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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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Gli "aghi del diavolo".

1/7/2014 - 8:16





Così vengono chiamate in Italia a causa del loro addome lungo e sottile.
Dato che quasi l'80% del cervello degli insetti  è dedicato alla vista e che questa si dispiega a 360 gradi, questo ci suggerisce, per la libellula in special modo, una visione disinibita della mente e la capacità di vedere oltre i limiti umani.
In varie culture la libellula è associata alla prosperità, alla fortuna, alla forza, al coraggio, alla pace, all'armonia e purezza, al misticismo, alla magia e ai sogni.
I samurai utilizzavano spesso la sua figura come decorazione per elmi ed armature essendo un simbolo legato al successo nelle arti marziali e alla vittoria.
Per i Nativi Americani è un animale totemico, simbolo di trasformazione e le libellule in genere sono le anime dei morti, perché si nutrono dello stesso vento.
In Europa invece, la libellula era l'animale delle streghe; si diceva che satana le avesse mandate sulla terra per causare caos e confusione e per questo furono chiamate "tagliatrici d'orecchi" o "uncino del diavolo". In Australia, credevano che la libellula pungesse i cavalli facendoli "impazzire". Nessuno aveva pensato ad un'altra ipotesi: la libellula cacciava i parassiti responsabili della malattia, e quindi della puntura, dei cavalli.
I gallesi la chiamarono "serva dei serpenti" in quanto erano convinti che le libellule seguissero i serpenti per ricucire le loro ferite  e continuando con la fantasia, in Portogallo furono additate come "scippatrici d'occhi". In Svezia invece, le libellule riconoscono le anime cattive e possono cucire in un battibaleno gli occhi, la bocca e le orecchie di chi mente.


Alda Merini così la cantò:


Il Volo della Libellula


Seduto su un salotto fiammingo
dove l'amore è scritto
sui merletti di un cuscino
mi mancano le tue mani
che sanno richiamare
istanti d'infinito.
Sei il bacio della vita
che è l'origine nascosta
di ogni mia azione creativa.
Quando ti guardo
è come ammirare una libellula
che lascia la larva
nei piedi di un ruscello .
E' come salire sulle sue ali
trasparenti come il mare
e volare sopra i prati
che odorano di sole.
In me tutto vive intorno a te.
Dopo che ti ho incontrato
anche quelle paure
che odoravano di cenere e di miele
si sono dissolte come nuvole
nel cielo dell'estate
dove tutti sognano
una grande spiaggia per correre felici
ad inseguire due timide labbra. 


Io sono un po’ boccaccesco (tanto per usare un dolce eufemismo) e in questa immagine, e nel nostro insetto,  ci vedo quest'altra interpretazione:
"Come la farfalla, la libellula è considerata una messaggera di forze positive; nel suo spirito c’è la bellezza, la consapevolezza e la libertà. Chi sceglie questo animale come simbolo personale ha una vita passionale ed emotiva in gioventù, ma invecchiando acquisisce equilibrio, chiarezza mentale e controllo".


Ecco, secondo me la blu sta infatti cantando una di quelle canzoncine da osteria, quella  dei numeri,  nella quale ogni strofa termina con: “dammela a me biondina, dammela a me biondaa!”


Mi ci ved(ev)o molto nella libellula!

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1/7/2014 - 8:45

AUTORE:
P.C.

I cacciatori di padule vecchianesi la chiamavano cavaocchi. E quando c'era abbodanza di cavaocchi c'era un buon passo di folaghe, dicevano.