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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
SEGNI e SOGNI: Daniela Sandoni
RITRATTO D’ARTISTA GIORGIO GIANNETTI

28/5/2014 - 22:50


 
 
 

 
 
 


 
 
            Su richiesta dell’artista che preferisce definirsi solo un pittore che lavora su commissione, non fornisco note biografiche.
           
            L’incontro si è svolto a Molina di Quosa, il paese in cui Giorgio vive, presso “Il Magazzino di Antonio”, negozio di antiquariato che Antonio Battistoni, amante dell’arte, mette a disposizione degli artisti per esporre le loro opere. In questo spazio elegante e raccolto abbiamo trascorso alcune piacevolissime ore durante le quali mi ha raccontato di sé e del suo lavoro, con passione ed umiltà.
Ci eravamo già conosciuti nel corso di un’esibizione di pittura ed avevamo già parlato molto d’arte e di pratica pittorica; egli era stato generoso nei miei confronti, mettendomi a conoscenza delle sue esperienze tecniche, di quei “segreti preziosi” conseguiti con l’accumulo di ore ed ore di lavoro che spesso gli artisti preferiscono tenere per se. L’occasione di questa intervista mi ha dato l’opportunità di conoscere più a fondo le qualità  tecniche ed umane di questo maestro e potere così comprendere meglio il suo percorso artistico. La sua creatività è poliedrica, egli si esprime attraverso:
- la pittura (realizza principalmente ritratti su commissione di impeccabile fattura classica, spesso arricchiti da inserti architettonici o surreali che rendono queste opere di inconfondibile personalità);
- la musica (compone e suona canzoni alla chitarra);
- la scultura (crea con materiali polimorfi opere originali tra le quali anche un pianoforte a coda perfettamente funzionante!);
- la scrittura (sta revisionando la stesura finale di un romanzo fantasy che aveva meritato l’approvazione e l’incoraggiamento di Romano Battaglia).
Ma il suo estro si manifesta anche tramite quelle che comunemente vengono definite “caratteristiche umane” proprie di tutti i veri artisti e che sono: l’umiltà, la malinconia e, oso un termine lusitano, la saudade.


            Il primo riferimento aderisce perfettamente alle sensazioni che mi hanno trasmesso sia l’uomo che le sue opere; infatti parlando con me non ha mai esaltato il proprio valore né i propri meriti, mostrandosi invece sempre consapevole dei propri limiti e capace di afferrare ed esprimere le proprie emozioni ed i propri sentimenti in maniera inedita, con un impulso empatico che si dice sia tipico ed  inequivocabile degli artisti più che della gente comune.

La seconda emozione trasmessami è stata la malinconia (atteggiamento interiore che il grande scrittore francese Victor Hugo definiva come “la gioia di sentirsi tristi” e che al giorno d’oggi viene intesa anche come il desiderio profondo  di qualcosa che non si è mai avuto, ma di cui si sente dolorosamente la mancanza, per cui la persona malinconica è silenziosa, fantasiosa e romantica, con una spiccata tendenza a ritirarsi nel proprio mondo) che in Giorgio diventa basilare come artista perché genera una creatività definita “spleen“ (termine coniato dal poeta simbolista Charles Baudelairee, che si realizza quando la malinconia dà sbocco alla sofferenza trasformandola in una fertile produzione artistica).

L’ultima sensazione provata è stata “la saudade“ (il termine  deriva dalla cultura lusitana corrispondente all’attuale cultura portoghese e brasiliana ed indica una forma di malinconia affine alla nostalgia. Etimologicamente deriva dal latino solitùdo-solitudinis che significa solitudine, isolamento e  proviene anche da “salutare, salutatione” che ha il significato di saluto. E’ simile ad un ricordo nostalgico, affettivo, di un bene speciale che è assente, accompagnato da un desiderio di riviverlo o di possederlo. La saudade non guarda il futuro, ma non è neanche il passato... è il presente;  è come una malattia che ci si porta dentro, insieme alla speranza che il tempo la guarisca; è la tormentata volontà di avere di nuovo quello che si è perso; è la forza di non lasciarsi sopraffare da questo struggimento e di tradurre il passato dando un senso al presente, è un dolore, ma anche un piacere che mantiene in vita ciò che non esiste più, è lontano, o non può più tornare).
            Tutti questi sentimenti e capacità, assemblati in un unico spirito, quello del nostro artista, portano alla realizzazione di opere raffinate molto vicine ad una perfezione reale, ma contaminate da una sorprendente fantasia, come nel caso di un quadro nel quale Giorgio Giannetti ha rappresentato un bambino che gioca davanti alla porta di casa, solo che tutto si svolge nello spazio ed il bambino lo sta facendo su un tappeto volante!


 
INTERVISTA:
 
1.La tua biografia in poche linee. Racconta come ti sei avvicinato all'arte.
 
            Credo che questa esigenza espressiva sia nata con me, in seguito sono state le esperienze che ho fatto nella vita a darmi la possibilità di sviluppare una parte del mio intelletto. Ricordo molto bene che mentre i miei compagni della scuola elementare disegnavano casette più o meno simili, io realizzavo cavalli e personaggi che mettevo in rilievo sfumandoli con un’abilità tecnica che nessuno mi aveva mai insegnato. Inoltre ho avuto la fortuna di incontrare un maestro, artista anche lui, che per invogliarmi a frequentare regolarmente la scuola (la mia non è stata un’infanzia facile), mi diceva che si sarebbe accontentato della mia presenza e del mio ascolto.
  
2. Che cosa stai facendo in questo periodo?
 
            Sto lavorando alla stesura finale di un romanzo fantasy, un po’ perché attualmente non ho disponibilità di spazio per dipingere ed un po’ perché penso che tutte le arti siano conseguenti tra di loro, sono le parti integranti di quello che può cogliere un’artista.
 
3. Come ti definiresti?

            Riconosco la mia bravura come mestierante ed artigiano, ma come artista penso di essere mediocre.
 
4. Qual è il tuo messaggio?
 
            E’ molto difficile trasmettere delle idee, credo che ognuno di noi dovrebbe essere se stesso ed esserne orgoglioso.
 
5. Come nasce un'idea? Che cos'è per te l'ispirazione?
 
            L’ispirazione in pittura come in musica è la capacità di sviluppare con fantasia i ricordi e le loro immagini. Io sono un ritrattista, riproduco effigi su commissione, ma fare solo questo non mi soddisfa quindi creo intorno a loro dei fondali che invento pescando immagini nella mia memoria. Credo di possedere molta sensibilità nel cogliere i particolari del mondo che ci circonda e molta fantasia nel modo in cui li inserisco nelle mie opere.

6. Che cos'è l'arte?
 
            L’arte è la sensibilità che ognuno possiede dentro di se, ma solo coloro che sono capaci di farla uscire possono considerarsi artisti. Personalmente mi ritengo fortunato per possedere ancora una specie di cordone ombelicale che unisce il mio cervello alle mie mani e mi permette di creare.                                                                                                                                                               
         
7. In che circostanze ti vengono le migliori idee?
 
            Generalmente quando sono triste, allora per neutralizzare questo scompenso mi rifugio nell’arte o nella lettura, specialmente romanzi.

 8. Come capisci se per te un'idea è valida o no?
 
            Dipende dalle sensazioni che provo davanti ad un lavoro appena eseguito, se sono positive sono sulla buona strada e posso anzi debbo “ricamarci sopra” con nuove sfumature e nuovi colori; nei quadri è importantissimo “camminarci dentro”, avanti e indietro pensando e ripennellando.                                                                                          
                   
9. Ti dispiace doverti staccare da un’opera che hai venduto?
 
            Si, indiscutibilmente, ma non per tutte le opere allo stesso modo; quelle commissionate ad esempio, sono molto importanti sia per il compenso economico l’introito  economico quanto per il riconoscimento del lavoro svolto, ma non necessariamente sono quelle più vicine al mio sentimento d’autore.

10. Quando e come hai iniziato a vederti come un'artista?
 
            Non mi sono mai posto questa domanda, penso che ci si può considerare artista solo quando sono gli altri a riconoscerti come tale.
 
11. Quali idee creative  ti piacerebbe realizzare?
 
            Mi piacerebbe molto realizzare un film sul mio romanzo che io considero un lungometraggio letterario e inoltre collaborare alla colonna sonora inserendo alcune mie melodie appositamente studiate e composte per questo soggetto.
 
12. Ti consideri un artista  postmoderno (artista degli anni ottanta del Novecento che tende all'impiego, in una stessa opera, di forme estetiche diverse, recuperate anche dal passato)?
 
            A  questa domanda non so davvero dare una risposta, non seguo le correnti, seguo la mia creatività che mi viene dalla sensibilità del momento; io lavoro su commissione e nelle mie opere si rispecchia l’arte classica dalla quale raccolgo le informazioni che mi occorrono.
 
   13. Come si deve valutare un'opera artistica?
 
            Personalmente utilizzo la mia sensibilità, se l’opera tocca i miei sentimenti riesco a percepire la poesia che essa contiene.
 
 14. L'artista deve reinventarsi ogni giorno?
 
            Non lo ritengo necessario, le esperienze che si sono acquisite non si possono perdere perché c’è sempre un legame tra passato, presente e futuro. Comunque non si può prevedere quello che diventeremo domani.
  
15. Che artisti ammiri e in che modo hanno influenzato le tue opere?
 
            Oltre agli artisti classici rinascimentali, tra quelli moderni mi piace molto Klimpt, il primo De Chirico ed i ritrattisti del ‘900, un po’ meno gli Impressionisti. Sono affascinato in particolar modo da Bosch che considero l’inventore del Surrealismo e da Vermeer, ma i miei preferiti in assoluto sono i Preraffaelliti.
 
16. Quale tra le tue esperienze è la preferita?
 
            Non sono molto orgoglioso del  mio passato, ma nel mio presente sono molto soddisfatto del lavoro letterario che ho appena finito. I miei studi scolastici si limitano ad un semplice diploma professionale, niente di esaltante, ma ho letto e studiato tanto soprattutto in relazione a quelle discipline artistiche che intendevo affrontare; scrivere questo romanzo ed essere riuscito a terminarlo mi rende molto orgoglioso.
  
17. L'arte autentica è l'arte necessaria?
 
            Non so cosa voglia dire “autentica” quindi non sono capace nemmeno di stabilire se è necessaria, per quello che mi riguarda però, questa attività umana la sento vivere dentro di me.

18. Nell'arte non ci sono guide, come sai qual è la cosa successiva che devi fare?
 
            Molti dicono che l’artista che si esprime in molteplici attività è un individuo superficiale che crea opere mediocri, personalmente mi lascio prendere dalla curiosità e dall’interesse per qualsiasi tipo di creazione; credo che coloro che si dedicano solo ad alcune tecniche, non hanno e non danno tante soddisfazioni né a se né agli altri.
  
19. Che tipo di commissioni vorresti avere?
 
            La peculiarità della mia pittura sono i ritratti che eseguo solo su commissione (tra i più prestigiosi posso rammentare quello che ritrae Mons. Benvenuto Matteucci, Arcivescovo di Pisa, commissionato dal suo successore Arcivescovo Alessandro Plotti, due ritratti del medesimo ed anche il ritratto di Giovanni Paolo Benotto, attuale  Arcivescovo metropolita di Pisa, che si trovano presso l’Arcivescovado della città); mi piacerebbe continuare questo percorso.
  
20. Tra le tante attività che ti interessano, quale ti piacerebbe di più?
 
            Mi piacerebbe moltissimo poter lavorare per un produttore cinematografico. Il cinema è sempre stata la mia passione preferita, per me è l’essenza dell’arte perché in sé raccoglie le espressioni estetiche di tutte le discipline artistiche, nessuna esclusa
  
21. Quali sono gli strumenti, le tecniche con cui preferisci lavorare?
 
            Quando dipingo mi piace molto il momento in cui applico le velature; quando creo musica amo fondamentalmente creare il testo ed il racconto della canzone, ma mi piace molto creare anche la musica, specialmente al computer (al giorno d’oggi esistono software che consentono di sviluppare facilmente un prodotto anche senza aver maturato un’educazione musicale).
 
 22. Che cosa consiglieresti a quelli che iniziano?
 
            E’ difficile consigliare, comunque ad un soggetto con una certa sensibilità artistica suggerirei di svilupparla per il proprio piacere.
  
23. Metti le tue opere in rete? Dove possiamo vederle?
 
            Metterò a breve in rete tutte le mie opere eterogenee.
 
 24. Collezioni qualche oggetto?
 
            Non sono un collezionista.


25. Regalaci un libro, una canzone, un film ed un disegnatore, illustratore o  pittore che ti hanno particolarmente colpito.
 
            Per quanto riguarda i libri, il mio preferito è “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov; il cinema mi piace tutto perché permette alla mia fantasia di viaggiare senza confini, ma il mio film per eccellenza è “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi; tra i pittori prediligo Hieronymus Bosch per la ricchezza di inventiva nelle sue opere, vere e proprie visioni.

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10/6/2018 - 8:19

AUTORE:
Luciano

Sono in possesso di questo dipinto di Giorgio Giannetti in olio su tela,vorrei sapere la sua valutazione,grazie, la mia e mail e'"exmiserabile@libero.it