche la riqualificazione dei servizi balneari del litorale pisano e viareggino e gli interventi naturalistici, che hanno aperto a “tutti” le Riserve del Chiarone, della Macchia Lucchese e della Cornacchiaia.
E veniamo agli investimenti sulla Tenuta di San Rossore, per la quale lo Stato Italiano, con la legge di trasferimento di San Rossore alla Regione Toscana, ha assegnato 2 milioni di euro annui per il recupero dei fabbricati e dei beni della Tenuta. Sono stati investiti circa 15 milioni di euro con i quali sono stati recuperati: il palazzo degli Stalloni, oggi sede del Parco (prima la sede era sull'Aurelia pagando l'affitto), la Sala Gronchi, la Giraffa, la Pineta, il Circolo delle Cacce oggi circolo ricreativo, Piaggerta, la Lavanderia, il Ponte alle Trombe, la Villa del Gombo, la Sterpaia foresteria; è stato riattivato il depuratore, si è proceduto alla sistemazione della estesa viabilità della Tenuta, sono stati concretizzati il piano forestale della Tenuta ed il piano di controllo degli ungulati.
E' ben noto che gli immobili della Tenuta sono pervenuti alla Regione e poi alla gestione del Parco in totale stato di abbandono e si può affermare, senza timore di essere smentiti,  che la maggior parte degli immobili sono stati tolti dal degrado e dalla rovina, con l' attuazione di progetti di restauro e rifunzionalizzazione compatibile, nel pieno rispetto della disciplina dei beni culturali.

Per quanto riguarda, poi, gli ormai famosi 8 milioni di euro nelle casse del Parco, in parte vincolati dalla precedente Amministrazione regionale, si tratta di un “tesoretto” da spendere per recuperare altri fabbricati in base ai progetti già programmati o in altri interventi, se ritenuti più utili e più proficui. Non si tratta, tra l'altro, di un dato sconosciuto, tanto è vero che esso è riportato in modo trasparente nel bilancio consuntivo del 2010, approvato dal Consiglio Direttivo del Parco, dalla Comunità, dal Collegio dei Revisori e, infine, dal Consiglio Regionale della Toscana. Ad ogni buon conto, dall'inizio del 2011 sono stato eletto sindaco di Vecchiano, per cui non sono titolato a rispondere (politicamente, sia chiaro) delle vicende successive. Per quanto concerne, in ultimo, la vicenda della spiaggia dei dipendenti di San Rossore, essa, come è universalmente noto, risale a tempi assai lontani, nei quali non era il Parco a gestire la Tenuta di San Rossore. In ogni caso, va rimarcato che, da diversi anni, a differenza del passato, è stato consentito di frequentare il lido a moltissimi anziani e ragazzi sotto la gestione della Società della Salute dell'Area Pisana, per cui chi, oggi, si scandalizza lo fa, per motivi non comprensibili, a scoppio ritardato, arrivando davvero dopo tempo massimo.

 
Vorrei solo aggiungere che nel periodo in cui sono stato Presidente, l’Ente Parco, grazie al prezioso lavoro svolto dai suoi uffici, ha ottenuto, proprio in ragione della cura con la quale è stato gestito e conservato il patrimonio naturale, il riconoscimento come “Riserva della Biosfera”  dell’UNESCO, ha conseguito il Diploma Europeo delle Aree Protette ed è stato inserito fra le aree umide di valenza mondiale, ai sensi della Convenzione di Ramsar, dopo una approfondita istruttoria effettuata in tale periodo dall’Ente Parco congiuntamente alla Regione Toscana, di recente formalizzata con decreto istitutivo del Ministero dell’Ambiente.

E scusate se è poco.