Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Questo raccontino è stato scritto quando si è cominciata a ventilare la soppressione delle Amministrazioni Provinciali…
A mezza mattina viaggio di corsa sul piazzale della Coop a Cisanello. Sono reduce da una riunione ai Lavori Pubblici, che mi ha tolto il buonumore. Stiamo mettendo a punto la fuoriuscita dalla Provincia ed è necessario costruire una scala delle priorità da risolvere nel tempo che ci separa da qui alla fine dell'anno.
Sono preoccupato perché ho la certezza che nessuno da Gennaio, si occuperà di trasporti, messa in sicurezza del territorio, edilizia scolastica. Se questo è il futuro, "meglio a casa".
All'uscita del supermercato, incontro un vecchio partigiano comunista, ora all'Anpi. Mi saluta con affetto. L'ho conosciuto trent'anni fa, faceva il direttore didattico quando stavo all'Arciragazzi e facevamo progetti nelle scuole. Vedo nei suoi occhi fatica e tristezza.
"Cos'hai grand’uomo?", gli chiedo.
Mi racconta della moglie, che non sta bene ed ha bisogno di cure continue. La notte si sveglia spesso e anche lui dorme poco. Mi dice che l'accudisce da solo e che non ha più tempo nemmeno per leggere il giornale.
Penso al film Amour con Trintignant visto di recente e al grande amore che lega molte coppie anziane. Quello che legava i miei genitori per esempio.
Chiedo quanti anni abbia la moglie.
"Ottantotto, come me!", risponde. “Ci siamo conosciuti da ragazzi”.
Sta per salire in macchina, lo guardo e gli dico:
"Per uno che ha fatto la Resistenza e non ha avuto paura dei fascisti come te, queste sono cose normali... vai, che sei un uomo forte".
Mi abbraccia di colpo e quando si stacca ha gli occhi lucidi. Lo riabbraccio forte di nuovo, come facevo con mio padre ammalato, poco prima che mi lasciasse.
Nell'orecchio mi sussurra: "Noi che abbiamo fatto la Resistenza, non possiamo aver paura di niente! Ciao ragazzo, stai bene".
Sale in macchina e se va.
Resto fermo sul piazzale, lo guardo allontanarsi e subito penso che questi in tempi bui non possiamo permetterci di avere paura. Grazie maestro di vita, per avermi scosso da questo torpore mattutino.
Guardo l'orologio. A mezzogiorno mi aspettano, per autenticare la raccolta delle firme, a difesa dell’articolo 18, fatta dai compagni della Fiom. Meglio avviarsi.