Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Questa settimana diciamo che siamo in ferie, ma non rinunciamo a socializzare una riflessione, solo che la prendiamo a prestito da fonti diverse.
Questa settimana diventiamo un mezzo per diffondere qualcosa in cui ci siamo imbattute e che ci ha graffiato il cuore.
Mettiamo tutto in fila, in realtà per noi queste riflessioni sono legate da un filo rosso, il filo di un’emergenza umanitaria di cui si parla poco o male. Lasciamo i commenti a voi, che leggerete.
L’incipit è preso dalla pagina Fb de La Meridiana, una casa editrice che si racconta così: "La nostra storia dice chi siamo. I libri che pubblichiamo ti faranno piacere la lettura ma anche l’idea che cambiare si può.Pubblichiamo libri che servono perché sono utili, perfino necessari. Libri che mettono in rete competenze e in circolo idee. Libri prima da leggere poi da mettere in pratica, da usare, da verifica. Libri che facciano crescere una nuova cultura delle relazioni e una nuova coscienza delle responsabilità."
Incipit
Non è indifferente dove sei nato. E non scegli dove nascere.
Nasci in un luogo e basta. E questo fa la tua vita, la tua storia. La tua morte o la tua sopravvivenza.
C'è qualcuno che sceglie di metterti al mondo nonostante le paure e le sue debolezze. Perchè quando nasci sei comunque e sempre una speranza, una gioia, una possibilità di gabbare il destino. Un inno alla vita.
Per questo le morti dei bambini sono morti innocenti.
Perchè i bambini non sono nè dannosi. Nè colpevoli.
Per etimologia della parola 'innocente' e perchè sono bambini.Il loro sguardo una finestra altra sul mondo. Il futuro con una possibilità in più, altra, rispetto a noi. Se migliore dipende da noi. Questo sono i bambini.
Un futuro da preservare e difendere disarmando i conflitti.
Purtroppo il futuro non è minacciato solo dalle guerre, ma si muore anche per azioni e mani armate di altro come potete leggere nell’articolo di Vauro, è lungo ma ne vale la pena…anzi giocando con le parole, si può dire che quello che racconta varrebbe una pena molto alta.
L'approfondimento
http://vau.ro/2014/07/19/tra-i-bimbi-di-abidjan-avvelenati-dalleuropa-reportage-di-vauro-il-fatto-quotidianosoleterre/
Un'opinione
Quanto sta accadendo nel Mediterraneo è semplicemente intollerabile. In ultima istanza, è la dimostrazione del fallimento di un modello di sviluppo, prima ancora che di un’idea malsana delle politiche e dei flussi migratori.Io credo che noi dovremmo accoglierli tutti, meglio ancora organizzare i trasporti in modo che non si trasformino in trappole di violenza e di morte.
L’Italia non si può chiudere, neanche volendo.
Basta guardare la cartina geografica per capirlo, senza le ottuse intolleranze di chi da vent’anni soffia sul fuoco dell’emergenza umanitaria per seminare paure e intolleranza.
Dovremmo essere capaci di riconoscere che dopo averli affamati, derubati, corrompendo i loro governi e inquinando le loro falde acquifere, è giunto il momento della restituzione del debito. Perché è l’Europa e l’Occidente in genere a dover risarcire il continente nero delle razzie che più o meno da sempre si sono perpetrate in quelle terre.
Dicono, ci rubano il lavoro, sono dei delinquenti, prova ad andare a fare nei loro Paesi quello che loro vengono a fare qui da noi.
E li dobbiamo pure mantenere. Ma le cifre, i dati di fatto, raccontano un’altra verità. Che ci parla di donne e di uomini che nella stragrande maggioranza dei casi passa dall’Italia per andare altrove. Che qui non si vuole fermare.
Aiutiamoli a casa loro, è il volto buono del razzismo che finge di non sapere l’evidenza dei fatti.
Di guerre e regimi che noi armiamo e fomentiamo perché ci servono i loro diamanti, il coltan dei nostri cellulari, il petrolio per le nostre scelte energivore…Cambiare passo vorrebbe dire, semplicemente, togliere il disturbo. Battere in ritirata, chiedendo perdono per ciò che abbiamo combinato.
Ma nel frattempo, saper accogliere poveri cristi che affrontano l’indicibile per giungere sulle nostre coste in cerca di un’opportunità, di libertà e giustizia. E di futuro.
Converebbe, anche economicamente. La politica dei centri di detenzione, della “gestione dell’emergenza”, del rimandiamoli a casa loro costa tanto, e non sposta di una virgola la questione.
Una cosa però la produce. Si chiama morte. ( di Marco Boschini )
Il Finale
Ci piacerebbe dire che è in corso un lento lieto fine dove tutti vissero, sul felici e contenti potremmo anche aspettare, ma almeno sul vivere... invece non ci siamo ancora.