Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Sembra oramai accertato che i ciclisti italiani siano i più maltrattati e i meno considerati d'Europa. Nemmeno Nibali, con la sua straordinaria vittoria al tour de France, è riuscito a modificare il concetto che la politica italiana ha delle due ruote. E a niente pare sia servito nemmeno il presentarsi in bici al posto di lavoro del presidente Renzi o del sindaco Marino.
L'ultima cattiva sorpresa fatta dalla politica ai ciclisti italiani arriva da un emendamento di Scelta Civica che boccia il progetto, che sembrava all'apparenza condiviso da tutti, di permettere alle biciclette di andare sulle strade contromano. Naturalmente non in maniera generalizzata su tutte le strade ma, a certe precise condizioni, avere la possibilità di aggiungere al cartello di divieto di transito l’avviso "eccetto bici".
Il famoso "controsenso ciclabile", non certo una novità perché presente da anni in molti dei paesi europei più attenti al cittadino come Francia, Belgio, Svizzera e in tutti i grandi paesi del Nord.
In Gran Bretagna qualche tempo fa il Premier Cameron fu beccato, senza scorta e con caschetto, da una telecamera in bici contromano in un viale di Nottingh Hill per cui dovette scusarsi e pagare una multa. Ma l'opinione pubblica inglese insorse in massa ed ora sui cartelli londinesi di divieto di transito si può notare la fresca aggiunta "eccetto bici". Loro sono molto più rapidi di noi e/o forse non esiste un partito come Scelta Civica (ma anche tutti gli altri in commissione hanno votato contro).
Non sappiamo le motivazioni, ma sarei molto curioso di conoscere il motivo di tale divieto.
C'è stata una dura protesta della Fiab (l'organismo che raccoglie gli amici della bicicletta), che aveva dato per scontato l'assenso ad una cosa che sembrava tanto logica e presente in molti altri paesi civili, ma senza esito. Erano addirittura già in atto sperimentazioni in diverse città italiane sulla viabilità contromano, ma ora dovranno adattarsi al nuovo codice stradale che non ammette deroghe.
Ma questo è solo l'ultimo dei regali che la politica e gli amministratori locali fanno agli amanti della bici e ai ciclisti. Sia agli amanti della bici che la usano per diletto, per sport, per svago e per piacere (di cui non possiamo che apprezzare lo spirito e a cui deve andare il nostro incoraggiamento per quello che fanno, una pratica salutare per l'ambiente e per loro stessi), che ai molti ciclisti per necessità.
I ciclisti per necessità non sono pochi come si può pensare. Sono sempre di più e sono rappresentati da quelle persone che non possiedono mezzi alternativi di spostamento, come i poveri, gli indigenti, chi ha un solo mezzo a motore e serve al coniuge o al figlio, sono gli anziani sempre più numerosi che non hanno parenti prossimi o vicini oppure che non vogliono importunarli con le loro necessità.
Una pista ciclabile e sicura per brevi spostamenti sarebbe loro estremamente utile.
Tutte queste categorie sono state sempre penalizzate dalla politica e il nostro paese, che si trova purtroppo e costantemente nelle parti basse della classica che indica la civiltà delle nazioni in base a rilevazioni di organizzazioni internazionali (evasione, corruzione, libertà di stampa eccetera), pur avendo condizioni climatiche molto più favorevoli di altri si colloca, anche in questo caso, agli ultimi posti in queste graduatorie. Sono graduatorie di organizzazioni indipendenti realizzate a scopo statistico ma rendono molto bene l’idea della “civiltà” di un popolo e della propria classe politica.
Difficile capire bene il motivo di tale ritardo. Non c'è dubbio che motivi di ristrettezza economica condizionano fortemente questi progetti ma credo che da sola questa motivazione non regga. Soldi vengono spesi dagli Enti Locali a volte per delle banalità, nei casi eticamente e penalmente corretti (feste paesane, gemellaggi, viaggi promozionali, eventi sportivi), altri in forme meno corrette eticamente oppure francamente clientelari (perizie, incarichi fasulli a familiari, parenti e affini, consulenze varie e di solito inutili o superflue).
Credo che alla carenza effettiva di risorse vada aggiunta una certa mancanza di sensibilità. Si preferiscono altri argomenti: dialettica, a volte aspra, come le opposizioni, lotte interne ed esterne per incarichi politici, rapporti non sempre idilliaci fra amministratori e partiti di riferimento, riferimenti continui a situazioni nazionali od internazionali con grande perdita di tempo ed energie.
Non che un amministratore non si debba occupare anche di grandi questioni internazionali, ma proprio perché ricopre il ruolo di chi deve amministrare il proprio territorio, e dare risposte concrete ai cittadini che lo hanno eletto, i grandi problemi del mondo dovrebbero rappresentare solo una parte sufficientemente ridotta del proprio interesse. E sopratutto del suo tempo e delle sue energie. Si leggono invece continue polemiche su argomenti che poco hanno a che fare con i problemi che affliggono cronicamente le comunità come la situazione delle strade, del lavoro, dello stato sociale, i mille problemi che un comune può avere e che chiedono invece un'attenzione costante e molto tempo a chi deve amministrare.
Le piste ciclabili quindi sono argomento secondario e forse irrilevante per gli amministratori pubblici.
Eppure in ogni riunione pubblica a cui io abbia partecipato, e in cui appariva come argomento la viabilità, il problema delle piste ciclabili per brevi spostamenti comunali o intercomunali è stato costantemente sollevato. Dal pubblico, di solito, dai comuni cittadini, che al momento appaiono gli unici che appaiono rendersi conto della loro necessità e utilità.
Chi ha avuto occasione di viaggiare nei paesi europei fra le altre cose che avrà notato (pulizia, uffici che funzionano, treni e mezzi pubblici in orario) ci sarà anche la diffusa presenza delle piste ciclabili e il grande uso che i cittadini ne fanno. Risparmiando benzina, soldi, rispettando le città e l'ambiente, acquisendo consapevolezza e salute. Siamo molto in ritardo, forse anche in maniera colpevole visto che i nostri comuni sono situati in pianura e non avendo una grandissima estensione sarebbero in una condizione ottimale per la loro realizzazione.