Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
A parte la mano da orefice incisore orologiaio ginecologo pianista mancato, uno strano strumento lo so usare anch’io.
Già, perché quel ricciolo nero è stato per lungo tempo uno strumento medicale ormai doverosamente abbandonato.
Quanti di Voi lo conoscono e lo hanno toccato?
Amico Meghe non mi riferisco a te!
L’ho trovato, o meglio ritrovata, in un fossetto di scolo vicino casa e la curiosità mi ha spinto ad “adottarla” e farla conoscere ai nipoti.
Dopo il primo morso alla mia manina, dove l’incosciente animaletto ci ha rimesso uno dei tre denti, il proteiforme si è sbizzarrito in contorsioni, giravolte, allungamenti e restringimenti che hanno meravigliato i familiari:
la moglie: trugolo!
la nuora: bambini non lo toccate!
il figlio: babbo fai schifo!
i nipoti: nonno ti ha fatto male? Posso prenderlo anch’io?
E così la Mignatta della Storrigiana, da non confondere con le mignotte della Traversagna, ora è in attesa del suo pasto semestrale con il suo incredibile metabolismo e mi sa tanto che se non trova uno sventato padulaio a gambe nude nel fosso, cosa improbabilissima, dovrò farmi fare un salassetto, tanto di sangue ce ne ho in abbondanza!
p.s - ma lo sapete che nei tempi passati c’erano delle povere persone che di mestiere facevano i “mignattai”?
Secondo me o erano orfani o vedovi data la repulsione che le donne hanno per le Sanguisughe!