Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Lasciate le vostre case stiamo per attaccare...
una frase terribile che non riesco neppure a pensare, provo a immaginarmi nel dover fuggire dalla mia casa con poche cose, col pensiero dei miei cari...non ce la faccio, provo realmente un dolore nell'animo a fare questo esercizio di empatia. purtroppo questa non è la frase di un film, questa frase sta fuori ad ogni esercizio di empatia, è la realtà di altri esseri umani che abitano sotto il nostro stesso cielo stellato.
Questa domenica non potevamo tacere, oh certo si dirà, che il silenzio in certi casi è meglio, è rispetto, bè non credo che si debba parlare della guerra solo in relazione al riverbero che produce, nel migliore dei casi solo in relazione al numero di profughi che ci porta, crediamo che le parole siano importanti, che vadano trovate almeno questo lo dobbiamo fare.
Questa è una domenica strana avevamo nel cuore e nei pensieri due spine, questa strage e la spina nel parco di San Rossore. Allora abbiamo deciso e ci siamo sfogate scrivendo su tutte e due le spine. una la trovate qui e l'altra la trovate nelle flash.
Guardo in cielo…una scia
il rombo di un aereo, alzo gli occhi e vedo una scia, bella la scia dell'aereo che pacifico vola verso mete lontane, guardo e penso: chissà dove andranno, chissà quali meravigliosi posti vedranno! E riprendo tranquilla le mie faccende! Una striscia di chiaro nell'immenso del cielo...una striscia come striscia è Gaza, una scia come le scie degli “aironi neri” che solcano e violentano il cielo di Palestina.
Chissà perché continuano a chiamarla terra santa? Forse perché tanti dei suoi morti potrebbero concorrere alla santità cristiana, visto che molti sono bambini, esseri innocenti senza peccato. Striscia ma anche meno, piccole chiazze di umani, sparse qua e la nella terra che un tempo fu la casa di Gesù! Un intreccio complicato di politica e religione, l'ostinata crudeltà di scelte militari e politiche.
Una terra da sempre senza pace, un popolo da sempre senza una terra, costretto e recintato, fisicamente e mentalmente perché non si può scegliere dove vivere, dove lavorare, dove studiare, con chi giocare o fare amicizia, si nasce nemici gli uni degli altri, si muore nemici di chi non sappiamo. Vite allo specchio, accomunate da un destino di guerra anche se nei numeri profondamente diverse; l'agenzia Afp aggiorna i dati delle vittime della Seconda Intifada, iniziata il 28 settembre 2000 settimanalmente, al 16 dicembre 2008 i numeri ci dicono delle vittime:
Palestinesi 5302
Isrealiani 1082
Altre vittime 79 TOT 6463
La storia è complessa, ma al tempo stesso mi appare semplice e crudele, anni di colonialismo inglese e francese, i limiti di migrazione ebraica imposti dall' Inghilterra durante la prima guerra mondiale, durante le persecuzioni naziste, la proclamazione dello stato d'Israele, milioni di palestinesi confinati nei campi profughi...era il 1949, gli ebrei usciti dalle persecuzioni naziste, immemori del loro destino per mano tedesca, rivolgono lo stesso trattamento ai palestinesi.
Mi chiedo come si possa dimenticare così in fretta, mi chiedo per quale assurdo principio un popolo debba rimanere senza dimora, mi chiedo se la vita insegna, gli israeliani cosa hanno imparato? Proprio loro che hanno provato la deportazione, lo sradicamento, il dover lasciare tutto senza motivo, il perdere affetti e dignità, perché fare questo a loro volta ad un altro popolo? Intanto si scollina un nuovo secolo e gli scenari sono sempre peggiori, nazionalismo e religione, politiche guerrafondaie, con l'appoggio di potenze internazionali, un intricato puzzle di confini e confinanti e siamo ad oggi. Anno del signore 2014, passano le foto dei massacri, corpi di bimbi dilaniati, ammassati, inermi in vita e nella morte, piango e non basta anzi non serve. Indignarsi, anche se in tanti, tantissimi non serve neanche quello.
Parlarne nella speranza che un'onda ad urto mediatica possa scuotere le coscienze di chi potrebbe fermare tutto questo.
Leggo da una nota sul web:
La presenza ai vertici istituzionali di Israele e dei territori palestinesi dei due partiti fautori dello scontro rende impossibile la risoluzione del conflitto. In caso di un nuovo e definitivo accordo, infatti, sia il Likud che Hamas perderebbo gran parte del consenso elettorale. E' loro interesse pertanto mantenere la situazione incandescente e alimentare lo scontro ogniqualvolta le pressioni internazionali sembrano aprire scenari diversi. Penso sia questa terribile trappola a inchiodare le popolazioni israeliane e palestinesi a un destino terribile e apparentemente immodificabile. La storia ci dice però che la questione è politica e non religiosa; che quindi sono le scelte a determinare i fatti e non viceversa, come troppo spesso politici e media vogliono far credere.
E trovo la foto di una donna palestinese, che raccoglie i resti delle granate chimiche esplose nel conflitto , le riempie di terra, le semina, le innaffia e le dispone in un grande giardino di fiori. E sottolineo “donna”: tu che generi vita, dai speranza alla pace!
Ps tiriamo fuori le nostre bandiere della Pace e mettiamole ai nostri balconi, diamo almeno un segnale.