Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Quando sei qui con me,
questa stanza
non ha più pareti
ma alberi,
alberi infiniti
quando tu sei vicino a me
questo soffitto viola no,
non esiste più
io vedo il cielo
sopra noi
che restiamo qui
abbandonati
come se
non ci fosse più,
niente più niente al mondo…
Avevo 18 anni quando ascoltai per la prima volta la grande Mina e il suo “cielo in una stanza” e (lo ero già ampiamente) mi innamorai di quegli alberi, “alberi infiniti” e il cielo che se prima era sopra di noi, ora è anche sotto di me e, sebbene siano passati più di cinquant’anni, mi sento abbandonato.
Sulle ultime parole della canzone però è meglio soprassedere!
…suona un'armonica,
mi sembra un organo che vibra
per te per me,
su nell'immensità del cielo
per te e per me
nel cielo…
Il Bosco non ha occhi per vedere il suo cielo?
Lo dite Voi!