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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Massimiliano Angori, Presidente
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Doppio evento a Vecchiano per l'80esimo anniversario della Liberazione d'Italia.
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Non avrei mai voluto vederti così
Ma è inevitabile
Chiudo gli occhi per non guardare
Ma quella livida rigidità
appare scompare riappare
Io ti .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
STORIA
La ghigliottina

10/9/2014 - 18:22


La ghigliottina è lo strumento di morte notoriamente legato alla pena capitale, quanto meno dal punto di vista storico, e questo probabilmente perché fu utilizzata dopo una rivoluzione popolare contro un re assolutista e sua moglie: il 21 gennaio 1793 il Re di Francia Luigi XVI fu decapitato per volontà del popolo e così toccò alla moglie Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena il 16 ottobre del 1793.

Da un punto di vista più massmediatico, invece, lo strumento di morte più conosciuto attualmente come braccio armato della giustizia è la sedia elettrica, tutt’ora vigente in alcuni stati americani.

Origini storiche della ghigliottina
La ghigliottina ha un origine storica che non la identifica con lo strumento comunemente considerato e che risale a tempi remoti in cui la decapitazione veniva utilizzata come punizione contro atti che contrastavano con il diritto vigente scritto o consuetudinario. Esistono prove in molti archivi di marchingegni simili alla ghigliottina utilizzati in Inghilterra, Scozia, Irlanda , Germania e Italia dal ’500 fino al 1870 anno in cui fu abolita nello Stato Pontificio.

La ghigliottina fu progettata e realizzata durante le prime due settimane dell’aprile del 1792 e il 17 aprile dello stesso anno era pronta per essere utilizzata. Non fu però Joseph-Ignace Guillotin a realizzarla bensì un musicista tedesco, Tobias Schmidt, che non riuscì a brevettarla perché il Ministero degli Interni francese rifiutò di riconoscergli la paternità della macchina considerandola non commerciabile e appartenente di diritto allo Stato francese. Schmidt costruì la ghigliottina secondo le indicazioni e i disegni di Antoione Louis, segretario dell’accademia di medicina, mentre Guillotin fu uno dei relatori della legge che prevedeva, in 6 articoli, le nuove norme per l’esecuzione capitale e fra queste anche la decapitazione come suo strumento di giustizia.

Il primo condannato a morte ucciso dalla ghigliottina fu Nicolas Pelletier, giustiziato il 25 aprile 1792 mentre l’ultimo fu Hamida Djandoubi, colpevole dell’omicidio di una ragazza che fu giustiziato il 10 settembre 1797. L’ultima esecuzione pubblica per mezzo della ghigliottina fu eseguita su Eugene Weidmann il 17 giugno 1939 di fronte ad una folla molto ampia.

Origine del nome
La ghigliottina fu considerata, sia dalla stampa che dall’opinione pubblica, opera di Antoine Loius e inizialmente fu battezzata Louisette o Petit-Louise con un certo sconcerto da parte del suo ideatore. In seguito  la stampa la ribattezzò Guillotine, cercando così di appioppare l’idea al deputato che aveva presentato la legge sulle esecuzioni capitali per mezzo del taglio della testa ma anche quest’ultimo se la prese a male per il nome e non partecipò mai ad alcuna esecuzione. L’unico, invece, che avrebbe voluto farsi riconoscere la paternità della macchina, Tobias Schmidt,  non fu minimamente considerato da nessuno.

Diversi furono i luoghi in cui venne posta durante gli anni del suo servizio. Dopo essere stata trasferita su alcune piazze celebri in cui venivano eseguite condanne politiche e penali come Place de la Réunion e Place de Gréve, si decise, nell’ottocento, di collocarla davanti alle carceri dove erano detenuti i condannati che dovevano essere giustiziati.


Com’era fatta la ghigliottina?

La sua struttura come è stato mostrato innumerevoli volte in film, documentari, riviste, fumetti, ecc., era composta da un basamento al quale erano fissati due montanti che distanziavano una quarantina di centimetri l’uno dall’altro ed erano alti quattro metri; quest’ultimi erano uniti da una barra sulla quale era montato un disco girevole sul quale era avvolta una fune.

La lama che inizialmente era stata progettata come una mezza luna e in seguito fu invece deciso che fosse una lama obliqua (decisione consigliata dal re Luigi XVI che ebbe poi un incontro sfortunato con la sua idea) era posta fra i due assi e caricata con un peso per aumentarne la velocità e la forza di impatto.

L’esecuzione avveniva ponendo il condannato in posizione orizzontale sopra ad un asse, il suo collo veniva immobilizzato da due lunette di legno, una inferiore e una superiore, e la lama veniva rilasciata tagliando di netto il collo. In origine la testa veniva presa per i capelli e mostrata al pubblico: da qui alcune leggende metropolitane che narravano di teste che si lamentavano o che mostravano qualche movimento, ma fu abolita perché ritenuta, in epoca più moderna, troppo cruenta.

La pena capitale fu abolita in Francia nel 1981. Attualmente viene utilizzata in 68 paesi.

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