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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Migranti

15/5/2014 - 7:45


Apre presto il cantiere e già dall’alba i lavoratori extracomunitari sono all’opera.
Un secolo fa una grande donna insegnante, scrittrice, poetessa ribelle, scrisse questi versi per loro:


O rondine, che torni d’oltremare,
mi presti l’ali tue sì belle e nere?
Per tutta la mia terra voglio andare
le cento sue città voglio vedere
e quando la mia terra avrò veduto
ti renderò le alucce di velluto.

 

Si chiamava Arpalice, donna che sapeva  ben come si dice, ma io mi chiamo Umberto, che se ‘un parlo male ‘un mi diverto, e io le vedo così:


“Mamma dimmi, perché son tutta nera?”
“Zitta e mangia sennò ci si fa sera!”
“Ma’, dice babbo, e sse lo dice è certo,
che si ritorna a casa ner deserto.
Ma gliè per ‘un piglià’ ‘varche sassata
che mi portate ‘ndove sono nata?”


“Te siei nata ‘n terra der pisano,
semo no’ che si viene da lontano,
ma, giunto ‘r mese ‘vando er  fïo pende,
bisogna lascià’ casa e llevà’ tende,
si torna ner paese tanto amato,
quello ‘he dar seccume è marsagrato.

 

“Ma’, perché ‘ndella tèra der mi’ nonno
‘un ci van tutte ‘velle ch’arivónno?”

“Loro san già, e Ddio l’abbia ‘n groria,
--Anno novo fa nòva sanatoria--.
Sbrigati su, ch’è ll’ora delle ’órse,
che ‘velle son sïure, ‘un sono un forse”.

 

“Ma’ ho fifa! Perché si ‘óre sòdo?
Attenta, attenta e guid’ un po’ più ammòdo!
Son piccinina e son di primo pelo,
oh, bada ‘r càmioo! … E c’è mancato un velo!”
“Ma vòi mette la ‘òsa sur carmìno?
Bimba ‘vesta è lla sfida der destino.


S’un córi ‘un mangi ‘r primo nè ‘r contorno,
la lotta è sulla strada e ’n ogni giorno.
Te viemmi dietro e fai tutto ‘omme mme,
apri bocca solo se vòi fa’ tumé!”
“Mamma è lontana l’Affrïa? Ciò ‘n limïo!!”
“Tee? Vola vai…. rondinottino mio!”

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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

15/5/2014 - 10:02

AUTORE:
Puffo

Siamo tutti di passaggio
sulla terra. l viaggio
è duro e di inciampi pieno.
Tra nuvolo e sereno
il tempo passa
veloce e lento,
ma se finisse il tormento
di accumulà ricchezza,
la vita sarebbe guasi na' certezza!