Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
La nuova legge sui Parchi
La Giunta Regionale all'inizio di agosto ha deliberato una proposta di legge dal titolo “Norme per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturalistico ambientale regionale” (pdl 352).
Tale proposta di legge si pone l'obbiettivo di riordinare tutte le norme regionali riguardanti le riserve naturali, i siti di ambientali (SIC, ZPS) e i Parchi regionali con lo scopo di riorganizzare i procedimenti amministrativi e rendere tutta la materia più chiara e più semplice.
Questa operazione ha avuto una lunga gestazione con una serie di incontri con “gli addetti ai lavori” ed è, almeno sugli obbiettivi che si pone, non solo ampiamente condivisibile ma anche auspicabile.Tuttavia riteniamo che la nuova normativa sui Parchi presenta alcuni aspetti che devono essere corretti inderogabilmente.
Tali aspetti riguardano il ruolo dei Comuni e delle comunità locali su cui opera la normativa del Parco, il finanziamento degli Enti Parco, l'unificazione in un solo piano della pianificazione nelle aree protette e la pianificazione sulle aree contigue.
La proposta di legge di riordino degli Enti Parco prevede, di fatto, una marginalizzazione dei Comuni nella gestione degli Enti prevedendo per la Comunità del Parco da una parte una funzione solamente consultiva senza poter incidere in nessun atto del Parco e mantenendo al suo interno la presenza del Presidente della Provincia che non ha più nessuna rappresentanza elettiva. Inoltre si prevede che ai lavori della Comunità del Parco debbono partecipare, certo senza diritto di voto, i rappresentanti di agricoltori e imprese che operano nell'area protetta considerandoli di fatto alla pari i Sindaci che rappresentano le comunità che gli eleggono.
Tale configurazione della Comunità del Parco non è sicuramente soddisfacente in quanto i rappresentanti diretti di coloro che vivono nelle aree interessate dal Parco non potranno mettere in campo proposte e problematiche interessanti i loro concittadini se non con documenti senza nessun vincolo ne per l'Ente ne tanto meno per la Regione, che con questa legge, diventa il solo organo responsabile delle politiche messe in atto dai nuovi Enti Parco.
Ovviamente tale situazione non viene riproposta per l'aspetto finanziario in quanto anche la nuova normativa continua a prevedere che gli Enti locali presenti nella Comunità del Parco devono finanziare il funzionamento ordinario dell'Ente Parco. Queste “innovazioni” nelle funzioni e nella composizione dell'Ente Parco deve essere necessariamente rivista eliminando dalla Comunità del Parco i Presidenti delle Provincie e i rappresentanti delle associazioni di categoria e prevedendo per quest'ultimi l'istituzione di una consulta delle associazioni ambientaliste e delle categorie economiche per monitorare i problemi e gli effetti delle azioni programmato rie messe in campo dall'Ente Parco.
Per quanto riguarda i compiti della Comunità del Parco riteniamo utile lasciare quella prevista dall'attuale normativa con l'elaborazione da parte della Comunità di pareri obbligatori su ogni atto di programmazione e di pianificazione del Parco oltre ad un monitoraggio annuale delle azioni fatte e dei problemi incontrati.
Per quanto riguarda il piano unico destinato a sostituire sia il piano del Parco che i suoi Piani di gestione oltre che le azioni di programmazione delle attività annuali, riteniamo che non si possa unificare la pianificazione strategica, la disciplina urbanistica di dettaglio e le azioni di riqualificazione ambientale in un unico strumento anche se suddiviso in due parti (pianificazione e azioni per la tutela ambientale).
Infatti riunire in un solo atto con una temporizzazione per altro molto stringente che rende difficoltoso anche la VAS con adeguata partecipazione da parte delle Comunità locali, porterà ad un piano urbanistico sullo stile dei vecchi piani regolatori in cui si concentrerà l'attenzione sulla disciplina urbanistica di dettaglio senza approfondire più di tanto la strategia ambientale e urbanistica da mettere in campo per arrivare alle finalità dell'istituzione del Parco ovvero alla tutela e alla conservazione di habitat di pregio con l'incentivazione dei ripristini ambientali e lo sviluppo di attività economiche rispettose dell'ambiente anche con la riconversione di attività esistenti ma non compatibili con il Parco.
Per questi motivi riteniamo opportuno che la nuova normativa venga modificata prevedendo la divisione del Piano unico ambientale con il Piano del Parco da far approvare al Consiglio Regionale con un contenuto strategico che preveda la sua attuazione con i Piani di gestione da far approvare al Consiglio Direttivo e dai Consigli Comunali interessati territorialmente secondo la procedura dell'accordo di pianificazione.
In ultimo la nuova normativa prevede una sorta di declassificazione delle aree contigue per le quali si prevede che la pianificazioni non sia più di competenza del Parco ma dei Comuni che si dovranno attenere a delle apposite direttive regionali.
Tale previsione porterebbe,se applicata nel caso del nostro Parco a pasare dagli attuali 24'000 ettari ai 14'000 ettari dati solo dalle aree “interne”.
Fortunatamente all'art 118 della proposta di legge si prevede di mantenere l'attuale situazione normativa per le aree contigue del nostro Parco.
Ma, a nostro avviso, la pianificazione delle nostre aree contigue dovrebbe essere la norma e non l'eccezione in quanto le aree contigue rappresentano la necessaria transizione tra le aree normali e quelle protette all'interno del Parco Naturale che sono improntate ad una maggiore tutela dell'habitat piuttosto che ad una loro massima fruizione e tale obbiettivo si ottiene lasciando che la pianificazione delle aree contigue avvenga ad opera del Parco tramite accordi di Pianificazione con la Regione e gli Enti locali coinvolti.