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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
COMPLEANNO
Sergio Marchionne

17/6/2014 - 8:20


Sergio Marchionne nasce a Chieti il 17 giugno 1952, figlio di un maresciallo dei carabinieri emigrato da giovane in Canada. Ha conseguito tre lauree: in Legge alla Osgoode Hall Law School of York University, un Master in Business Administration (MBA) presso la University of Windsor e una laurea in filosofia conseguita presso l'Università di Toronto.Lasciato il mondo forense, svolge la prima parte della sua attività professionale nel Nord America come dirigente. Dal 1983 al 1985 lavora per Deloitte Touche come commercialista esperto nell'area fiscale; successivamente dal 1985 al 1988 ricopre il ruolo di controllore di gruppo e poi direttore dello sviluppo aziendale presso il Lawson Mardon Group di Toronto. Dal 1989 al 1990 è nominato vice presidente esecutivo della Glenex Industries. Dal 1990 al 1992 ricopre il ruolo di responsabile dell'area finanza della Acklands e, contemporaneamente, la carica di responsabile per lo sviluppo legale e aziendale presso il Lawson Group, acquisito nel frattempo da Alusuisse Lonza (Algroup). Qui ricopre ruoli di crescente responsabilità, presso la sede centrale di Zurigo, fino a diventarne l'amministratore delegato.Sergio Marchionne guida in seguito il Lonza Group, separatosi da Algroup, fino al 2002, anno in cui viene nominato amministratore delegato del Gruppo SGS di Ginevra, leader mondiale nei servizi di ispezione, verifica e certificazione; il gruppo è forte di 46 mila dipendenti in tutto il mondo. Grazie all'ottima gestione del gruppo svizzero, risanato nel giro di due anni, il nome di Sergio Marchionne acquisisce lustro negli ambienti economici e finanziari internazionali.A partire dal 2003, su designazione di Umberto Agnelli, Marchionne entra a far parte del Consiglio di Amministrazione del Lingotto Fiat. In seguito alla morte di Umberto Agnelli e alle dimissioni dell'amministratore delegato Giuseppe Morchio, che aveva lasciato l'azienda dopo il rifiuto della famiglia Agnelli di affidargli anche la carica di presidente, Sergio Marchionne viene nominato (1 giugno 2004) Amministratore delegato del Gruppo Fiat. Dopo alcuni contrasti con il dirigente tedesco Herbert Demel, nel 2005 assume anche la guida di Fiat Auto in prima persona.Il 2 giugno del 2006 viene nominato Cavaliere dell'Ordine al merito del Lavoro dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.Marchionne ha ricevuto una laurea honoris causa in Economia Aziendale dall'Università degli studi di Cassino nel 2007, e una laurea magistrale ad Honorem in Ingegneria Gestionale dal Politecnico di Torino nel 2008.Di doppia nazionalità italiana e canadese, nel 2006 è stato inoltre nominato Presidente della European Automobile Manufacturers Association (ACEA). Insieme a Luca Cordero di Montezemolo, è considerato l'artefice dell'avvenuto risanamento della divisione Fiat.Durante la sua amministrazione, Fiat deve affrontare progetti che erano stati scartati in precedenza: Fiat 500, Lancia Fulvia Coupé, Fiat Croma e vengono prodotti in soli due anni molti nuovi modelli. In pieno periodo di crisi internazionale globale, nel mese di aprile del 2009 Marchionne effettua lunghe e travagliate trattative legate all'acquisizione della statunitense Chrysler con i sindacati ed il governo americani. Al termine delle trattativa viene raggiunto un accordo che prevede l'acquisizione da parte del Lingotto del 20% delle azioni Chrysler, in cambio del know how e delle tecnologie torinesi, facendo nascere così il sesto gruppo automobilistico del mondo. Tale è l'importanza dell'accordo che è lo stesso Presidente degli Stati Uniti Barack Obama a darne annuncio.Nei giorni immediatamente successivi all'accordo con la casa automobilistica d'oltreoceano, l'AD di Fiat Group inizia trattative con i sindacati ed il governo tedeschi per una fusione tra la casa automobilistica piemontese e la tedesca Opel (facente parte del gruppo statunitense General Motors): l'obiettivo è quello di dare vita a un colosso del settore automobilistico capace di produrre 6 milioni di vetture all'anno. L'acquisizione però non si realizzerà.

Nell'anno in corso Sergio Marchionne, apre ad Auburn Hills, in Michigan, i lavori per la presentazione del nuovo piano industriale del nuovo  gruppo automobilistico definito FCA, dalla unione di Fiat e Chrysler, fino al 2018. Un piano che porterà il nuovo colosso globale a produrre sette milioni di auto, arrivando al 2018 con l’utilizzo del 100% della capacità produttiva negli impianti in Italia e in Europa, oggi rispettivamente al 53% e al 66% con il marchio Jeep che arriverà a produrre 1,9 milioni di vetture e Maserati cher triplicherà le vendite.

 

 
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23/6/2014 - 21:23

AUTORE:
Alessio Niccolai

Se qualcuno avesse il tempo di scartabellare fra un secolo di regalie alla FIAT sotto il ricatto dei posti di lavoro, scoprirebbe due cose straordinarie:
1) che una buona fetta del debito pubblico è rappresentato dalla socializzazione delle perdite aziendali della holding di casa Agnelli, di sue controllate, connesse, partecipate o del suo indotto;
2) che con buona parte di quelle risorse sottratte alla collettività la FIAT si è a sua volta comprata una certa quota del debito stesso.
In tempi di vacche italiche magre, il signor Marchionne ha delocalizzato la produzione verso vere e proprie jungle del diritto del lavoro, spostato il cuore finanziario dell'impero - pagato con le risorse di tutti a spese di scuole, ospedali, welfare, etc. - verso un paradiso fiscale e, tanto per gradire, preteso dagli operai italiani di assoggettarsi alle politiche retributive del Rwanda o del Botswana.
Carpe diem, Marchionne... o, per così dire, "l'occasione fa l'òmo ladro": vediamo se il "sinistro" Obama è disposto a finanziarti quanto i tuoi concittadini stolti!
Altro che di sindacati c'è bisogno: ci vuole ma che la FIOM passi sotto i COBAS!

22/6/2014 - 17:47

AUTORE:
H.Bosch

Secondo me fai finta di non capire : nessuno vuole la chiusura delle fabbriche, ci mancherebbe altro, qui bisogna aprirle e qui torna in campo Marchionne. Ti ripeto che ormai 3/4 anni fa aveva promesso 20 MILIARDI DI INVESTIMENTI IN ITALIA, d'accordo con governo Berlusconi e sindacati. Hai visto nulla te ? Eppure i lavoratori ne han fatti di sacrifici e rinuncie sui loro diritti....
E' ancora troppo presto per dare giudizi sul tipo del golfino ?

22/6/2014 - 10:32

AUTORE:
Osservatore 3

...fra qualche anno, ora è troppo presto per dare giudizi (anche se qualcuno è così bravo da averli già dati).
Il mondo sta cambiando e tutti questi giudizi sprezzanti non solo su marchionne ma anche su di me, per le mie opinioni diverse, dimostrano che c'è molto ancora da fare, a livello personale e sindacale. Non si può stare a guardare il cambiamento sperando sempre che siano gli altri a cambiare.
Se il mondo cambia, specie quello del lavoro, anche i sindacati devono adattarsi al nuovo e non rimanere legati al passato perchè, ripeto, anche se pare che il discorso non venga recepito, una fabbrica che chiude significa lavoratori a casa. Meglio allora maggiore efficienza anche con qualche sacrificio, ma il posto di lavoro mantenuto. O meglio una cassa integrazione con lavoro al nero? operai cassintegrati che lavorano nella stessa fabbrica al nero con il placet del sindacato?
Questo è il cambiamento?

21/6/2014 - 22:41

AUTORE:
H.Bosch

Osservatore 3 parla avendo le spalle coperte da una bella pensione o da un lavoro pubblico.
Non sa o non conosce Marchionne, il quale è riuscito col suo bel golfino a dividere i sindacati e quindi i lavoratori,a farsi amare da tanti giornalisti illuminati e anche dalla politica, compresa una certa sinistra.Ma all'atto pratico ha fatto solo l'interesse suo e dalla Fiat. Dei 20, dicasi 20 miliardi, di investimenti promessi per le fabbriche italiane ne abbiamo visto 1 scarso e c'è ancora chi, Bonanni docet, ci crede.
Intanto ha portato le sedi legali e amministrative della Fiat in Olanda e Inghilterra...se questo è un imprenditore...
ah dimenticavo, ma il mondo sta cambiando, vero oss.3 ?

21/6/2014 - 16:54

AUTORE:
Osservatore 3

Non conosco la fabbrica ma conosco il mercato. La Fiat auto sembrava in liquidazione, non faceva nuovi modelli, vendeva i progetti e i progettisti dei suoi motori all'avanguardia, poi con Marchionne c'è stato un cambiamento.
Forse è ancora presto per dare un giudizio finale sul suo intervento ma il problema non va solo visto dalla parte dell'operaio, ripeto una fabbrica che non produce non produce nemmeno lavoro.
Ora ci'è questa FCA e qualche promessa. Aspettiamo e poi vediamo ricordando che non sempre l'operaio è dalla parte della ragione e poi se si permette di fermare una catena è sicuramente da quella del torto.

20/6/2014 - 22:52

AUTORE:
00000

meglio ragionare facendoci aiutare dalle cifre
Per lo stipendio annuo di Marchionne occorre che fiat venda almeno 3000 panda all'anno poi un altro migliaio per le stock option, e vogliamo metterne altre 1500 all'anno come quota di buonuscita, in totale 4 5000 macchine solo per lo stipendio di marchionne, ma ci fosse solo lui, in fiat ci sono tante altre persone.
Se questi sono dirigenti, a me sembrano qualcos'altro

Un'azienda sana non è quella che arricchisce il dirigente, ma quella che conquista una quota di mercato e soprattutto crea i presupposti per durare nel tempo.
Lo stipendio del dirigente dovrebbe essere l'ultima cosa alla quale pensa il dirigente, e qui invece mi sembra la prima.
Come diceva Moretti, continuiamo così, facciamoci del male

20/6/2014 - 15:52

AUTORE:
Parra Andrea

Si capisce che la fabbrica non la conosci per niente.
Il tuo ragionamento vai a spiegarlo ai dipendenti di Termini o Pomigliano, e poi vedi i vaffa che ti prendi.
Lui ha richiesto contratti senza diritti e pieni di doveri, senza mantenere le promesse......
L'innovazione e la tecnologia sono le basi fondamentali per stare al passo con gli altri marchi mondiali, ma mentre in Germania le aziende investono circa il 18% degli utili, il signor Marchionne e il cda del gruppo negli ultimi anni hanno investito solo un misero 1,2 %.
Ma di cosa vogliamo parlare? Documentati...e poi commenta!!!

19/6/2014 - 18:08

AUTORE:
Osservatore 3

Commenti troppo severi e legati ad un vecchio modo di ragionare e di vedere il mondo del lavoro. Il mondo è cambiato e la società non è più divisa fra padroni e sfruttati e le industrie devono stare sul mercato. Marchionne ha cercato una via di mezzo chiedendo di più ma anche offrendo di più.
Una fabbrica non efficiente è una fabbrica senza futuro e gli operai presto saranno messi a casa. Servono innovazioni, tecnologia ed efficienza, compresa elasticità nel lavoro e un nuovo modo di rapportarsi con le esigenze del mercato.

19/6/2014 - 0:27

AUTORE:
ex operaia

Aggiungerei solo che se fosse rimasto in America gli italiani e in particolar modo gli operai Fiat, ne avrebbero fatto volentieri a meno...

17/6/2014 - 21:40

AUTORE:
Parra Andrea

Specializzato in sfruttamento di operai, recuperando produttivita' con aumenti di ritmi vertiginosi e conseguentemente con il picco massimo di malattie professionali( in particolar modo quelle muscoloscheletriche dovute a movimentazioni ripetute in lassi di tempo troppo ristretti e carichi di lavoro sugli arti superiori eccessivamente elevati).
Inoltre al fatto di essere il primo oppositore verso la concertazioni con le parti sociali, visto il licenziamente di alcuni delegati Fiom in conseguenza di uno sciopero.
Per poi reintegrarli dopo la causa vinta in corte costituzionale.......
Una persona che preferivo non ricordare per la vicinanza del suo compleanno...e ancora meno quando sara' quello della Fornero!!!!!