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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
SEGNI E SOGNI
di Daniela Sandoni
I colori e il loro codice segreto: Giallo, il colore meno amato

31/10/2014 - 21:00


 
 

 
 
 

 
Van Gogh: “champede blè au faucher”
 
 
 
Dopo questa estate vagabonda e capricciosa mi pare giunto il momento di parlare di nuovo dei colori, in particolare del giallo; vediamo se così facendo si riesce a prolungare un po’ la luce del sole.

Non pensiamo però che sia un facile percorso perché nel mondo dei colori il giallo non ha né una buona reputazione né una bella storia.

Nell’Occidente è stato ed è il colore meno apprezzato, nell’ordine delle preferenze attuali si trova addirittura all’ultimo posto, perché è considerato l’estraneo, il nomade senza patria, il votato all’infamia, il colore dell’abito di Giuda (fra le celebri raffigurazioni di Giuda avvolto nel suo mantello giallo ricordiamo quella di Giotto nella Cappella degli Scrovegni). E non finisce qui!
A partire dal XIII secolo, con l’affermarsi deciso dell’oro come valore assoluto, il giallo assume il significato di degenerazione delle qualità materiali, luminose e morali dell’oro; la stessa araldica rispecchia fedelmente questa concezione attribuendo nobiltà assai maggiore all'oro rispetto al giallo che si usava invece, accostato al verde, per designare stemmi immaginari attribuiti a personaggi che hanno perduto la ragione momentaneamente (come Tristano) o, definitivamente (come l’insensato” del libro dei Salmi della Bibbia). La coppia cromatica giallo/verde distingueva anche i folli, i buffoni, e, quanto più il giallo tendeva al verde, tanto più era considerato negativo ed amorale e veniva adoperato per rappresentare personaggi particolarmente inopportuni nelle rappresentazioni sacre.


La ricetta antica per fabbricarlo era poco ricercata e comunque sempre relegata in fondo ai manuali (molto probabilmente questa fama negativa era legata allo zolfo, che per colore ed odore veniva considerato di origine diabolica). Nel Medioevo il colorante più utilizzato per ottenere il giallo era il Giallorino, detto anche Giallolino o Zaldolino, un pigmento unito ad altri derivati da ossidi di piombo e stagno. (A proposito di questo nome mi fa piacere ricordare che a quel tempo in Garfagnana era data ai poveri la possibilità di dissodare i terreni golenali creati dalle piene alluvionali del fiume Serchio. Questi suoli potevano essere delimitati da pali di legno e pietre ed erano in usufrutto fino ad una eventuale nuova piena che modificasse il letto del fiume. La coltivazione principale di questi luoghi, specie a Pieve Fosciana e Gallicano, erano i “fagioli Giallorini”, di dimensioni medio piccole, sapore molto delicato, buccia fine e resistente alla cottura e dal caratteristico colore giallo. Questo ingrediente indispensabile per molti piatti tipici della zona è tutt’oggi esistente anche se la produzione limitata viene adoperata secondo la tradizione per cucinare la minestra di “farro e fagioli, per la “minestrella con le erbe” tipica di Gallicano, per il “baccalà”, il “cotechino” e “all’uccelletto con le salsicce” o, più raramente, come base per la “zuppa” e il “minestrone”).
Con questa gradazione venivano contrassegnate le case dei falsari; nell’800 i mariti traditi venivano messi in caricatura con un abito o una cravatta gialla; in seguito la stella che destinava gli ebrei alla deportazione era gialla.
E’ il colore un po’ malinconico delle foglie che seccano ed è la sfumatura delle foto che scoloriscono…
Questa sua svalutazione si prolungherà nel tempo fino al periodo impressionista, ma come in tutte le cose, fortunatamente, esistono anche per il giallo dei significati positivi.  
Gli antichi romani ad esempio amavano indossare indumenti di questo colore durante le cerimonie ed i matrimoni.

In Cina fu a lungo il colore riservato all’imperatore ed occupa ancora un posto importante nella vita quotidiana asiatica, associato alla ricchezza, al potere, alla saggezza.

E' il colore a cui viene attribuito il più alto valore simbolico nel Buddismo, (questo colore fu scelto da Gautama il Buddha, per esprimere la sua umiltà e la sua separazione dalla società materialista), da allora, è divenuto il simbolo della rinuncia, dell’umiltà e dell’assenza di desideri, è il colore della terra e rappresenta il radicamento e l'imparzialità; le vesti dei monaci hanno tonalità zafferano. Questo colore è molto apprezzato anche in Sud America.
 
 Simbologia del Giallo.


Da sempre s’è tentato di rintracciare il valore della simbologia cromatica. Riporto qui di seguito degli stralci ed annotazioni sull’interpretazione dei colori e della loro percezione quali avvenimenti, fenomeni psichici consci ed inconsci. Il giallo è il colore più prossimo alla luce, indica mobilità interiore, intuizione, movimento (più è puro e più è libertà), attività, cambiamento come bisogno di sviluppo.

È simbolo della coscienza del Sé, riconoscimento da parte degli altri, del sapersi, conoscersi e percepirsi, dell’intuizione e della rivelazione che però non è mai totale. E’ il colore tipico dell’individuo dal carattere solare, idealista, intellettuale, innamorato. E’ il colore dell'illuminazione e della redenzione; rimanda alla radiosità che risveglia e da calore, è il simbolo del sole, dell'oro e della saggezza; in tutte le religioni il giallo è associato all’oro, alla luce e alla parola.
In negativo esprime esplosività pericolosa, codardia, cautela, paura, evanescenza, illusione, disonestà, tradimento, gelosia, falsità, malattia e azzardo; è il colore dell’aggressività ancora più del rosso. Quando si invecchia si tende a non gradire il giallo perché può far provare una sensazione di ansia o di rabbia.
  
Influenze sul corpo


Il colore giallo ha una particolare influenza sugli organi respiratori, aiuta nella cura della psiconevrosi, aumenta la pressione sanguigna, eleva il battito cardiaco e la velocità di respirazione, suscita una sensazione d'espansione e stimola al movimento, migliora la concentrazione e la velocità del metabolismo. Ha un’influenza benefica sul sistema nervoso: il giallo pallido ha un effetto calmante e riflessivo, il giallo squillante stimola la vitalità, la spavalderia ed il rilassamento, il giallo olivastro l’umore crepuscolare ed il giallo limone produce una sensazione di vitalità, freschezza e completezza.
  
Il significato del colore giallo per i segni dello zodiaco


Il colore giallo è associato ai segni Gemelli e Leone, il giallo scuro al Toro, il giallo ocra alla Vergine. Parole chiave del giallo sono: felicità, allegria, intelligenza, innovazione, energia, luminosità, forza e potere. Si associa con la parte intellettuale della mente e l’espressione dei nostri pensieri e pertanto ha il potere di aiutare l’individuo a discernere e discriminare, memorizzare e giudicare. Aiuta ad assimilare idee innovatrici ed apporta l’abilità di vedere e comprendere i differenti punti di vista, può trasmettere paura o timori.
 
Arte e salute. Van Gogh, il giallo della malattia


Com' è bello il giallo, scriveva Vincent Van Gogh verso il 1880. Ad Arles la sua camera era completamente dipinta di giallo. Negli ultimi quadri, come «La sedia con pipa», predominava questo colore. La sua non era una semplice predilezione: il celebre pittore olandese «vedeva giallo» perché era intossicato dal liquore d'assenzio e dalla digitale, un farmaco che assumeva per curare l'epilessia. Medicine, droghe, malattie hanno sempre condizionato la creatività degli artisti e oggi gli strumenti della chimica di laboratorio e della scienza medica permettono di capire meglio questo complesso rapporto. L'assenzio contiene un composto chimico, chiamato tujone, della famiglia dei terpeni, che in quantità eccessive è tossico per il sistema nervoso e provoca xantopsia, appunto la visione gialla degli oggetti bianchi e violetta di quelli scuri. Oggi i segreti dell’assenzio sono stati svelati dalla biochimica: il tujone blocca un recettore cerebrale per una sostanza conosciuta come acido gamma-aminobutirrico A e il risultato è un’anomala attivazione del cervello. La tossicità della digitale, invece, si manifesta direttamente sulla retina dove danneggia un enzima indispensabile per il funzionamento dei bastoncelli, le cellule retiniche deputate alla visione dei colori. A questo l’artista aggiungeva l’inalazione di vapori di canfora (un altro terpene) che teneva nel suo cuscino convinto che lo aiutassero a vincere l’insonnia.

 Van Gogh è uno dei tanti nomi di una lista di artisti chimicamente contaminati compilata da Paul Wolfe, direttore del Dipartimento di patologia e di medicina di laboratorio all'Università della California di San Diego, e appena pubblicata su Archives of pathology.

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