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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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Una casa nel Bosco
di Trilussa

25/5/2014 - 17:55





C’è una casa nel bosco e sarà un’Accademia.
Nel Parco di Migliarino un Centro sulle Foreste.


Purtroppo non è notizia di oggi ma il titolo di un articolo del 2007 a firma Mara Amorevoli pubblicato su un giornale a tiratura nazionale. Nel lungo articolo si ripercorre la storia della pineta: “un parco di tremila ettari, duemila di pineta e mille di terreno coltivato” .  


La pineta fu fatta piantare da Scipione Borghese Salviati tra il 1854 e il 1884 facendo bonificare la palude e creando anche un’Azienda Agricola  che dava lavoro a 800 persone.

Sul viale dei Pini nacque un vero villaggio industriale tuttora presente sia pure in non buone condizioni con la Tabaccaia, la Pinolaia, la Mandria, i Magazzini, le varie abitazioni e perfino un cinema.

 

Francesca Centurione Scotto (la proprietaria –ndr) mostra gli immobili, un tempo in piena efficienza. Il progetto di restauro conservativo dei vari corpi è pronto, prevede finanziamenti per 30 milioni di euro per ospitare negli edifici atelier per artisti, musicisti, poeti e antropologi, per avviare attività che ruotino attorno ai temi degli alberi e della natura, oltre a strutture ricettive e un centro visite.
Coinvolgeremo anche i bambini, come già abbiamo fatto in questi due anni di attività dei laboratori sul bosco” prosegue Paola Boschieri (sorella e collaboratrice di Francesca-ndr) antropologa e organizzatrice culturale del progetto del centro culturale internazionale.
Lo vorremmo chiamare “Il Bosco”, o “I Selvatici”, oppure “Il Bosco dei Selvatici”,la pineta resta lì, come un fondale marino da scoprire, da conoscere attraverso itinerari, letture poetiche, teatro, musica, temi che i vari artisti avranno il compito di affrontare e comunicare, perché il mito è racconto-prosegue Francesca Centurione Scotto- un patrimonio verde da salvaguardare come una cattedrale antica. Preferisco parlare di culturismi più che di agroturismi, di luoghi aperti all’arte, di laboratori di conoscenza


Eppure la tenuta appare un po’ come un’isola, un luogo da sogno immerso nel selvatico e nel silenzio del bosco. Intorno corre la strada asfaltata che porta a marina di Vecchiano, ai grandi parcheggi inaugurati lo scorso anno sul mare che “hanno tagliato di netto le dune del parco”, allo stradone asfaltato che come un’autostrada corre parallelo al mare “dove ad agosto hanno registrato 15mila presenze, dove sono state allestiti tre stabilimenti balneari sul modello di Viareggio- precisa Centurione Scotto- nonostante sia territorio del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli”.


E’ c’è chi lamenta che a sera, spariti i vacanzieri, quei parcheggi recintati sul mare e controllati fino al tramonto, diventino zone franche per la prostituzione. Mentre un altro progetto del comune di Vecchiano si profila all’orizzonte e prevede tra i campi di Migliarino, all’uscita dell’autostrada, un mega centro commerciale con vari outlet e un grande magazzino Ikea.


Il posto dell’utopia sembra accerchiato. E non è uno spettacolo edificante percorrere i suoi confini, lungo la strada verso il mare, per scoprire i mucchi di immondizia lungo il recinto sfondato e aperto in più punti. Altro che selva oscura, lì intorno. “Ecco noi vogliamo offrire un’alternativa a chi non vuole correre, consumare e correre sempre. Il concetto è fermarsi, ascoltare, stare in mezzo alla natura” si infervora Francesca Centurione Scotto.”


Questo è un articolo su doppia pagina di La Repubblica del 2007.
 
Nessuno si ricorda più di questo progetto, e nemmeno sappiamo perché  e dove si sia arenato, cosa poi non abbia funzionato.  Certamente il progetto era importante e appare come un’opportunità perduta, un’occasione non sfruttata, forse un effetto collaterale della stessa Ikea che lasciava poco spazio nella testa della gente e degli amministratori pubblici di quegli anni.


E’ stata persa l’occasione non solo di un progetto diverso ma anche di una visione diversa dello sviluppo del nostro territorio, del valore del bosco e della natura, dell’importanza della cultura per il riscatto di un modo diverso di vivere, “per chi non vuole correre, consumare e correre sempre”.


Un centro culturale con annessi  alloggi, botteghe, artigianato, ristorazione locale, spettacoli, musica, teatro, un progetto già avviato sulla carta con la previsione di un finanziamento privato di 30 milioni di euro. Un progetto mancato, ritornato nel cassetto e forse smarrito per sempre.


Non sappiamo se sono mancate le volontà, i fondi, forse anche il coraggio di andare controcorrente ad un tipo di sviluppo di massa portato oramai avanti negli anni dalle diverse Amministrazioni, quello dei parcheggi, delle auto, del mare e della spiaggia come unico valore da utilizzare per creare lavoro occupazione e sviluppo.

 

O forse è mancata una precisa volontà anche da parte della proprietà. Sicuramente non si è lavorato al progetto con quella decisione che permettesse di farlo andare a buon fine ed oggi fa tristezza vedere le ferite che vengono continuamnete inferte al nostro territorio: il taglio indiscriminato del bosco (o almeno ad una velocità incompatibile, a mio giudizio, con il mantenimento del paesaggio), la decadenza strutturale dei grandi edifici de La Mandria con gli spazi esterni destinati a deposito di piccole imprese (un salotto trasformato in uno sgabuzzino), le solite villette a schiera, i parcheggi sempre più grandi, l’inamovibile poligono di tiro. Stiamo perdendo in bellezza, monetizziamo il paesaggio, svalutiamo un territorio straordinario ricavandone solo un piccolo prezzo. Vale per l'Amministrazione ma vale anche per la Proprietà.


Il progetto Salviati al tempo poteva anche essere la migliore risposta alla proposta Ikea, quella che univa opportunità di sviluppo con l’orgoglio di destinare il nostro territorio ad attività non solo culturalmente più significative ma anche più interessanti dal punto di vista occupazionale.


Forse non siamo più in tempo, forse quel nobile e lungimirante progetto è perduto per sempre, ma rimane la consapevolezza che la strada sia quella e prima o poi si capirà, se non sarà troppo tardi, che quello che abbiamo è un ambiente e un territorio prezioso e varrebbe la pena tentare di utilizzarlo in una maniera più intelligente e soprattutto più produttiva.


Abbiamo esempi virtuosi di come si può far rendere molto il poco che abbiamo, esempi lontani (Melpignano nel Salento con il suo sindaco l'esempio più recente).

Più vicino abbiamo invece esempi di come far rendere poco il molto che abbiamo.

 

FOTO. Gli edifici della Mandria, dove doveva sorgere l'Accademia

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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

9/3/2016 - 19:43

AUTORE:
Osservatore 3

Poteva essere questa invece di pensare all'insediamento Ikea. I posti di lavoro ci sarebbero stati e con una retribuzione (e diritti) sicuramente migliori di quelli della multinazionale svedese.