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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
SAPERE
Zingari

14/12/2014 - 11:04





Zingari, zigani, zingani o gitani sono termini generici usati per indicare un insieme di diverse etnie, in principio ritenute tradizionalmente dedite al nomadismo, originarie dell'India settentrionale ed accomunate, almeno in passato, dall'uso di un idioma comune, il romaní.

Stabilitesi in Europa nel corso dell'epoca medievale e diffusesi, in tempi più recenti, anche in altri continenti, le popolazioni gitane sono in massima parte stanziali e hanno generalmente la cittadinanza del paese in cui risiedono.

A causa della connotazione negativa che la parola zingari ha col tempo assunto, si ritene politicamente scorretto definirli con questo termine e sono, perciò, erroneamente definiti nomadi (anche se molti di loro sono da diversi secoli sedentari) o più propriamente, usando il nome delle principali etnie, rom o sinti oppure, in modo totalmente erroneo, anche rumeni o slavi a causa della cittadinanza di molti di loro. In realtà non c'è alcuna connessione - neppure etimologica - tra il termine "rom" ed il nome dello Stato di Romania, il popolo o la lingua rumeni, né con le popolazioni slave, in quanto le etnie gitane si riconducono a una origine indiana.

In Italia, tuttavia, in documenti di emanazione ministeriale come ad esempio gli studi del Ministero dell'Interno, si continua a utilizzare il termine "zingari" per indicare l'insieme delle etnie e l'aggettivo "romaní" viene utilizzato solo in relazione alla lingua propria dei rom e sinti (i due gruppi etnici che rappresentano le popolazioni romaní in Italia).
Sebbene non esista uno schema generale della struttura sociale valido per tutte le etnie, si può affermare che fra gli zingari non esistano le classi sociali come si intendono comunemente. Le uniche distinzioni all'interno delle comunità sono quella tra i sessi (maschi - femmine) e quella basata sull'età (giovane – anziano)


Inoltre in primo luogo per lo zingaro conta la famiglia, e precisamente marito, moglie e figli. Al di là del nucleo famigliare vi è la famiglia estesa, che comprende i parenti, con i quali vengono sovente mantenuti i rapporti di convivenza nello stesso gruppo, comunanza di interessi e di affari. Poi esiste la kumpánia, cioè l'insieme di più famiglie estese non necessariamente unite da legami di parentela, ma tutte appartenenti allo stesso gruppo ed anche allo stesso sottogruppo o a sottogruppi affini.


Gli zingari hanno sempre avuto una netta divisione tra maschio e femmina, ma più come divisione dei compiti, che di potere effettivo, anche se per l'esterno l'uomo rappresenta il capofamiglia. La vita zingara non è scandita da un ritmo temporale. Per loro il primo posto nella scala dei valori è la famiglia. ...Nella famiglia... che è sempre spinta all'autonomia, il prestigio viene conquistato dal capofamiglia per quello che realmente fa e non tanto perché riesce ad imporre la propria volontà ad altre persone.”


Nella popolazione romaní l'ospedale, il medico, il prete ricordano la morte e pertanto i contatti con loro devono essere ridotti al minimo. La donna mestruata e la puerpera sono fonte di impurità e non possono fare vita pubblica o lavare i propri panni insieme a quelli degli altri. Nei rom "vlaχ" (originari della Valacchia), presso i quali il concetto di impurità è più radicato, durante la gravidanza e per quaranta giorni successivi al parto alla neo-mamma non è consentito di svolgere alcuna attività (ad esempio cucinare). Al termine del periodo di purificazione, i vestiti indossati, il letto, i piatti, i bicchieri e gli altri oggetti adoperati dalla puerpera sono distrutti o bruciati.


Il matrimonio, che di solito matura in giovane età, è regolato da usanze, che sono diverse da etnia a etnia. Così nei Sinti il matrimonio avviene per fuga (i due giovani si rifugiano per alcuni giorni presso parenti), invece nei Rom avviene per "acquisto": quando c'è l'accordo dei due giovani e delle rispettive famiglie, la famiglia dello sposo corrisponde una somma di denaro alla famiglia della sposa a titolo di risarcimento.
Il matrimonio può aversi anche tra persone di diversa etnia o tra un/una romaní e una/un "gağé" (cioè estraneo alla popolazione romaní).
La nascita e la morte sono considerati eventi impuri. Il culto dei morti è molto sentito ed è diffusa la convinzione che il morto, se non debitamente onorato, possa riapparire in forma di animale o di uomo per vendicarsi.

In Italia la popolazione zingara nel 2007 ammontava a circa 200.000 persone, di etnia rom e sinti. Altre fonti parlano di 130/150 000 presenze, di questi i Rom propriamente detti, di antico insediamento, sarebbero 45.000, di cui circa l'80% è cittadino italiano e il 20% è costituito da rom provenienti dai paesi dell'Est Europa.

Si stima che circa la metà di questa popolazione sia composta da minori, bambini e giovani adolescenti e che solo il 3% supera i 60 anni. Il tasso di natalità è elevato (5/6 figli per i nuclei familiari di nuova formazione); anche il tasso di mortalità è elevato.

Francia: si stimano 400 000 presenze Rom/Sinti/Manouches. La legge Besson del 5 luglio 2000 (preceduta da una regolamentazione già attiva con la legge 69-3 del 3 gennaio 1969) prescrive che ogni città con più di 5.000 abitanti deve allestire uno spazio a disposizione per gli itineranti. A loro vengono riservate particolari condizioni di stazionamento e fornitura di acqua e di elettricità a patto che abbiano "les carnets de voyage" rilasciati dalle prefetture e ripartiti in 3 categorie (vedi pagina Sinti) - La legge Besson prevede anche un programma immobiliare di case da dare in affitto agli zingari stanziali e terreni familiari su cui costruire case per famiglie semistanziali. Con Sarkozy come ministro dell'interno, nel febbraio 2003, sono state introdotte sanzioni per chi non rispetta le regole dei campi. Chi occupa abusivamente un'area pubblica può essere arrestato e il suo mezzo può essere sequestrato.


Germania: si stimano 130 000 presenze che la legge considera «minoranza nazionale» dando loro diritti e doveri. A partire dagli anni sessanta, la Germania ha accolto gran parte di rom in fuga con un progetto di welfare, dando loro possibilità di lavorare e sostenendoli sia con case popolari che con sussidi per il vitto.


Grecia: si stima una presenza di 200.000 su una popolazione di 10.000.000 di abitanti.


Spagna: la stima è di circa 800 000 presenze rom/sinti/kalè, la Spagna ha una delle comunità nomadi più popolose, occupando in Europa il terzo posto: al primo posto c'è la Romania e al secondo la Bulgaria. Dalla fine degli anni ottanta ha elaborato un programma di sviluppo stanziando annualmente tre milioni di euro; ad essi si aggiungono i finanziamenti delle regioni e delle ONG. È stato istituito un ufficio che coordina le politiche sociali per gli zingari.


Irlanda e Regno Unito: in Irlanda sono stimate tra le 32.000 e le 42.000 presenze mentre nel Regno Unito tra le 150.000 e le 300.000.

La prima notizia che si ha degli zingari in Spagna - di etnia Kalé - risale al 1415, quando attraversarono i Pirenei e si stanziarono nella penisola iberica. Probabilmente la comunità dei Kalè spagnoli rappresenta uno degli esempi più proficui di convivenza ed integrazione storicamente verificata tra popolazioni europee e popolazioni romaní, avendo prodotto un sostanziale adattamento culturale della seconda (in questo caso del tutto stanziale) alla realtà sociale ed economica locale senza che si sia verificata completa assimilazione.
 

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