Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Avevo preparata ieri sera una bella foto di una bi-alba per far seguito al bi-lido che ha avuto un discreto numero di visitatori che spero non siano tutti già conoscitori di questo nostro magnifico luogo.
Il giornale con le sue rubriche cerca sempre non un numero maggiore di lettori che facciano alzare il contatore visite, non m’importa, ma un numero maggiore di persone che non erano a conoscenza di quello che hanno dintorno o almeno vicino.
Ecco, la foto di “oggi”, oggi si fa per dire e non dire giorno, è per far notare a questi nuovi amici la differenza che c’è con il passato e non solo nell’abbigliamento dei frequentatori (ora cambiato in meglio) e nei loro atteggiamenti (cambiati ora in peggio), ma nella differenza macroscopica della larghezza del tratto finale del Serchio e l’altrettanta lunghezza della spiaggia.
Il passo di barca del mitico Pattana era necessario anche a noi baldi giovani nuotatori perché se difficilmente avevamo i soldi per il balzello, più difficilmente il coraggio di fare una lunga traversata con il fagottino sulla testa nuotando a “cane”; il “canale” era largo profondo e pericoloso.
Quel (cambiati ora in peggio) avrete senza dubbio capito che si riferisce alla attenta pulizia che ognuno, da solo o con famiglie e amici, faceva nel suo ambiente e quello che si nota oggigiorno, ma già, ora… “tanto non è casa mia!”