Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Leggo un articolo, ricevuto da un amico, che rendiconta un’indagine svolta dalla UE. Da aprile a maggio sono stati intervistati 28000 cittadini europei per valutare le percezioni, gli atteggiamenti e le pratiche dei cittadini dell'UE in materia di ambiente. Leggo che le cifre percentuali riportate sono alte, tutte al di sopra del 50%, cifre percentuali alte che parlano di cittadini che si dichiarano attenti alle politiche ambientali. Si va dal tema dei rifiuti, a quello delle risorse idriche, alla qualità dell’aria, addirittura il 77% dei cittadini dell'Ue crede che i problemi ambientali si ripercuotano direttamente sulla loro vita quotidiana. Leggo ancora che il 93% ritiene che i grandi inquinatori debbano risarcire i danni ambientali causati e il 59% ritiene che, per misurare i progressi nei rispettivi Paesi, i fattori sociali e ambientali dovrebbero essere considerati importanti tanto quanto i criteri economici.
Leggo e penso.
Leggo, girando per la rete, che oltre oceano, in Costa Rica più del 95% dell'energia elettrica che si consuma viene prodotta da fonti rinnovabili. Il Paese, un punto di riferimento ecologico a livello mondiale, è ad oggi il più verde del mondo. Leggo che una piccola, grande nazione senza esercito, al primo posto nell'Indice di Impegno Ambientale dell'America Latina e quinta a livello mondiale, che ospita più del 5% della biodiversità del pianeta: è il terzo Paese con l'aria più pulita del mondo e l'unico ad aver protetto la maggior parte del proprio territorio, dato che circa il 30% è rappresentato da parchi naturali e riserve statali e più del 5% da aree protette private.
Leggo e penso.
Leggo che da noi, in Italia, il Bel Paese, culla e patria del Rinascimento e dalle bellezze naturali che nulla hanno da invidiare al resto del mondo, è ancora vivo il dibattito su antropocentrismo e biocentrismo e si tende a dividere il capitale umano da quello naturale. Leggo che è giunto il momento di orientarsi verso un antropocentrismo moderato o "di relazione", basato su un'umanità che sa vivere in armonia con le persone e l'ambiente che lo circonda. E' questa l'unica premessa culturale che permetterà di stabilire un rapporto maturo tra capitale umano e capitale naturale anche nel nostro Paese.
Leggo e penso.
Anche da noi, a livello locale e regionale, il dibattito è vivo e c’è molto da leggere, c’è molto da pensare.
Leggo che il progetto della grande derivazione del fiume Serchio, il Tubone (21 milioni di euro, anni di studio e seminari di approfondimenti), adesso è tutto pronto o quasi, salvo non avere certezze sulla reale utilità e usabilità dell’opera. Si legge che la valutazione certa potrà essere fatta solo post opera e già questo è un non senso: penso. E leggo che non sappiamo ancora chi gestirà il Tubone e i monitoraggi e gli studi e tutto quello che è previsto post opera. Leggo ancora che quel che si sa è che, in ogni caso, serve una sinergia di interventi, altrimenti la sola cura Tubone non sarà efficace.
Leggo e penso.
Leggo, quando ancora non si è sedata la preoccupazione per le strade bianche del Parco e la polemica dei 32000 scouts e dei 3 dromedari, la nuova proposta di legge della Regione Toscana sul riordino dei Parchi, che dovrebbe finire il suo iter entro questo anno.
Leggo e penso.
La legge ridefinisce numeri e funzioni, competenze e ambiti di azione e progettazione politica della comunità del Parco, accentrando tutti i poteri alla Regione… lontano lontano dal cuore del sentire e del capire, del vivere fragilità e opportunità di un territorio, che poi è comunità di uomini e di donne.
E ancora leggo, o meglio penso di capire, che potrebbe essere rimesso in discussione il Parco vero e proprio, nel senso che si parla di perimetrazione (confini) oltre a ridefinizione delle aree contigue secondo le norme della legge 394/1991 (si, proprio quella che stanno modificando nelle aule parlamentari). Sembrerebbe che il nostro Parco passerà attraverso un processo di dimagrimento paria a 10.000 ettari (superficie delle aree contigue) e sento le voci, i richiami delle sirene…e penso a Marina di Pisa, Tirrenia, Calambrone, Torre del Lago, Viareggio e le loro aree contigue.
Un occhio non tecnico come il mio legge e pensa di capire che il Parco rappresenta solo vincoli e confini, protezione e conservazione, lentezza e rispetto, azioni di manutenzione e di cura. Tutte parole antiche, che oggi nel nostro mondo dinamico, dominato dal mordi e fuggi non solo turistico, rappresentano la fatica di fare e scegliere, anzi di fare e scegliere bene. Tutte parole antiche, che però oggi rappresentano la sfida e la capacità di una nuova idea di futuro, penso.
Quello che leggo mi sembra che dimentichi totalmente la molla che fece nascere il Parco. La nascita del Parco avvenne in seguito ad un successo… quello di avere fatto saltare il banco ad una operazione speculativa di dimensione nazionale. Il che avvenne anche altrove e in diversi e importanti casi Cederna fu tra i sostenitori più prestigiosi e combattivi. Leggo che i Parchi oggi dovrebbero chiedersi cosa loro possono fare per il paese, ma penso che si dimentichi che già allora non si limitarono a dirlo ma lo fecero anche se non dappertutto; impedirono malefatte sul territorio più pregiato (lo penso e lo scrivo saccheggiando Moschini, che spero mi perdonerà).
Mi scrive un amico e mi dice di essere preoccupato, ha letto la legge, e anche lui pensa di capire che si eliminano i piani di gestione, che si parla di un unico strumento di pianificazione: il piano integrato del parco così come caratterizzato nell'art. 27. Ma è soprattutto preoccupato dal fatto che sarà il consiglio regionale ad adottare e ad approvare il piano del parco.
E le comunità locali? Pensa.
Tagliate sotto le parole d’ordine ridurre e semplificare! Penso. E come si fa?
Un bel taglio a confronti, discussioni, dibattiti fra i vari soggetti del territorio, con questa legge si cancellano 30 anni di contatti, rapporti tra istituzioni e cittadini delle nostre comunità.
Il timore è che avranno il semaforo verde i gruppi di potere e di interesse che stenderanno la loro lunga mano fino a dove potranno. Penso.
Proteggere determinate zone significa porre attenzione non soltanto ad aree limitate, circoscritte, ove vi siano regole da rispettare, ma permettere all’intero ecosistema di avere la possibilità di riequilibrarsi e di rigenerarsi. Ed è per questo che un “ambiente”, per di più protetto, non è solo un luogo fisico: è soprattutto un modo di pensare diverso la relazione con l’ambiente, ma anche il rapporto dell’uomo con sé stesso e dell’uomo con l’altro uomo.
Non ho più voglia di leggere, non ho più voglia di pensare.
Mi fermo qui, sperando di non aver saputo leggere bene una legge e di aver preso un abbaglio.
Spero.
Spero di aver evocato mostri e mostruosità a sproposito e spero di aver ingoiato un "gufo".
Spero nel verde e marrone che vedo sempre nei disegni dei bambini, loro usano questi colori per dar vita al "parco che non c'è", quello dove solo i bambini possono accedere grazie alla loro immaginazione seguendo la seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino.
Spero, infine, di non far la fine di chi visse sperando...e così mi son portata avanti col lavoro.
Speriamo.