Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
DILE (portalumino o brucia essenze in ceramica pezzo unico) 17cm circa
Continuando le mie interviste agli artisti del territorio, sono tornata ad Asciano per incontrare Chiara, abile scultrice della creta.
La sua casa, il laboratorio ed un grande giardino affacciati sulla valle ed immersi nella luce e nell’aria, pur se vicini ad altre costruzioni, fanno pensare ad un piccolo borgo a sé stante. Questo insieme di spazi estremamente accoglienti e un po’ misteriosi, mi ha fatto pensare ad una Wunderkammer (espressione tedesca che dal XVI al XVIII secolo, veniva usata per indicare particolari ambienti in cui i collezionisti erano soliti conservare raccolte di oggetti straordinari per le loro caratteristiche intrinseche ed estrinseche). Mi è apparso come una camera delle meraviglie, un gabinetto delle curiosità, meglio, poichè questo luogo è molto poetico, la associazione alla trasposizione adulta delle scatole in cui da bambini racchiudevamo le piccole cose straordinarie del nostro mondo infantile (personalmente possedevo una piccola valigia cartonata verde oliva). Mobili piacevoli, tende esotiche, scaffali pieni di dischi e di libri esibiscono in mezzo a loro manufatti unici, oggetti d’argilla costruiti con tecnica personale, tazzine pronte per un buon caffè.
Tutto in qualche modo è riuscito a toccare immediatamente la mia fantasia.
Comunque le cose più preziose Chiara le porta su di sé: un sorriso splendente, bellissimi occhi di luce e di acqua, una voce sicura e suadente e mani che disegnano ed accarezzano l’aria come se anch’essa fosse suscettibile di trasformazioni e mutamenti, di manipolazioni e metamorfosi. Con queste peculiarità ed un linguaggio molto personale, interessante e colto, mi ha parlato del il suo mondo fatto della “terra” che ha manipolato per le sue opere, ma che ha anche calpestato nei suoi viaggi e nei suoi soggiorni in paesi lontani. In senso lato lavorare l’argilla è lavorare la terra, ma in questo caso occorrono perizia, sensibilità, sapienza, pazienza, coraggio e desiderio di sperimentare; caratteristiche che non mancano certo a quest’artista di talento.
La sua passione forte e delicata, le sue tranquille ed esperte movenze, permettono al materiale che lei adopera di sviluppare al meglio le proprie potenzialità plastiche ed all’artista di consegnarci creature che da zolle si trasformano, tra le sue abili mani, in preziose “sculture”.
Nota Biografica
Fin dall’inizio degli anni ’80 si interessa di arte ed impara a dipingere e a modellare la creta nell’Atelier di Francesco Bini e Fabrizio Daini. Nel 1982 ha un incarico a scopo formativo per il restauro delle ceramiche rinvenute nella Certosa di Calci dal Museo di Storia Naturale della Certosa di Calci (Pisa).
Viaggia in Europa e Nord Africa, esponendo e vendendo i propri lavori. Nei primi anni ’90 organizza laboratori di pittura murale con i bambini, nell’ambito dei quali viene realizzato un murales per la città di Pisa.
Nel 1993 espone per la prima volta le proprie sculture in una mostra presso Gasoline di Pisa, insieme alla pittrice Lorena Sireno. Nel 1995 Viaggia in Nepal e Tibet.
Nel 1997 realizza scenografie per il gruppo musicale I RAN. Nel 2001 è aiuto direttore di produzione per riprese televisive di alcune puntate del serial “Un posto al sole”.
Nel 2003 è coordinatore organizzativo e segretario amministrativo per Vesevo Film nella produzione: Il sogno nel casello, regia Bruno De Paola. Nel 2004-2006: si avvicina alla drammaturgia dei sensi e collabora con Umberto Franchini (della Compagnia Teatro de los Sentidos di Enrique Vargas) alla realizzazione del labirinto sensoriale, Il Canneto, liberamente ispirato al mito di Narciso, realizzato per la Fondazione Sipario di Cascina, firmando il percorso olfattivo.
Ha lavorato come trovarobe e scenografa per l’allestimento teatrale Slovik, presentato presso il Centro Culturale S. Bernardo e presso la Chiesa di S. Zeno di Pisa. Dal 2005 frequenta l’Atelier del ceramista Iani Venuta dove apprende le tecniche di smaltatura della ceramica e avvia una collaborazione per la creazione di stufe in argilla.
Nel 2010 tiene laboratori di manipolazione dell’argilla per i bambini del Campo Solare presso la fattoria “La Colombaia” a Fauglia (Pisa)… e quel giorno mi venne incontro il pesce iperboreo, luce calda dalla bocca, profumo dolcissimo dalle scaglie colorate… da allora ripeto e ripeto per ritrovare dietro ai miei occhi le sue innumerevoli forme.
INTERVISTA:
1.La tua biografia in poche linee. Racconta come ti sei avvicinata all'arte.
Sono cresciuta in una famiglia che amava molto l’arte; mio padre e mia madre ci hanno abituato a vivere tra oggetti e manufatti carichi di bellezza e di storia. Poi, verso i vent’anni ho conosciuto degli artisti che mi hanno avvicinato al loro mondo e mi hanno fatto entrare in contatto con l’argilla; per la prima volta le mie mani hanno trasformato i miei pensieri in forme.
2. Che cosa stai facendo in questo periodo?
Continuo la mia produzione di pesci in ceramica, scaturita dall’incontro a Siracusa con Fabrizio Santiglia e contemporaneamente sto realizzando alcuni soggetti che riprendono la tradizione delle “Teste di Moro” siciliane ed elaborati di altro genere che sto cerco di raccogliere per una futura mostra.
3. Come ti definiresti?
Un’autodidatta che ha avuto incontri con artisti ed artigiani importanti, dai quali ha ricevuto preziosi suggerimenti e magnifiche esperienze. Henry Moore è stato il mio faro di riferimento predominante, seguito dagli artisti espressionisti ed impressionisti.
4. Qual è il tuo messaggio?
Mi piacerebbe riuscire a trasmettere emozioni ed in particolare, ora che sto invecchiando, ho la presunzione di voler lavorare sugli Archetipi (essi sono l’essenza sostanziale delle cose sensibili, sono le immagini primordiali contenute nell’inconscio collettivo, che riunendo le esperienze della specie umana e della vita animale precedenti, costituiscono gli elementi simbolici delle favole, delle leggende e dei sogni). Da giovane, affascinata dalle idee e dalle opere di Michelangelo, secondo il quale le forme sono già insite nella materia, ho lavorato perlopiù a far emergere nelle mie opere, la casualità e l’istinto.
5. Come nasce un'idea? Che cos'è per te l'ispirazione?
E’ il pezzo di creta che con le sue forme mette in movimento la mia immaginazione, poi si aggiungono: il movimento (per esempio nella forma del pesce cerco il movimento della curva della coda) e la visione dell’opera da creare intesa come fantasia e come studio accademico di riproduzione dal vero. Tendo comunque sempre a lavorare da autodidatta, prima realizzo il lavoro e solo dopo sarei disposta a disegnarlo. Per quello che mi riguarda, l’ispirazione è legata alla metamorfosi, all’incontro tra l’umano e l’animale; la figura si allunga e si scompone, si arrotonda e si srotola, il corpo si mette al servizio delle emozioni perché secondo me le opere si dovrebbero poter toccare, accarezzare e scivolarci sopra con morbida dolcezza.
6. Che cos'è l'arte?
L’arte è linguaggio ed anche se può sembrare retorico, è il mezzo attraverso il quale l’uomo può esprimere l’essenza delle cose antropiche, ma anche non umane.
7. In che circostanze ti vengono le migliori idee?
Per un certo periodo legato al malessere, le idee si affacciavano con il mal d’amore, le insoddisfazioni, la tristezza, le frustrazioni, poi mi sono chiesta se tutto questo fosse giusto ed ho cominciato a viaggiare. Le idee sono cominciate ad apparire con questa nuova situazione in cui i viaggi non erano solo legati al territorio, ma anche al contatto con la gente. Comunque sto parecchio da sola.
8. Come capisci se per te un'idea è valida o no?
Mi accade nel momento in cui mi innamoro di quello che sto creando; è un passaggio che si è evoluto nel corso degli anni. Quando questo accade lascio un po’ il lavoro e un po’ lo riprendo, via via lo rifinisco e lo raffino sia con le mani che con il sentimento. Infine ne valuto anche i difetti che però mantengo perché fanno ormai parte della storia dell’opera.
9. Ti dispiace doverti staccare da un’opera che hai venduto?
Si perché sono un’accumulatrice, una collezionista anche se in realtà quando l’ho venduta me ne sento anche liberata. Comunque mi fa piacere sapere che le mie cose siano anche da altre parti.
10. Quando e come hai iniziato a vederti come un'artista?
In coscienza direi che è cosa recente, solo negli ultimi cinque anni mi accade di non ribellarmi alla parola artista, ma di associarla al mio nome.
11. Quali idee creative ti piacerebbe realizzare?
Mi piacerebbe poter realizzare un’enorme scultura di un uomo che dorme e vorrei che fosse collocata su una delle colline di Cecina.
12. Ti consideri un’artista postmoderna (artista degli anni ottanta del Novecento che tende all'impiego, in una stessa opera, di forme estetiche diverse, recuperate anche dal passato)?
La parola “postmoderno” per una della mia età, è una definizione che mi inquieta parecchio perché ha portato anche a brutte realizzazioni architettoniche ed artistiche in genere, comunque sono stata e sono vicina alla “street art”, molto all’arte africana (dal Mali in giù) ed a tutta la storia della ceramica a cui riconosco nell’antichità una sapienza ed un’accuratezza per cui tutto è già stato inventato.
13. Come si deve valutare un'opera artistica?
Per quello che mi riguarda se un’opera mi piace, mi emoziona e mi comunica qualcosa, per me è valida.
14. L'artista deve reinventarsi ogni giorno?
Non lo considero un dovere, ci sono periodi in cui segni una linea, la completi con un significato e questo basta per vivere di rendita; poi, come la vita, ci sono momenti in cui devi riconsiderare, valutare, ripensare ciò che stai facendo, a volte devi anche mettere in discussione convinzioni che per te erano i pilastri del tuo mondo.
15. Che artisti ammiri e in che modo hanno influenzato le tue opere?
Mi piacciono molto: Egon Schiele, Henry Moore, Michelangelo, Leonardo da Vinci nella sua visione globale, Basquiat, Pollock, Dalì, Bacon, Picasso, Frieda Kalo, Rivera il muralista, Sinquero.
16. Quale tra le tue esperienze è la preferita?
Le mie prime lezioni di tornio, che sono state di grande stupore, entusiasmo, meraviglia, sicuramente perché legate a ciò su cui stavo lavorando da tempo e che riguardavano la sinergia tra leggerezza e stabilità.
17. L'arte autentica è l'arte necessaria?
L’arte è necessaria.
18. Si compra l’opera o si compra piuttosto l’artista’
Nell’ipotesi che preferisco si compra l’opera; nel mondo del collezionismo si compra l’artista.
19. Nell'arte non ci sono guide, come sai qual è la cosa successiva che devi fare?
Ho quantità di idee in sospeso, spesso trovo il tempo e la congiunzione giusta per realizzarle. Credo che questo dipenda dalle necessità della maturazione interna di un’idea, oltre che dagli ostacoli pratici che si aggiungono.
20. Che ruolo hanno giocato nella tua traiettoria le figure del mercante, rappresentante, gallerista ed intermediari in generale?
Sono tutte figure che ho rifiutato per principio e per molti anni, però il felice incontro con Fabrizio Santiglia, curatore della galleria “Fish house art” di Siracusa, mi ha insegnato a fidarmi pur mantenendo una grande cautela, non solo di carattere economico, nei confronti del mercato.
21. Che tipo di commissioni vorresti avere?
Mi piacerebbe molto la scultura di arredo da giardino, avrei varie idee da realizzare.
22. Quali sono gli strumenti, le tecniche con cui preferisci lavorare?
Le mani.
23. Che cosa consiglieresti a quelli che iniziano?
Di lavorare ed ascoltare se stessi, senza preoccuparsi del dopo e di “a che cosa serve”.
24. Metti le tue opere in rete? Dove possiamo vederle?
Ne potete vedere una serie su www.fishhouseart.it
25. Quali progetti per il futuro ci sono nel tuo cassetto?
Spero di presentare una mostra tra un paio d’anni e di poter proporre l’uso dell’argilla nell’arte terapia.
26. Quale dei tuoi lavori è quello che più ti piace?
L’ultimo.
27. Quanto le tue esperienze ti hanno influenzato ed in che modo si ritrovano nelle tue opere?
Arte, vita, lavoro… sono il percorso che fa progredire gli uomini, tutte queste componenti della vita si dirigono verso l’unità, il completamento dell’individuo che le adotta e ne usufruisce.
28. Collezioni qualche oggetto?
Si, tutto e sempre: pietre, tartarughe, accendini, candelieri, legni, attrezzi per lavorare…
29. Regalaci un libro, una canzone, un film, un disegnatore, illustratore o pittore.
I libri che preferisco sono: “Elegie duinesi” di Rainer Maria Richter e “Servirsi della luna” di Johanna Panugger e Thomas Poppe; per quel che riguarda la musica mi piacciono le composizioni di Moondog e le canzoni di Dudu Manhenga; per quello che riguarda i film mi piace molto “Gran Torino” di Clint Eastwood, “Il castello errante” di Hayao Miyazaki e tutti i film degli anni cinquanta