Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Come avevamo più volte segnalato, confermiamo il sonoro ko ricevuto dalla produzione olearia nei Monti Pisani, ma con alcune precisazioni. Non è stato solo un massiccio attacco di mosca olearia a metterci in ginocchio, il colpo di grazia l'abbiamo ricevuto da un fungo, il Colletotrichum Gloeosporioides, meglio conosciuto come lebbra dell'olivo. E' un flagello contro cui dobbiamo correre subito ai ripari, pena la fine dell'olivicoltura e non solo quella. Non voglio essere catastrofista, ma veder cadere a terra mummificate delle olive che fino ad un mese fa erano belle, veder seccare alcuni albicocchi, veder morire castagni e addirittura le siepi di bosso, mi lascia alquanto preoccupato.
Il monitoraggio messo in atto dalla Regione Toscana e dalla Provincia è miseramente fallito, nessuno ha avvertito gli olivicoltori di cosa stava succedendo ed anche le informazioni sulla mosca olearia erano spesso inesatte e fuorvianti. I Comuni, da parte loro, non avendo risorse a disposizione, non hanno fatto assolutamente niente di serio, lasciando la bistrattata categoria degli olivicoltori senza alcun aiuto. Alcuni di loro hanno già abbandonato, altri lo faranno e molti cartelli "Vendesi oliveto" stanno spuntando ovunque, a dimostrazione che i vecchi non ce la fanno più ed i giovani non hanno alcuna voglia di lavorare in rimessa. Se ciò accadrà, il nostro paesaggio cambierà, in barba ai PIT ed alla tradizione toscana, il bosco impenetrabile sostituirà gli oliveti e ne risentiranno pesantemente il turismo e le attività commerciali.
Le soluzioni esistono e le suggeriamo ancora, con la speranza che qualcuno le recepisca: bisogna potenziare le risorse del Piano di Sviluppo Regionale e dare agli olivicoltori i soldi destinati al Recupero Paesaggistico, nella misura di 700-900 euro ad ettaro, come riporta uno studio dell'ARSIA e dell'Accademia dei Georgofili. Solo così potrà continuare quella che è stata definita l'olivicoltura "eroica" dei Monti Pisani ed a questo contributo dovrà essere abbinato un servizio fitosanitario serio e preparato nel monitoraggio e nella tempestiva comunicazione. Il monitoraggio regionale e provinciale è inutile, devono essere i Comuni, profondi conoscitori del loro territorio, a gestire tutto e stimolare quelle sinergie tra produttori indispensabili per il rilancio dell'olio extravergine dei Monti Pisani.
Tiziano Nizzoli
Az.agr. L'oro del Colonnello