Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Nella vita quotidiana raramente troviamo momenti di quiete, sempre alla rincorsa d'impegni da mantenere, di cose da fare, sempre in mezzo alla “bolgia”. Da qui e da alcune riflessioni fatte insieme, ci siamo ripensate in silenzio, riflettendo su come sarebbe se ognuno stesse zitto, se nessuno avesse più niente da dire o il coraggio di parlare.
Cos'è il silenzio? È bello o brutto, positivo o negativo? sicuramente può essere entrambe le cose, dipende dall'uso che se ne fa, così come del parlare, ricordando un antico detto Sioux :
“ la lingua può impiccare l’uomo più veloce di una corda “
Amica1
I miei primi 17-18 anni li ho passati nel silenzio: chiudo gli occhi e mi rivedo, magra, schiva, silenziosa, con gli occhi rivolti perennemente verso il basso, rossa paonazza se qualcuno osava rivolgermi la parola, timida all’inverosimile.
Non ricordo chi o che cosa mi abbia condotto fuori dal buio… forse l’Università dove per caso mi ritrovai ad essere la più piccola… quindi pura sopravvivenza.Più tardi, catapultata nel mondo del lavoro, ho cercato e rivalutato il silenzio e tutte le sue sfaccettature.
Quante volte abbiamo ascoltato ciò che sa evocare o far risuonare in noi? Pace, paura, riflessione. Quante possibilità ci offre?
C’è il silenzio che accompagna il morente, il silenzio della vicinanza, quello della lontananza, quello necessario per la creatività e quello tra una nota musicale e l’altra. Possiamo stare in silenzio per dare o per ricevere, per chiedere spiegazioni o per avere una risposta eloquente.
Eppure il silenzio a volte fa paura. Perché? Chi lo sa… forse perché le nostre cellule, in quel meraviglioso mondo di moltiplicazione e crescita, sono immerse nei rumori attutiti del grembo materno: il rassicurante battito cardiaco, la calda voce della mamma, il gorgoglio dei visceri…Paradossalmente i bambini dormono più serenamente in un ambiente abitato da suoni anziché nel silenzio totale. Il silenzio è per loro l’assenza della mamma e qui per la prima volta conosciamo il panico interiore che ci segna negli anni e si maschera chiamandolo con tanti nomi tante sono le fobie, ma è sempre lui: il terrore di essere abbandonati. Da qui la paura del silenzio.
Ciononostante da adulti lo cerchiamo perché ne sentiamo la necessità: il suono demoniaco e interminabile della sveglia al mattino, le perforanti suonerie dei telefoni, i clacson seccanti delle automobili, i fischi dei fax, la televisione che grida disgrazie. Spegniamo per un attimo il mondo e lasciamo accesi solo i suoni della natura: ci ritroveremo a cogliere l’intensità di uno sguardo, la freschezza di un profumo, la morbidezza di un gesto, la dolcezza o l’amarezza di un gusto, la voce della nostra anima…Il silenzio che invece non sopporto e che non voglio è quello che ti si piazza davanti quando si ha la necessità di sentirsi dire una parola di comprensione, di incoraggiamento, di apprezzamento, di empatia. Tutti troppo presi a coltivare il proprio orticello… questa è la realtà!Il silenzio è un’arma a doppio taglio e come in tutte le cose ci vuole buon senso nel saperla maneggiare.
Amica2
Nel silenzio possiamo ritrovare tutto il vissuto di un'ora, un giorno o una vita. “Il silenzio è d'oro”, “meglio tacere e passare per idiota, che parlare e dissipare ogni dubbio”, questo citano proverbi e frasi famose. Il silenzio come una sorta di luogo dove ognuno ha bisogno di sostare, di rimanere, per ascoltare se stesso, per riflettere su ciò che più ci tormenta oppure per gustarci, ripensandole, situazioni belle che ci han fatto star bene; questa è la parte positiva del silenzio.
Esiste poi un silenzio fatto di paure, di mancato coraggio; la paura che una parola in più possa scatenare un litigio, possa provocare reazioni violente e penso a tutte le situazioni familiari in cui uno prevarica l'altro...quando una parola diventa la scusa per comportamenti violenti.
Il silenzio come riparo, quando non riuscendo a sostenere una conversazione, non avendo più argomenti, l'unica via è dire al nostro interlocutore, ma stai zitto, vai.
Il silenzio della stanchezza, quando non si ha più voglia di spiegarci, di parlare con il prossimo, di crederci, sia esso un amico, un figlio o un compagno e non se ne ha più voglia perché si son perse le speranze. Il silenzio dell'omertà, si tace per proteggere qualcuno, per non dire e con la scusa di farci gli affari nostri, si avallano comportamenti e situazioni che danneggiano anche un'intera comunità. E come può essere un luogo di intimità, il silenzio può diventare chiusura verso il mondo e verso gli altri. E' vero è un'arma a doppio taglio, ha anch'esso due estremità di valenza opposta.
Il silenzio come il buio: nel buio si riuniscono e si intrecciano tutti i colori dell'iride, fino ad annientarsi l'uno con l'altro; nel silenzio spesso si intrecciano tutte le emozioni vissute, il rammarico, le parole non dette, i ricordi ed i rimpianti, che se non riesci a dire, piano piano annientano te stesso.