Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
BRUCIAULO
Lett: nc.
Termine dialettale indicante una forte infiammazione rettale.
Il “bruciore ar culo” può avere origine da patologie varie come emorroidi, ragadi, fistole (sistole) ma il termine non lo specifica limitandosi ad esprimere la sintomatologia fastidiosa e dolorosa, efficacemente già evocata dal vocabolo stesso.
BRUGLIOLO
Lett: BRUGLIOLO. [Pustola, bolliciattola].
E’ un termine un po’ in disuso ma talvolta viene ancora usato per minimizzare piccole patologie della pelle. Serve a sottolineare la loro benignità e inconsistenza: “è solo un brugliolino”, ed anche per sdrammatizzare la situazione.
BRUSTA
Lett: BRUSTA.
[Probabilmente derivato dal latino per-usta, femminile di per-ustus participio passato di per-urere bruciare : carbone minuto da ardere]
Anche in dialetto brusta era la brace di legna minuta, i carboni ardenti che venivano tolti dal fuoco e messi nel cardano per riscaldarsi, o stesi ai margini del fuoco per cuocere della carne o della verdura.
Altra possibile origine è dall’arcaico brustolare, che significa appunto abbrustolire.
BUA
Lett: BUCA.
Come termine infantile bua sta ad indicare un piccolo male, una piccola ferita.
“Ti s’è fatto la bua?” si chiedeva ai bimbi che erano cascati!
Quando era presente una piccola ferita era opinione comune che questa andasse subito disinfettata con lo spirito, l’alcool denaturato presente in tutte le case e che aveva la caratteristica di bruciare terribilmente!
Tuttavia l’alcool ha un potere disinfettante diretto molto debole e la sua efficacia consiste principalmente nell’asportare, mediante strusciamento con un batuffolo di cotone imbevuto, lo strato lipidico superficiale della pelle dove sono contenuti i batteri. Era però un prodotto di basso costo e di facile reperibilità per cui veniva immediatamente preso e versato sulla piccola ferita, con grandi pianti del povero bimbo.
Quando la ferita si accompagnava ad uno spavento, oltre la disinfezione era indispensabile che il bimbo bevesse un bicchiere d’acqua e facesse pipì, annullando così l’effetto negativo dello spavento.
Un curioso modo di dire che le mamme utilizzavano in occasione di una ferita per spingere il piccolo alla dolorosa ma inevitabile disinfezione era:
“Disinfettala subito, cori, sennò ti se ‘n accorge le budella! (e moi)”
Un altro utilizzo del dialettale bua, ma stavolta col significato originale di buca, si ha nella frase:
“Sono andato a letto e cio’ fatto la bua” cioè ho fatto un gran bel sonno tanto che nel materasso c’è rimasta la bua, l’impronta del corpo dovuta al riposo prolungato.
La bua delle orate è infine un ulteriore utilizzo di questo termine per indicare una zona di mare molto pescosa, ma anche una pesca molto fruttuosa e, per estensione, anche una situazione particolarmente vantaggiosa.
BUARE o BUCARE
Lett: nc.
Marinare la scuola, non essere presente alle lezioni non per malattia o per un valido motivo, ma solo per propria volontà.
Si usava anche per indicare chi era rimasto a semplicemente casa, ma principalmente indicava il salto delle lezioni all’insaputa dei genitori.
FOTO. Circolo ARCI: Ferruccio e Valeriano