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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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Migranti

15/5/2014 - 7:45


Apre presto il cantiere e già dall’alba i lavoratori extracomunitari sono all’opera.
Un secolo fa una grande donna insegnante, scrittrice, poetessa ribelle, scrisse questi versi per loro:


O rondine, che torni d’oltremare,
mi presti l’ali tue sì belle e nere?
Per tutta la mia terra voglio andare
le cento sue città voglio vedere
e quando la mia terra avrò veduto
ti renderò le alucce di velluto.

 

Si chiamava Arpalice, donna che sapeva  ben come si dice, ma io mi chiamo Umberto, che se ‘un parlo male ‘un mi diverto, e io le vedo così:


“Mamma dimmi, perché son tutta nera?”
“Zitta e mangia sennò ci si fa sera!”
“Ma’, dice babbo, e sse lo dice è certo,
che si ritorna a casa ner deserto.
Ma gliè per ‘un piglià’ ‘varche sassata
che mi portate ‘ndove sono nata?”


“Te siei nata ‘n terra der pisano,
semo no’ che si viene da lontano,
ma, giunto ‘r mese ‘vando er  fïo pende,
bisogna lascià’ casa e llevà’ tende,
si torna ner paese tanto amato,
quello ‘he dar seccume è marsagrato.

 

“Ma’, perché ‘ndella tèra der mi’ nonno
‘un ci van tutte ‘velle ch’arivónno?”

“Loro san già, e Ddio l’abbia ‘n groria,
--Anno novo fa nòva sanatoria--.
Sbrigati su, ch’è ll’ora delle ’órse,
che ‘velle son sïure, ‘un sono un forse”.

 

“Ma’ ho fifa! Perché si ‘óre sòdo?
Attenta, attenta e guid’ un po’ più ammòdo!
Son piccinina e son di primo pelo,
oh, bada ‘r càmioo! … E c’è mancato un velo!”
“Ma vòi mette la ‘òsa sur carmìno?
Bimba ‘vesta è lla sfida der destino.


S’un córi ‘un mangi ‘r primo nè ‘r contorno,
la lotta è sulla strada e ’n ogni giorno.
Te viemmi dietro e fai tutto ‘omme mme,
apri bocca solo se vòi fa’ tumé!”
“Mamma è lontana l’Affrïa? Ciò ‘n limïo!!”
“Tee? Vola vai…. rondinottino mio!”

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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

15/5/2014 - 10:02

AUTORE:
Puffo

Siamo tutti di passaggio
sulla terra. l viaggio
è duro e di inciampi pieno.
Tra nuvolo e sereno
il tempo passa
veloce e lento,
ma se finisse il tormento
di accumulà ricchezza,
la vita sarebbe guasi na' certezza!