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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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per Fiab Pisa
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
LIBRI
Le emozioni letterarie di Lily

22/9/2014 - 20:37


Chissà quale “gilgul” di anime strattonate e quali “scintille” poderose, non onorate nel modo giusto, verso la pacificazione, hanno minato la mano omicida del rapper britannico dell’Isis  che ha oltraggiato l’”innocenza”. L’”innocenza del giornalista venuto a dire al mondo, a gridare la guerra, l’innocenza, dei bambini uccisi violentati, mutilati. Nessun Dio, comunque voi lo chiamiate, pretende e si lorda del sangue dell’innocenza. Nei secoli passati e nei secoli a venire.
In questo momento in cui la preoccupazione, il dolore, l’indignazione, la “confusione” animano le nostre menti riguardo  alle tragedie delle guerre che spazzano il Medioriente, ho trovato se non risposte certe, tentativi di accordi di spiegazioni in un libro magnifico: “Scintille” di Gad Lerner. E’ un libro “profetico” perché è del 2010. Ma profetico è un termine beffardo, perché lì, in quel mondo, il vortice del  Gilgul è sempre in movimento, pieno di tempeste mai sopite e prevedere l’orrore è solo e comunque guardarsi indietro e aspettare il ripetersi delle vicende. Solo alla terza e attenta lettura di “Scintille” avvenuta in questi “giorni”, ho capito il vero significato di ciò che Lerner guidandoci attraverso la sua “ebraicità” atipica, ha voluto spiegarci.
I nazionalismi estremi, circolari nella loro ripetitività, nei loro messaggi blasfemi, che hanno distrutto e cercano di distruggere le integrazioni “vere”, che arricchiscono nelle diversità, ecco sono loro i responsabili delle guerre, perché generano odio puro, da bestie umane, le più terribili e lontane da Dio. Ma parliamo del libro, “un misto tra autobiografia e reportage” che proprio nel lato più intimo e umano del “parlare di sé” svela una bellezza estrema.
Gad Lerner è un Jehud, cioè un ebreo, nato in Libano ed emigrato in Italia nel  56, quando il “clima” nel paese dei cedri era diventato insostenibile per la sua gente. Ecco è lì che nasce il vortice, il Gilgul, che secondo la Quebbalah non è altro che il tormento delle anime morte, sottratte con violenza al loro percorso umano, uccise o sradicate dalla loro terra. Esse incidono sulla vita di chi resta della loro progenie e che non riesce a pacificarle e onorarle, riconoscendo la loro infelicità e i loro drammi. Perché mai come gli ebrei e adesso anche i palestinesi, un popolo è stato così tormentato. Gad Lerner ad un certo punto della sua vita ha dovuto ricostruire le sue origini, che vanno dalla magnificenza levantina di sua madre Talialla tragedia galiziana della famiglia di suo padre Moshè, sterminata dai nazisti, fino ad arrivate ad Eretz Israel, il ritorno di alcuni di loro alla “terra promessa”.
Non senza strappi, strattonamenti. Senza riconoscere tutto questo non ci sarà pacificazione, non ci sarà “identità”. Senza passato non c’è futuro.
Ma la cosa più importante è che Lerner, attraverso interviste con i personaggi politici importanti nel contesto mediorientale, e legandole alle vicende familiari, individua il vero motivo per cui non può esserci convivenza pacifica fra i popoli: la mancanza, come già detto, di integrazione. Il rispetto dell’altro. Per secoli, non sempre nel modo migliore e non sempre senza “pogrom”, gli ebrei si sono integrati nel tessuto sociale europeo mantenendo ovviamente la loro “ebraicità” religiosa e storica. Nel momento in cui qualcuno  ha spezzato l’integrazione, fomentando l’odio è incominciato il “vortice”, che ha inglobato nel suo furore anche il popolo arabo. Tu mi scacci, io mi riprendo la terra (sionismo) e scaccio te (palestinesi). Nel mezzo gli estremismi, il terrorismo, l’orrore. La soluzione nel “piccolo”. Io sono Gad Lerner, italiano, ebreo, vengo da lontano, Siria, Libano, Galizia, Israele. Io piango Sabra e Chatila e tendo la mano ai miei fratelli musulmani. Non facile, come del resto non lo è la vita. La leggerezza in questo caso come in molti altri, può attendere.
(in questo libro si parla insistentemente di Bruno Shulz, pittore e scrittore galiziano – oggi in Ucraina, ieri Polonia, Russia e prima ancora Impero Asburgico) dal talento inquietante, ucciso dalla bestialità ignorante di un nazista. “Tu uccidi il mio ebreo, io uccido il tuo”. Così spiegò il colpo alla testa che uccise un “seme di bellezza e genialità” al suo rivale che si credeva “padrone” di Bruno. Leggetevi a proposito il libro di Riccarelli “Io sono Bruno Shultz”)

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