Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
C'è chi lo considerava un genio e chi lo definiva come il miglior scrittore italiano degli anni 2000. E' lecito pensare che forse entrambe le affermazioni siano state volutamente esagerate ma una cosa è certa: Giorgio Faletti è stato uno di quei talenti come raramente se ne sono visti.
La sua specificità era la poliedricità - e non si tratta di un semplice modo di dire ma di un vero e proprio dato di fatto. Uno, nessuno e centomila, verrebbe da dire, visto che Faletti ha indossato i panni del comico, del cantante (e autore di canzoni), e, "last but not least" dello scrittore. E non a tempo perso.
Proprio un notissimo magazine settimanale, che esce in allegato al Corriere della sera, all'uscita del suo primo romanzo, "Io uccido", ha lanciato Faletti in copertina con il tonitruante appellativo di "massimo scrittore italiano vivente".
Gli studi e le prime esperienze artistiche
Nato ad Asti il 25 novembre 1950 Giorgio Faletti si è laureato in Giurisprudenza ma l'idea di chiudersi in uno studio legale non gli piaceva affatto. Forte del suo carisma istrionico, ci prova con lo spettacolo e dopo un breve approccio col mondo della pubblicità si dedica al cabaret, approdando quasi immediatamente al locale culto per eccellenza, il "Derby" di Milano.
Nello stesso periodo sul palco del locale circola tutta la crème della comicità degli anni a venire: Diego Abatantuono, Teo Teocoli, Massimo Boldi, Paolo Rossi e Francesco Salvi (poi anche collega nel mitico "Drive in").
Un'importante occasione si presenta quando ha modo di partecipare alla fortunata commedia "La tappezzeria" di Enzo Jannacci. Il debutto televisivo arriva nel 1982 con la trasmissione "Pronto Raffaella" condotto dall'inossidabile Raffaella Carrà, per poi continuare su Antenna 3 Lombardia con "Il guazzabuglio" al fianco di Teo Teocoli per la regia di Beppe Recchia.
Ed è proprio l'ormai navigato regista, deus ex machina di molte trasmissioni Rai, che nel 1985 lo lancia in "Drive in" il programma comico che ha segnato un nuovo modo di fare televisione.
I personaggi creati da Faletti sono letteralmente irresistibili, la sua fantasia è sfrenata e scoppiettante. Eccolo dunque nei panni di un fantomatico "Testimone di Bagnacavallo", o dello stralunato "Carlino" (famoso per il tormentone sul "giumbotto"), o del "Cabarettista Mascherato", come di "Suor Daliso". Ma in questa carrellata sarebbe un delitto dimenticare il superlativo "Vito Catozzo", un personaggio dalla parlata tutta sua che è arrivato ad influenzare il lessico di tutti i giorni (culattacchione, mondo cano, porco mondo che ciò sotto i piedi...).
Il successo viene confermato con "Emilio", la trasmissione con Zuzzurro e Gaspare nella quale lancia il personaggio di "Franco Tamburino" l'improbabile stilista di Abbiategrasso e una gustosa caratterizzazione di Loredana Berté, fresca signora Borg.
Nello stesso tempo porta avanti una carriera d'autore, collaborando ai testi di altri comici fra cui Gigi Sabani ed Enrico Beruschi.
Partecipa inoltre a "Fantastico '90" al fianco di Pippo Baudo, Marisa Laurito e Jovanotti e, successivamente, a "Stasera mi butto... e tre!" con Toto Cutugno.In quel periodo, a causa di un'operazione al ginocchio che lo costringe all'immobilità per circa due mesi, si avvicina casualmente al mondo della musica.
Comincia un'attività di cantautore che sfocia nel primo album "Disperato ma non serio" dal cui brano di punta "Ulula" viene tratto un fortunato videoclip pluripremiato a Rimini Cinema, Umbria Fiction e al Festival di Cinema di Montreal.
Questa attività porta Giorgio Faletti contemporaneamente a scrivere canzoni per Mina, Fiordaliso, Gigliola Cinquetti, oltre ad una fortunata collaborazione con Angelo Branduardi.In termini di visibilità personale raggiunge il "top" con la partecipazione al Festival di Sanremo 1994 dove, con "Signor tenente" commuove il grande pubblico e vince il Premio della Critica, classificandosi secondo; si riconferma l'anno successivo con "L'assurdo mestiere", canzone caratterizzata da una insospettabile vena malinconica e riflessiva e vincendo con l'album omonimo il Premio Rino Gaetano per la parte letteraria delle canzoni.
La comicità rimane tuttavia parte integrante del suo modo di essere: lo dimostrano il fortunato libro "Porco mondo che ciò sotto i piedi" edito da Baldini e Castoldi, dove racconta episodi di vita del suo personaggio preferito, "Vito Catozzo", e ancor di più nello spettacolo teatrale "Tourdeforce" dove abbina l'umorismo e la caratterizzazione dei personaggi, alla canzone d'autore.In seguito, ospite fisso della trasmissione "Roxy bar" al fianco di Red Ronnie, ha conosciuto un'ulteriore affermazione personale.
Come anticipato l'ultima metamorfosi del sorprendente Giorgio Faletti è quella che lo ha portato a scrivere scegliendo un genere tipicamente "made in USA". Il suo thriller "Io uccido" (2002), certo anche grazie al vigoroso lancio massmediatico, ha venduto un numero record di copie (oltre 1 milione e trecentomila).
Jeffery Deaver, maestro del thriller, autore di numerosi best-seller ("Il collezionista di ossa", "Lo scheletro che balla", "La scimmia di pietra", per citarne alcuni), ha detto di lui e del suo lavoro: "Uno come Faletti dalle mie parti si definisce "larger than life", uno che diventerà leggenda".
Ma non finisce qui. Giorgio Faletti cerca di confermarsi uno degli scrittori italiani più brillanti del periodo: il 5 ottobre 2004 esce il suo romanzo "Niente di vero, tranne gli occhi", in cui il beffardo assassino protagonista del thriller compone i corpi delle sue vittime come i personaggi dei Peanuts. Il lavoro è un nuovo grande successo oltre che una positiva conferma.
Nel novembre del 2005 Faletti riceve dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il Premio De Sica per la Letteratura.
All'inizio del 2006 esce nelle sale il film "Notte prima degli esami", dove interpreta lo spietato docente di lettere Antonio Martinelli. Dopo la Montecarlo di "Io uccido" e il binomio Roma-New York di "Niente di vero tranne gli occhi", a due anni di distanza esce "Fuori da un evidente destino" (2006), ambientato in Arizona e in cui tra i protagonisti vi sono gli indiani Navajos, ai quali il romanzo è dedicato.
Già mesi prima dell'uscita del libro Dino De Laurentiis ha acquistato i diritti per realizzare un film.Dopo "Pochi inutili nascondigli", una raccolta di racconti pubblicata nel 2008, nella primavera del 2009 viene data alle stampe la prima edizione del romanzo "Io sono Dio". Nel novembre del 2010 esce il suo sesto romanzo, dal titolo "Appunti di un venditore di donne", primo romanzo ambientato in Italia, più precisamente a Milano: il libro balza subito in testa alle classifiche dei libri più acquistati.
Nel 2011 annuncia il titolo del suo settimo romanzo "Tre atti e due tempi" (pubblicato poi il 4 novembre), ambientato nel mondo del calcio.
Malato da tempo, Giorgio Faletti è morto a Torino il 4 luglio 2014 all'età di 63 anni.
L'assurdo mestiere
Ci metterò la mani e un genio da inventore
Ci metterò un dolore che so io
Ci metterò l'asfalto e il sogno di un attore
Che appoggia il manoscritto sul leggio
E tirerò il cemento come un muratore
sa non è possibile
E tesserò una tela che sarà una vela grande
e irrestringibile
E tergerò la fronte con la mano aperta per il
gran sudore
E accorderò strumenti con il
tocco esperto che ha un suonatore
Mi metterò seduto li a impagliare sedie
per sedermi insieme
Mi stupirò di non averlo fatto mai
e di averlo fatto bene
Perché c'è sangue, c'è fatica, c'è la vita
Anche se a volte ci si spezza il cuore
In questa assurda specie di mestiere
Benedetto tu sia per quel ciuffo di pelo nero
Che se l'hai fatto tu non è cosa brutta davvero
E per le storie eterne dei cartoni animati
Per quei pazzi o quei saggi che li han disegnati
E per quel che si mangia si respira e si beve
Per il disegno allegro della pipì sulla neve
E per le cose tonde e per le cose quadre
Per le carezze di mio padre e di mia madre
Per il futuro da leggere invano girando i tarocchi
Per le linee della mano diventate rughe
sotto gli occhi
Perché tutto è sbagliato ed è così perfetto
Per ciò che vinco e ciò che perdo
se scommetto
Tu sia benedetto
Benedetto tu sia
Per avermi fatto e messo al mondo
E per quel che ho detto prima ti perdono
Di non avermi fatto alto e biondo
Ma così stupido e così vero
Con l'eterna paura dell'uomo nero
E del viso bianco come calce
Di quella sua signora con la falce
Che come tutti prima o poi mi aspetto
E per cui altri ti han benedetto
Ma io no
Mi dispiace ma sono solo un uomo
e non ne son capace
Ma c'è una cosa che ti chiedo
d è un favore
In cambio del bisogno del dottore
Mentre decidi ogni premio e ogni castigo
Mentre decidi se son buono o son cattivo
Fa che la morte mi trovi vivo
E se questo avverrà io ti prometto
Che mille e mille volte ti avrò benedetto
E se per caso non ci sei come non detto
E avrò davanti agli occhi la mia mano aperta
per il troppo sole
E andrò verso la notte con il passo calmo
del seminatore
Aspetterò seduto lì per dare un nome
all'ombra di qualcuno
Che per un poco sembrerà sia tutti
e non sarà nessuno
Perché c'è sangue, c'è fatica, c'è la vita
Anche se a volte ci si spezza il cuore
In questa assurda specie di mestiere
Che è l'amore