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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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CNA AREA VALDERA
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
IL FILM
Colazione da Tiffany

30/5/2014 - 10:20


"Colazione da Tiffany" è il film che ha consacrato la storia di Audrey Hepburn e di tutta la sua carriera: il film è tratto dall’omonimo romanzo scritto da Truman Capote pubblicato nel 1958. La sceneggiatura del film però segue poco quella del libro e se ne distacca seguendo le direttive dello sceneggiatore George Axelrod. Il film esce nelle sale nel 1961 diretto da Blake Edwards con Audrey Hepburn e George Peppard nel ruolo dei protagonisti principali e il 9 novembre del 2011 viene restituito agli appassionati in una speciale proiezione nelle sale cinematografiche completamente restaurato.

Il 4 maggio 1929 la diva conosciuta come come Audrey Hepburn, icona di stile mondiale, indimenticata ed indimenticabile artista inglese, nacque come Audrey Kathleen Ruston. Vinse nel 1961 l’Oscar come migliore attrice per l’interpretazione che ci offrì nel film cult Colazione da Tiffany. Diva memorabile, con gli occhi da cerbiatto stregò il mondo con la sua eleganza e diventò un’icona da imitare per milioni di donne.

Vinse un Golden Globe, un Grammy Award, tre David di Donatello, quattro BAFTA, e due premi Tony. In tutti gli anni sessanta Audrey lavorò con i più grandi registi producendo pellicole di calibro internazionale che oggi sono film di culto: Vacanze romane (1953) in cui interpreta il ruolo della principessa Anna che si sottrae dai suoi obblighi regali per andarsene a spasso per Roma con Gregory Peck, un giornalista americano; Sabrina nel 1954 con Humphrey Bogart e William Holden, in cui interpreta la favola di Cenerentola moderna divisa e contesa tra due ricchissimi fratelli; My Fair Lady, film musicale del 1964 che vinse ben otto Oscar.

Trama del film
Il film ripercorre la storia di Holly (Holiday Golightly) una giovane prostituta di alto borgo che vive di espedienti a New York in un piccolo appartamento in compagnia del suo amico Gatto. Frequenta l’alta società e tiene spesso party con lo scopo di sposare un ricco milionario e vivere di rendita. Ha l’aria sempre frizzante e fuori dal mondo e vive pensando solo a come realizzare questo suo sogno. I suoi piani vengono però sconvolti quando conosce Paul, giovane scrittore mantenuto dall’ amante che viene a vivere proprio qualche piano sopra il suo appartamento. I due all’ inizio si scontrano ma poi diventano amici e da subito scatta la scintilla.

Trascorrono moltissimo tempo insieme e si scoprono innamorati ma Holly rifugge questo sentimento e decide di volare in Brasile per sposare un ricco miliardario che la sta aspettando. La scena finale in cui Paul la lascia nel taxi con l’anello e la proposta di matrimonio è di fama mondiale: Holly dopo aver abbandonato il gatto e Paul decide che non è questa la sua strada e insegue finalmente i suoi sentimenti dichiarando amore allo scrittore.

 

Filo conduttore del film è la passione della protagonista per la celebre casa di gioielli Tiffany di New York.
 
Se io trovassi un posto a questo mondo che mi facesse sentire come da Tiffany… comprerei i mobili e darei al gatto un nome”. Sintomo della sua personalità, questa frase racchiude tutta l’essenza della nostra protagonista, ella ha bisogno di un po’ di serenità d’animo che le viene garantita per il momento solo entrando nel famosissimo negozio dalle insegne turchesi. Una serenità che essa ricerca nella futilità delle cose, nel luccichio dei gioielli ma che la rendono sempre vuota e malinconica e in preda alle paturnie. Una serenità che guadagnerà solo una volta accettate le conseguenze dell’amore.

La famosa scena iniziale del film, in cui la protagonista scende dal taxi con cornetto e cappuccino e si dirige lungo la Fifth Avenue guardando le vetrine del negozio con tubino nero e ballerine resterà per sempre nell’idea di icona di stile di tutti i tempi.
 
Tubino nero, occhiali Rayban, guanti bianchi di seta, ballerine nere e filo di perle: tutto questo mischiato al fascino signorile di Audrey l’hanno resa immortale tra le icone mondiali della moda. Semplice ma efficace il look dell’attrice, che punta sul classico con tocchi di ricercatezza che danno quel qualcosa di più alla semplicità. Elementi che diventeranno un must per la donna moderna che vuole essere elegante per qualsiasi occasione.

Tutte possiamo sentirci diva come lei indossando questi semplici capi. Ma poche possiedono la sua stessa classe, il tocco di stile, lo sguardo semplice e pulito di un’attrice che ha lasciato il segno. Audrey negli anni Settata e Ottanta scompare dagli schermi per dedicarsi alla famiglia e agli impegni di ambasciatrice Unicef, che ricoprirà con molto zelo fino alla sua morte, avvenuta il 20 gennaio del 1993.

 

 

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