none_o


Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Arabia Saudita
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
Dalla pagina di Elena Giordano
none_a
storie Vere :Matteo Grimaldi
none_a
Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
Il Gruppo di San Rossore
Il DNA del Parco
di Renzo Moschini

18/9/2014 - 16:19


La Voce del Serchio arricchisce il proprio vocabolario ospitando il Gruppo di San Rossore e avviando una collaborazione con questa Onlus impegnata da alcuni anni sui temi ambientali. 

 

 http://www.grupposanrossore.it/ 

 L'anima di questo gruppo è Renzo Moschini che ha un'autentica "passionaccia per i parchi". 

 

Il DNA del Parco

 L’avvio, già prima della istituzione delle regioni, ma soprattutto dopo le politiche ambientali incentrate su nuove leggi e normative, ha inciso in misura determinante nel governo del territorio anche  nelle aree urbane. Ciò è avvenuto però con notevoli differenze tra regione e regione  e anche nell’ambito delle stesse regioni.

Enrico Rossi nel suo ‘Viaggio in Toscana’ riferendosi alla stagione della giunta Bartolini ricorda, ad esempio, con la figura di Adrio Puccini sindaco di Santa Croce sull’Arno, la più significativa esperienza -sicuramente tra le prime in Italia- per rimediare agli effetti rovinosi dell’inquinamento della zona dell’industria del cuoio che ormai aveva raggiunto anche il nostro litorale.

Ricordo bene come l’impegno della provincia permise di raccordare l’iniziativa dell’area del cuoio con il litorale marinese dove era stata promossa una forte protesta contro l’inquinamento dell’Arno e quindi del nostro litorale.

Vuol dire pure qualcosa se, ad esempio, tra le realizzazioni della giunta comunale  di Fausta Cecchini nel 1969, la istituzione a Marina di una spiaggia libera fu considerata tra le  più importanti insieme al piano con cui fu predisposto a Ospedaletto uno spazio  attrezzato per insediamenti economici e commerciali vari ‘sottratti’ alla speculazione edilizia. D’altronde è da quegli  anni che  il comune  comincia a diventare protagonista  di scelte e politiche  non più lasciate unicamente al privato; ricordo ad esempio l’incontro con Ponti su Tirrenia.

Ma non meno significative in rapporto alla città, furono  le iniziative per i Monti Pisani che registrarono una importante collaborazione –vedi il Museo della Certosa di Calci- con l’Università e ovviamente con i rispettivi comuni.

Con le politiche ambientali che entrano per la prima volta nel circuito  istituzionale fino ad allora riservato esclusivamente a strutture tecnico –burocratiche ministeriali, anche le politiche locali, specie in Toscana dove il ‘campanilismo’ imperava, devono allargare i loro orizzonti.

Ne derivò una accresciuta e nuova collaborazione intercomunale a cui concorsero significativamente e in misura determinante le province.Sono gli anni in cui, prima, per iniziativa di Italia Nostra, e poi anche e soprattutto per una certa politica, prende corpo la ‘battaglia’- è il termine giusto e per niente retorico- per la istituzione del parco di San Rossore.

Sono anni che precedono la istituzione delle regioni per cui il PCI presenta una proposta di legge per la istituzione del Parco nazionale di San Rossore che poi lascerà il posto a quello regionale che seguirà di poco quello della Maremma.

Detonatore della vicenda che assumerà fin dalle prime battute un rilievo e una portata nazionali, è il progetto Salviati che avrebbe di fatto cancellato un ambiente straordinario e unico a cerniera tra Pisa e la Versilia. Antonio Cederna ne sarà il vessillifero nazionale a cui si uniranno via via altre autorevoli voci politiche, culturali e giornalistiche.

Vecchiano sarà il motore politico e istituzionale di una mobilitazione che segnerà   anche sul piano nazionale in maniera indelebile la nascita del parco. Qui infatti, come forse in nessun altro territorio pure impegnato nella istituzione di aree protette, risalterà rispetto anche ad una consolidata tradizione storica l’impronta –diciamo pure il DNA-  antispeculativa che specie sulle coste faticava ancora a contrastare fenomeni rovinosi, a cui  solo la legge sul mare dell’82 avrebbe cercato di porre argine.
La sezione del PCI raccolse ben 13.000 firme di cittadini a sostegno della istituzione del parco che se non ricordo male riuscì prima  solo  agli amici del Parco del Ticino Lombardo primo parco regionale istituito in Italia; insomma buon sangue non mente.

E vale la pena di ricordarlo non solo come dovuto riconoscimento a chi allora seppe andare controcorrente ma perché non lo dimentichino coloro che oggi quando sentono parlare di parco storgono la bocca e cianciano sui radical chic.

Naturalmente risultarono  preziosi dibattiti e riflessioni che via via erano andati maturando anche nelle istituzioni locali.
Del comune ho già detto, ma ricordo anche alcune discussioni in Consiglio Provinciale del presidente  Maccarrone e il prof  Favilli, che  dopo avere diretto il Centro Avanzi di San Piero sarebbe divenuto Rettore della nostra Università, sul ruolo della tenuta di San Rossore che solo con la sua presenza contribuiva a garantire alla città aria salubre.  

Discussione niente affatto ‘accademica’ perché, anche personalità pisane come l’ex sindaco di Pisa Italo Bargagna, propendevano per insediamenti sia pure non speculativi in tenuta. C’era quindi un retroterra culturale non trascurabile ma si trattò comunque di una svolta con effetti politici dirompenti.

Il comune di Vecchiano boccia il PRG voluto dal sindaco socialista, mette in crisi la giunta, il PCI pisano assicura il suo sostegno agli amministratori locali e alla locale sezione di partito il che non avvenne certo senza polemiche e contrasti che non impediranno tuttavia di portare a casa un risultato importantissimo che sarà sanzionato nel 1979 con la istituzione del Parco regionale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli.

Già la definizione dei confini del parco farà emergere aspetti e problemi che con il piano Cervellati assumeranno una più precisa e chiara fisonomia.I centri abitati e specialmente urbani dovranno essere inclusi o esclusi?

Ricordo le discussioni anche a cose concluse che seguiranno anche in anni successivi, ad esempio con l’editore Lischi che fin da i tempi di ‘Italia Nostra’ riteneva più che sufficiente oltre alla pineta dei Salviati la Tenuta di San Rossore.

I 24.000 ettari a cui si pervenne comprendevano una ampio territorio della città di Pisa che da allora risultò tra le più ampie incluse in un’area protetta.
Ma questa estensione di cui un terzo era territorio agricolo era connotata anche da una presenza delle acque notevole e diversificata.

Il Lago di Massaciuccoli che  ben pochi conoscevano assunse un rilievo assolutamente inedito con il Serchio che sarebbe poi diventato Bacino Idrografico sperimentale nazionale con l’Arno con sue golene, con lo sbocco al mare e con il Canale dei Navicelli e i suoi raccordi con Livorno. Non è infatti un caso che già nella legge sul mare, la n° 979 del 1982, ossia 9 anni prima della legge quadro sui parchi del 1991, figurasse la riserva marina della Meloria che sarebbe poi approdata al nostro parco qualche decennio dopo.

Mai più appropriata fu la definizione del nostro parco come ‘parco delle acque’.Un parco che a tanti anni dalla sua istituzione possiamo tranquillamente e correttamente definire come innovativo rispetto ad una tradizione che lo voleva incentrato prevalentemente su territori naturali. Concezione che in ‘Uomini e Parchi’ di Valerio Giacomini e Valerio Romani sarebbe stata  revisionata, tanto è vero che alcune  critiche al piano Cervellati arrivarono da una parte di ambientalisti, che  gli rimproverarono proprio la ‘troppa’ attenzione al paesaggio e alla  storia rispetto alla natura.

E non è certo un caso, che parte di questo ambientalismo avrebbe preso le distanze dal libro di Giacomi che polemicamente fu ribattezzato ‘Uomini O parchi’ perché concedeva troppo spazio  e ruolo alle comunità locali a partire da quelle agricole.

Non mancò, quindi fin dall’avvio della gestione del parco, un confronto serrato e impegnativo che tuttavia non impedì una collaborazione stretta tra le istituzioni comunali e provinciali delle due province, le rappresentanze ambientaliste e con gli ambienti universitari, tanto più che i parchi toscani furono affiancati da un comitato scientifico rappresentantivo delle 3 Università Toscane e della Scuola Sant’Anna.

Un libro della Collana dell’ETS sulle aree naturali protette ‘Un quarto di secolo speso bene per l’ambiente’ pubblicato in occasione del venticinquennale  del parco  ripercorre con ampia documentazione e testimonianze dei molti e diversi protagonisti questo percorso che conserva una attualità su cui varrebbe la pena di riflettere anche oggi che sui parchi e il loro destino,  circolano fin troppe banalità e posizioni politiche e istituzionali gravi  e  pericolose.

Renzo Moschini  

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

19/9/2014 - 10:51

AUTORE:
Renzo moschini

Francamente non capisco cosa intenda Guccinelli quando ricorda il mio passato ambientalista. E non capisco cosa c'entri l'oblio nel momento in cui cerchiamo non di dimenticare ma di ricordare
il nostro passato per fare meglio le cose ora.
Renzo Moschini

19/9/2014 - 9:11

AUTORE:
renzo moschini

Sul sito del gruppo www.grupposanrossore.it c'è molto per capire chi siamo e per cosa lavoriamo. Ci sono anche libretti
al riguardo.
Renzo Moschini

18/9/2014 - 18:48

AUTORE:
fausto guccinelli

non fatevi fuorviare il passato ambientalista di Moschini qualcuno lo ricorda bene. Pensate solo che le oltre tredicimila firme a favore del parco furono raccolte dalla sezione del PCI Caro Moschini qualche documento esiste ancora in qualche cassetto....

18/9/2014 - 16:46

AUTORE:
P.G_

Molto interessante questo articolo che ripercorre il difficile cammino del Parco (e della sensibilità ambientale, ancora acerba in quegli anni).
In questo piccolo racconto oltre alla buona politica e alle prese di posizione di autorevoli personaggi, illuminati, che forse avevano capito prima di altri, vorrei aggiungere anche il grande movimento di giovani che in quegli anni affiancò e sostenne quel progetto, che raccolse firme, fece banchetti in ogni città, manifestazioni e opera di convincimento a quelli che credevano ancora nel concetto che lo sviluppo fosse legato in maniera indissolubile alla cementificazione.
Oltre a questa doverosa precisazione sarebbe utile conoscere qualcosa di più su questo Gruppo di S.Rossore. Magari avere anche informazioni sul presente, su cosa sta succedendo al momento, quando si legge (ma non si capisce) da che parte sta andando la politica.