none_o


Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Arabia Saudita
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
Dalla pagina di Elena Giordano
none_a
storie Vere :Matteo Grimaldi
none_a
Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
none_o
SALENTA-MENTE
di Madamadorè

18/5/2014 - 19:48

La mia faccia, ma anche quella dei compagni di questa avventura di maggio, non smette di sorridere per la piacevolezza di questo incontro e il mio cervello continua a pensare a mille cose che si potrebbero fare…è l’effetto ciambella col buco e con il Sale-nto ( dice Umberto), è l’effetto Melpignano.
Melpignano è un piccolo comune del Salento dove, dice Monia, puoi scegliere tra due mari,  in base alla direzione del vento puoi scegliere dove andare e trovare acque calme, due mari per scegliere se guardare l’alba o il tramonto.


A Mepignano vive un sindaco Ivan Stomeo, con una faccia da brava persona, una voce calda e appassionata, che racconta quello che fa, ogni tanto lo guardo e cerco di scoprire dove tiene il mantello da supereroe, mi aspetto che dal risvolto della camicia si intraveda una esse di superman e invece no, quello che colpisce è che è uno di noi… niente magie e niente superpoteri…dice lui…
Mentre camminiamo per i sentieri di Bocca di Serchio mi dice che si sente sereno e tranquillo perché quello che fa lo fa con coscienza, correttamente, lo fa per costruire qualcosa

Mi dice che per fare bene il sindaco occorre stare connessi, essere in rete, trovare modi per aiutarsi, non aver paura di copiare cose che altri hanno già fatto, adattandole alla propria realtà.

Mi racconta che l’esperienza che sta facendo come Presidente dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia lo sta arricchendo moltissimo, gli sta facendo conoscere pezzi d’Italia bellissimi, come oggi qui da noi, l’unica cosa che lo rattrista è lo spazio sottratto alla famiglia e ai suoi figli. Infatti, dice, dovrò tornare a trovarvi con loro.


Melpignano è il comune della notte della Taranta. Un evento internazionale che descrive come metafora dei tempi che stiamo vivendo. La notte della Taranta è una festa di musica popolare,  e se diciamo pizzica pensiamo al Salento, ma è anche un mischiarsi e fondere musiche diverse senza perdersi o sperdersi, ma mantenendo la propria identità.
Ivan racconta che la caduta del muro di Berlino fa cambiare il Salento, che da terra spaccata dal sole e dalla solitudine, diventa porta d’oriente, crocevia di popoli, mescolanza di culture e di musica.


Ma Ivan non è stato invitato solo e soltanto a parlare della meravigliosa notte della Taranta, ci deve raccontare dei tanti semi che a Melpignano germogliano e crescono rigogliosi. 

Semi che attecchiscono perché c’è una comunità sana e ben intenzionata a farsi protagonista, sia che si tratti di allestire pannelli fotovoltaici sui tetti delle proprie case, sia che si parli di case dell’acqua del sindaco, o di gestire servizi come la mensa della scuola.

Tutto nasce dall’idea di attivare una cooperativa di comunità, uno strumento che mette al centro dello sviluppo il cittadino e la sua partecipazione. Dice che la politica con la P maiuscola non esiste, quella che esiste è la politica del quotidiano fare e governare, non da solo, ma una comunità, con la comunità e per la comunità.


Dal 1995 a Melpignano ogni volta che nasce un bambino si va in ospedale a trovare i genitori con un mazzo di fiori, un biglietto di benvenuto e un regalo per il piccolo nato, un libro di fiabe scritte dai bambini e bambine delle scuole del comune. Un modo, diventato un rito simbolico per dare il benvenuto al nuovo arrivato, per fargli posto nella comunità che lo accoglierà. Una nascita non è un fatto privato, ma un evento sociale e come tale viene vissuto e rappresentato.


Ci racconta del progetto su “la Comunità di cambiamento”, uno spazio istituzionalizzato, un luogo di incontro e di ascolto, di elaborazione e partecipazione propositiva su temi e scelte da attuare per innalzare il livello di benessere della comunità, per costruire e dar gambe ad un progetto sulla felicità di una comunità, della Scuola di Paesologia, una 3 giorni per osservare, ripensare  e raccontare come vivere diversamente i luoghi amati e imparare a valorizzarli, del progetto legato alla costruzione di una comunità ospitale, che parla di un turismo diversamente sentito, dove il visitatore diventa un cittadino temporaneo.


A parlare con Ivan si fa il pieno di buone notizie, riesce a disegnare e a farti vedere un cielo pieno di arcobaleni, lui non guarda la punta delle sue scarpe, guarda avanti, più in là, ma senza oltrepassarti, anzi il suo sguardo ti include, perché nasce dal presente.


Più ci parli e più si fa forte la tentazione di osservarlo per carpire il segreto di tanta fantasia, di tanta curiosità, di tanto intuito. Continui a parlarci e capisci che “quando le formiche uniscono le loro forze possono trasportare un elefante”, che la sua forza deriva dall’aver saputo tessere reti tridimensionali e sociali.


Più ci parli e più capisci che quella politica del quotidiano e delle piccole cose di cui parla è una forza moltiplicatrice di speranza e di fiducia in se stessi e negli altri. Speranza e fiducia che danno senso alle azioni di resistenza contro tutto quello che non va. Quella resistenza che consente ad una lampadina di fare luce, ad un ferro da stiro di scaldare e diventare utile ad uno scopo… quello del “benstare” di una comunità.


E’ generoso Ivan,  risponde alle domande e si racconta, ascolta …mentre gusta la zuppa di Nodica, la torta coi bischeri di Maria Pia, la pasta fritta della Luisa…
E’ generosa Monia che con Michela e Massimiliano ci ha trascinato nel vortice della pizzica... ho esagerato, loro ci hanno tentato, ma noi siamo rimasti fermi, inchiodati sulle sedie, troppo rapiti dalle mosse di questa danza che lancia messaggi di corteggiamento, di legami che si intrecciano…c’è voluto Walter per convincere tutti, ma davvero tutti a fare un gran ballo finale …le mai si sono intrecciate e le gambe…pure, ma insomma ce la siamo cavata tra tante risate.


Questo incontro col Salento ci lascia un sapore buono in bocca, ci siamo regalati un buon pranzo a Marina di Vecchiano, ma abbiamo anche delle belle immagini negli occhi, perché guardare i nostri luoghi con gli occhi di un forestiero ti aiuta a vederli diversamente, la vecchia quercia, gli alberi amanti, le lame, Bocca di Serchio…abbiamo idee nuove mescolate alle nostre…un po’ di emozione nelle mani che si stringono per congedarsi, che poi si lasciano andare e si trasformano in abbracci stretti e un po’ prolungati come per trattenere tracce  e profumo di questo incontro.


Si sa partenze e arrivi son sempre emotivamente faticosi, ma in mezzo scorre una buona energia.
 
Tornate? Ma si, forse questa volta veniamo noi…a rivederci.

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

19/5/2014 - 16:24

AUTORE:
Monia

Un’esperienza, quella di un fine settimana a Migliarino, che mi ha riportato indietro negli anni, quando insieme a pochi altri, si iniziava a portare fuori dai confini geografici del Salento quella che ne era la tradizione più importante e allo stesso tempo la più dimenticata, la pizzica, la musica delle tarantate, quella che fino ad allora era la musica della miseria. Devo ringraziare per questo Ivan, una persona speciale, che ho incrociato sul mio cammino un po’ di anni fa, quando ancora non era sindaco, ma aveva già l’energia e la positività che lo contraddistinguono. Sono contenta e onorata di aver potuto condividere questa esperienza, fa bene all’ anima incontrare persone nuove, belle persone, quelle vere, che combattono per i luoghi ai quali appartengono e quei luoghi te li sanno raccontare non solo con le parole, ma con il cuore. Ci avete permesso di compiere un viaggio emozionale attraverso la storia e la natura. Sentire quello che portate avanti, sapere dei vostri progetti, mi ha fatto comprendere che ovunque si vada c’è sempre chi non si rassegna al “ tanto è stato sempre così”, e ha voglia di cambiamento. Una volontà di crescita e di riscatto che ci accomuna, al di là delle distanze geografiche e culturali.
Ritengo che bisogna partire dalla trasformazione della sensibilità individuale e creare sempre più momenti di confronto e di dialogo come quelli appena trascorsi. Ognuno di noi ha una bella storia da raccontare e ognuno di noi si può arricchire solo attraverso la condivisione di posti,emozioni,musica, storia, tradizione, cultura e anche cibo e buon vino.
Ringrazio di cuore Mina, Umberto, Bruno, Walter, Serena, sperando di ricambiare e farvi emozionare nel nostro amato Salento. Ringrazio i miei compagni di danza Michela e Massimiliano e un grazie speciale a Ivan, che io scherzosamente continuo a dire di voler clonare, ma sono sicura di non essere la sola.

19/5/2014 - 9:49

AUTORE:
P.G_

Sì, è vero, e bello incontrare gente in gamba, personaggi positivi in questo nostro paese dominato da arresti quotidiani di delinquenti, politici e corrotti. Ci fanno capire che insieme a costoro ci sono migliaia, milioni di persone che ogni giorno fanno il loro dovere, si occupano degli altri, siano questi sindaci di comuni che amministrano il loro territorio o volontari di associazioni che distribuiscono cibo in eccesso ai più bisognosi.
Un'Italia diversa da quella televisiva, ma che fortunatamente esiste e lavora molto, troppo spesso nel silenzio dei media.
Il sindaco che abbiamo conosciuto ieri fa parte di quella sparuta schiera di personaggi insieme semplici e modesti ma fondamentali per la nostra rinascita come paese e come comunità.
Forse ha trovato condizioni favorevoli in una popolazione preparata e attenta (che può sembrare rare per il sud ma che invece non lo è) un comune di dimensioni modeste, poco più di 2000 abitanti, dove è più facile essere uniti e parlarsi. Ma sta di fatto che un paese piatto, assolato, senza bellezze naturali o storiche, senza attrattive turistiche è diventato un modello di efficienza e di buona politica.
Di fronte e a tutto questo il nostro stato d'animo passa da un grande rispetto ed una grande ammirazione (unità alla gioia dello stare insieme e diventare amici di personaggi così stimolanti) ad una grande amarezza, quella di essere così immobili, della nostra mancanza di fantasia, di iniziative, di coraggio.
Di fronte al nostro mare, alla nostra Bocca di Serchio, a quanto abbiamo di bello nasce prepotente il dispiacere di non aver saputo approfittare di tanto bello, di non averlo saputo valorizzare appieno, di non renderci ancora completamente conto della nostra fortuna.
E insieme di quanto poco abbiamo fatto negli anni per innovare la nostra politica, per osare.
Non abbiamo mai osato ed ora ci trasciniamo mentre altri comuni, con meno possibilità, brillano per iniziative prese con e per i cittadini, per il loro vivere nella comunità, per il loro benessere se non vogliamo parlare di felicità. Dall'accoglienza alla nascita, alla creazione di posti di lavoro locali, alle decisioni condivise, non solo del Piano Urbanistico ma anche di cose che appaiono di minore importanza come l'illuminazione della piazza principale del paese. Una cosa piccola forse, ma che ti fa sentire partecipe, che ti sposta dalla parte del fare e non del subire.
Siamo stati contenti della loro presenza, che ci conforta, ma molto invidiosi del loro mondo. Forse non sarà finita qui e quel legame sottile che si è formato potrebbe anche diventare più solido.
C'è lo siamo detti e da parte nostra cercheremo di rispettare l'impegno.