Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
La meditazione aiuta a migliorare la memoria e la capacità di apprendimento. Secondo quanto riferito dai ricercatori dell’Università di Harvard, negli USA, la pratica meditativa stimolerebbe l’attività neuronale della materia grigia portando a una sua maggiore densità nelle zone associate alle attività mnemoniche e di studio.
Un allenamento vero e proprio per il cervello, spiegano i ricercatori statunitensi, grazie al quale in sole otto settimane si otterrebbero risultati di rilievo. Praticare la meditazione risulterebbe quindi non soltanto un ottimo rimedio naturale contro lo stress e gli stati d’ansia, ma anche una vera e propria palestra per la mente. Come ha spiegato la Dr.ssa Sara Lazar, neuroscienziata presso l’Università di Harvard:
"Se utilizzi una specifica parte del tuo cervello è destinata a crescere perché la stai usando. Si tratta davvero di esercizio mentale. Di fondo, l’idea è “usalo o lo perderai”. È un po’ come l’accrescimento muscolare."
A tali conclusioni i ricercatori sono giunti attraverso l’analisi delle scansioni del cervello di 16 volontari, effettuate prima e dopo le otto settimane previste di pratica meditativa orientata alla “consapevolezza”. Quest’ultima rappresenta una variante della meditazione che punta espressamente a concentrare l’attenzione sulle sensazioni inviate dall’organismo distaccando il sé dal “chiacchericcio della mente”. Alle tre lezioni settimanali di respirazione, yoga dolce e “body scan”, ai partecipanti è stato chiesto inoltre di eseguire per contro proprio circa mezz’ora di esercizio ogni giorno.
Chi oltre all’esercitazione quotidiana aveva frequentato anche i corsi di meditazione mostrava rispetto agli altri l’inspessimento della materia grigia in alcune aree del cervello, incluso l’ippocampo sinistro, deputate appunto alla memoria, all’apprendimento e alla gestione delle emozioni.
Stimolate dalla pratica meditativa anche la corteccia cingolata posteriore (associata a memoria ed emozioni), la giunzione temporo-parietale (a cui fa riferimento l’empatia) e il cervelletto (per la capacità di coordinare i movimenti).