Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Il cimitero di Migliarino è un luogo ameno, stupendo. In una giornata primaverile, dal cielo azzurro percorso sa nuvole bianche, riesci a vedere in lontananza le Apuane mentre il vento sposta dolcemente l'erba dell'argine.
Accanto c'è il Serchio, il nostro fiume finalmente dalle acque verde bottiglia. E tutto intorno i campi coltivati e la Baldinacca nelle vicinanze. Il nostro custode ha il senso della bellezza e tiene il cimitero come un giardino, profumato ed accogliente. “Andare alle Pratavecchie” è certamente un sospiro di rassegnazione e di addio alla vita terrena ma per il resto è altresì un luogo di consolazione. D'altronde per un “migliarinese” questo “paese ed i suoi luoghi sono sempre unici”, come mi diceva una delle tre “belle” donne che insieme mi hanno esposto un po' del loro cuore in un giorno che rimarrà nei nostri ricordi, per la complicità che sempre si crea fra le donne, quando lo vogliono. Noi siamo state fortunate, non abbiamo mariti “terribili” che ci hanno uccise o avvelenato troppo la vita. Forse non lo permetteremmo, cercheremmo anche di difendere la “sorella” dal macello. Forse.
Tutto questo per parlarvi di un libro particolare, che ricalca un po' “L'antologia di Spoon River” di Masters. E' “Ferite a morte” della Dandini. Dentro ci sono le donne, quelle uccise dagli uomini (d'altronde anche gli uomini vengono uccisi! Non lo dite, non davanti a me!) di tutto il mondo, con le stesse identiche motivazioni: il possesso. Parlano di sé come se si vedessero dall' “alto” di un altro luogo, con ironia, rassegnazione, senso di colpa. Non Marie, che il suo carnefice lo guarda spietatamente: io ero troppo per te. E mentre si consola ascoltando ancora la ninna nanna che Antonio Tabucchi le ha cantato sottovoce al suo funerale, per farla addormentare dolcemente, per dirle ancora, a lei e al mondo, che tutti gli uomini non sono uguali, ebbene glielo dice senza odio al suo “amore” sopravvalutato. Così io sarò per sempre bella, mentre tu invecchierai da solo senza nessun talento.
In uno stato di diritto, in una democrazia “civile” i cittadini devono essere tutelati, tutti.
Una madre non può, non deve vedersi ammazzare la figlia da chi pensa che sia una “cosa” di sua proprietà.
Le persone non appartengono a nessuno se non a se stesse. Ma qualcuno sappia che basta una madre che guardi l'uomo che vuole uccidere la figlia e gli dica “Vai a comprarti per primo la bara”, perché la disperazione diventi barbarie e non ci sia più ritorno dalla legge dell'odio. Pensateci.
Sei come una figlia che non cade,
le tue bellezze non cadono mai.
Sei come l'era tenerissima, quando cresci diventi bellina
Sei come l'erba tenerella, quando cresci diventi più bella.
Antonio, a mezza bocca, la fa ancora “veleggiare” sul Père Lachaise.