none_o


Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

. . . mondo è paese. Ieri Marine Le Pen è stata .....
Volevo farlo poi però ho pensato che era meglio piantare .....
Vai a seminar patate così per la festa di maggio c'hai .....
Ci dicono che Putin e la Russia vogliono invadere l'Europa. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
di Angela Baldoni
none_a
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
Marina di Vecchiano
é tornato!

7/7/2014 - 9:39


Anche il “soldato” Silvano è tornato a casa come ha voluto fosse scritto sulla lapide che Lo onora  nel cimitero del suo Migliarino dove “finalmente” dice di avere terminata la corsa, ma di strada già ne aveva fatta tanta e il suo viaggio aveva  avuto tanti tagli di traguardi e tanta gente da salutare.
Lasciamo stare la sua storia personale e viviamo, come è successo ieri sera, quella che lo avvicina al nostro paese.
Il taglio del nastro del Sindaco, coadiuvato da due giovani nipoti di Silvano, aveva suggellato e quasi terminato  il perché tanta gente fosse ieri sera a Marina di Vecchiano:  l’intitolazione a “Silvano Ambrogi “ della piazza un tempo “Montioni”, ma Simone (Cioli) ha introdotto, ringraziando, tutto il mondo che era stato con Silvano ed era  lì per  ricordarlo.
Gli attori dell’ATTIESSE, grandi esecutori collaudati dell’opera cult “Le svedesi”, si sono scatenati e sbizzarriti sul raccontare recitando quello che era il filo conduttore del famoso libro su “Bocca di Serchio” con la straordinaria collaborazione del Maestro Riccardo Arrighini  e il suo pianoforte che accompagnerà anche in seguito altri interventi.
Il poliedrico Alessandro (Tofanelli) ha ripescato dalle teche RAI alcuni frammenti delle opere di Silvano che hanno intervallato inaspettatamente e piacevolmente  la serata del pubblico che, in partenza, non aveva una precisa conoscenza della scaletta e degli interventi.
Aria di mare, mezza luna luminosa in alto nel cielo, buio intorno e luce sugli attori, il suono del mare  che ognuno si immaginava diverso e ognuno sentiva e vedeva con il suo ricordo, la famiglia dell’Artista commossa e raccolta, gli amici suoi e tuoi che non erano potuti mancare e quelli che mancavano forzatamente e che erano in Bocca di Cielo con Silvano, ma che ogni migliarinese  vedeva applaudire insieme ai presenti (scusate ma i protagonisti del libro possono essere ricordati e riconosciuti solamente da noi paesani), una serata da non dimenticare chiusa da due personaggi che ci hanno onorati della loro simpatia, bravura, generosità che li ha fatti essere “mostri sacri”, brutta parola ma bellissimo epiteto: Antonio Salines e Milena Vukotic che non hanno bisogno di presentazioni.


Mi vantavo di conoscere a memoria “Pottapia”, un delizioso tremendo libro che Silvano  mi aveva mandato con una bella lettera  scherzando su quello strano nome che anche io avevo usato in un mio scritto, ma aver sentito Salines “declamarlo” e non assaporarlo solo con la mente, mi ha fatto passare una nottata di giri in un Colosseo  marino, zii compiacenti che addolcivano le toscanacce bestemmie, vesciche che tormentavano, soldati che multavano e donne meravigliose con gli occhi ora verdi  ora blu, tutto con un sottofondo di applausi cotti e conditi in tutte le salse, offerti e richiesti, dovuti o voluti, da una sbarazzina settantenne (posso Milena?) con una vitalità da Boccaserchista.


Provate a leggerlo e sentirete anche gli applausi.


Auguri Assessora!

Fonte: testo e foto u.m.
+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

7/7/2014 - 14:45

AUTORE:
u.m.

L’anteprima dell’articolo è l’incipit de l’Histoire du soldat ("Storia del soldato"), storia da leggere, recitare e danzare in 2 parti, opera da camera composta da Igor Stravinskij nel 1918 su libretto in francese di Charles-Ferdinand Ramuz. Si tratta di un intreccio teatrale che comprende dei balletti, una musica da camera e un racconto per bambini.
Racconta Alessandro Tofanelli: “Venti anni fa con Silvano abbiamo fatto tante altre cose, per esempio ho curato la regia di una bellissima edizione dell’ Histoire du Soldat di Stravinskij, con l’orchestra dei solisti del Bolshoi e Giancarlo Giannini come narratore; Silvano fece la traduzione in un dialetto nostro della costa, una via di mezzo tra un versiliese e un vecchianese-migliarinese.
Fu un’esperienza fantastica, le riviste specializzate ne parlarono benissimo, fu considerato uno dei migliori lavori del periodo”.

Quest'altro è tratto dal “Corriere della sera” del 29 gennaio 1994.
In l' "Histoire du soldat" di Stravinski, Giannini si fa uno e trino: Soldato, Diavolo, Narratore. Un "divertissement" nato a tavola, tra cinghiale e vino rosso, a fianco di tre "matti" come lui: Riccardo Moretti (giovane direttore d' orchestra con la passione per la musica russa), Alessandro Tofanelli (barbuto regista pittore di giorno, di notte cacciatore di frodo attorno alle paludi del lago di Massaciuccoli) Silvano Ambrogi (autore di libri come "I burosauri", "Le svedesi"). E così , mentre quest' ultimo si è impegnato in una libera e toscaneggiante traduzione dell' "Histoire", il secondo ne ha curato la regia e il maestro Moretti ha diretto l' Orchestra del Bolscioi. Quanto a Giannini, si è detto, ha prestato la voce al "Soldat" e al suo Tentatore.