Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Cambiano i tempi.
A parte le stagioni che tutti ne hanno preso atto, ora diventeresti scemo se seguissi il vecchio detto “ai primi caldi non ti spogliare e ai primi freddi non ti vestire”,
a parte il fatto che prima andavi al bar a bere un “vov” per far vedere che eri un po’ debilitato ed ora vai sull’Aurelia per tirarti momentaneamente su con la certezza poi di rimanere permanentemente giù,
a parte il fatto che i tuoi settootto amici che avevi in paese si sarebbero fatti in quattordiciosedici per aiutarti fisicamente o altro ed ora ti arrabatti dietro uno stupido schermo per trovarne duottrecento che son lì pronti a distruggerti con un clic,
a parte il fatto che non vai più in biblioteca o chiedi aiuto ai genitori per svolgere un compito di scuola ma se lo trovi sulla rete bene altrimenti rinunci,
a parte il fatto che nessuno si ricorda più, e nemmeno sarebbe capace ora di farlo, delle belle lettere scritte a mano, quelle che aspettavi contento o che spedivi felice all’amata o amato e che ora spippoli, in un’assurda lingua, su quell’altro più stupido e più piccolo schermo,
a parte le nostalgie cretine che ho di mattina, e purtroppo anche durante la giornata, ora se vai in pineta a far funghi (attenzione è già dicembre!) non trovi più gli ultimi “chiodini”, ma i primi “bulloni”!
Che tempi!
Ora sì che è tempo da pulenda!