Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
È il 13 agosto 2007 quando Chiara Poggi viene trovata morta nel suo appartamento a Garlasco, in provincia di Pavia. L’ultimo a vederla viva è stato il fidanzato, Alberto Stasi. Facciamo un passo indietro. E’ domenica 12 agosto: i due fidanzati, che stavano insieme da quattro anni, trascorrono la serata insieme a casa della ragazza. Mangiano una pizza, acquistata nella pizzeria vicino alla villetta di via Pascoli.
All’una di notte Alberto saluta Chiara. “Non abbiamo dormito insieme. Ci imbarazzava usare il letto dei suoi genitori”, dirà il ragazzo ai carabinieri.
La mattina del lunedì, il racconto di Alberto Stasi ai carabinieri
Lunedì, poco dopo le nove, Alberto Stasi invia uno squillo al cellulare di Chiara: è il suo buongiorno alla fidanzata, come da abitudine. Poi si mette a studiare per la sua tesi di laurea. Nel corso della mattinata prova a chiamare la fidanzata altre quattro volte, sia al cellulare sia al telefono di rete fissa, tra le 12 e le 14. Ma la ragazza non risponde, così lui decide di andare alla sua casa. Qui scavalca il cancello, entra e la trova morta in fondo alla scala della taverna.
Dagli esami effettuati dal medico legale è emerso che Chiara Poggi è stata uccisa tra le 9 e le 11.30 di lunedì. La ragazza conosceva l’assassino: gli ha aperto la porta, mentre faceva colazione sul divano davanti alla tv, era ancora in pigiama.
L’assassino, appena entrato, l’ha colpita al volto – due volte – con un oggetto simile a un martello o una piccozza (l’arma non è stata rinvenuta). Chiara Poggi è caduta a terra, a questo punto, sono arrivati i due colpi mortali: alla testa e alla nuca. La giovane ha tentato di fuggire ed è riuscita ad arrivare alla scala della taverna: qui è caduta.
L’assassino ha lasciato qualche traccia. I carabinieri del RIS di Parma hanno rintracciato tre impronte di scarpa da ginnastica intrise di sangue e resti ematici nelle tubature della doccia del bagno, che si trova al piano terra dell’abitazione. L’assassino deve essersi lavato prima di scappare.
Ci sono alcuni tasselli che non combaciano: la bicicletta nera da donna che le due vicine di casa di Chiara hanno dichiarato di aver visto appoggiata al muretto davanti alla villetta lunedì mattina, che però gli inquirenti non sono riusciti a collegare all’omicidio.
Il 13 agosto 2007, stando all’accusa, Alberto Stasi raggiunge l’abitazione della fidanzata usando la sua bicicletta nera. Uccide la ragazza e poi, sempre a bordo della sua bicicletta, torna a casa, lasciando sui pedali tracce del sangue di lei.
I consulenti del ragazzo, tuttavia, negano che si tratti di tracce di sangue. Dopo le dichiarazioni del testimone che ha detto di aver visto la bici nera vicino casa della ragazza, Alberto decide di sostituire i pedali con l’altra sua bicicletta, una bordeaux che non è stata collocata sulla scena del delitto. Tutto questo emerge solo il 30 giugno 2014, sette anni dopo l’omicidio della ragazza per il quale l’unico indagato è Alberto Stasi.
Il maresciallo Francesco Marchetti scrive di essersi recato – dopo la testimonianza – con il padre di Alberto, Nicola Stasi, nella loro officina per controllare la bicicletta nera, ma lì ha deciso di non sequestrarla perché “non corrispondeva alla descrizione della testimone”.
Secondo la testimone, la bici aveva il portapacchi, mentre il maresciallo sostiene di non averlo visto. Invece il portapacchi, come si è potuto riscontrare quando la bici è stata portata in aula, c’era. Da qui la denuncia dei genitori della ragazza nei confronti del maresciallo per falsa testimonianza. Insomma, solo nel giugno 2014 si è scoperto che i pedali della bicicletta nera sono stati sostituiti, a distanza di sette anni dall’omicidio di Garlasco.
Il 17 dicembre 2009 Alberto Stasi viene assolto. Anche due anni più tardi, al secondo grado di giudizio, Stasi viene assolto, tuttavia la Cassazione cancella il verdetto indicando che il processo va rifatto. Il processo di appello si ripete a Milano, e il 17 dicembre 2014 – esattamente a cinque anni di distanza dal primo processo – Alberto Stasi viene riconosciuto colpevole e condannato a 16 anni di carcere.
I giudici hanno escluso l’aggravante della crudeltà, ma non sono state considerate nemmeno le attenuanti. Stasi dovrà risarcire la famiglia di Chiara Poggi con 1 milione di euro. Ora si attende l’ultimo grado di giudizio, della Cassazione.