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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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Anticorpi
di Trilussa

21/12/2014 - 18:06


Sembra che nel nostro paese si sia fondamentalmente creata una certa frattura. Da una parte si pone l’intero apparato politico e burocratico: supponente, tracotante, impenetrabile, impersonale, distaccato dalla gente e che pare abbia come fine solo quello di rimanere sempre uguale a se stesso e, non secondariamente, continuare a curare solo i propri interessi. Quelli personali, della propria famiglia, della propria corrente o del proprio partito. In una parola per continuare ad avere quei privilegi, quel piccolo o grande potere che si è conquistato e che combatte con tutti i mezzi per riuscire a mantenerlo.


 Dall’altra il popolo comune che risponde alla situazione complicata che si è creata negli ultimi anni in modo diverso a seconda della posizione sociale e/o economica in cui si trova. Ci sono ad esempio gli scoraggiati, spesso delusi, quelli che non hanno più speranze, né in se stessi né nel loro futuro. Sono in costante aumento e non solo non trovano lavoro, ma nemmeno lo cercano più, per non venire ulteriormente delusi e umiliati.

Vegetano, purtroppo, in attesa di niente e si animano solo sporadicamente, quando possono sfogare la loro rabbia impotente contro qualcuno o contro qualcosa.

 

Altri invece appaiono più indifferenti, meno interessati alle vicende politiche e sociali perché magari benestanti o mantenuti dalla famiglia o con un lavoro certo e ben retribuito. Spesso qualunquisti, si occupano soprattutto delle loro passioni a cui dedicano tempo e denaro, persone intelligenti e spesso ricche d’ingegno ma poco partecipative.


Simili agli indifferenti ci sono i privilegiati, una categoria più numerosa di quanto si creda, individui di buona famiglia, ricchi o ricchissimi, praticamente invisibili se non si frequentano locali esclusivi, università estere, salotti buoni e  da cui gli indifferenti si distinguono solo per avere meno risorse.


Poi ci sono gli arrabbiati, con frange di disperati pronti a tutto. Incazzati perché consapevoli della gravità della situazione propria e del proprio paese, in gravi difficoltà economiche e/o lavorative. Sono arrabbiati perché non riescono a vedere a breve una via d’uscita alla loro drammatica situazione e nemmeno un’azione politica che sembri loro adatta alla situazione di gravità, di cui sono ben consapevoli e che pagano sulla loro pelle. Hanno fretta perché hanno dei bisogni immediati, ma la macchina politica amministrativa è lenta e piena di ostacoli. Questo li rende ancora più arrabbiati e pronti a scendere in piazza non solo contro la politica assente, ma sempre più spesso contro i diversi, a cui spesso vengono attribuite colpe che non hanno, vittime più di loro della mancanza di una seria politica di inclusione.


Ci sono poi i politici estremi, chi si dichiara cioè esponente e militante della cosiddetta vera sinistra.
Sono fondamentalmente degli utopisti,  degli idealisti che da anni stanno all’opposizione e fanno politica da una posizione che non è, e non è mai stata (tranne qualche parentesi fallimentare in qualche governo “allargato” con un altrettanto “allargato” programma), in grado di contribuire alla risoluzione di quei problemi fondamentalmente giusti e condivisibili di cui sono portatori. Le loro giuste rivendicazioni nei confronti dei più deboli, degli ultimi, avrebbero bisogno di un contesto nazionale ed internazionale che al momento non esiste e di un cambiamento di mentalità globale che non sembra alle porte. La loro posizione sembra quindi sterile, al pari di quella dei giovani appartenenti al neonato movimento delle cinque stelle, che hanno deluso non solo tutti gli italiani, ma prima di tutto i loro stessi elettori. Non per quello che dicono, su cui in moltissimi concordano, ma per quello che hanno fatto una volta avutone l’opportunità, o meglio su cosa hanno deciso di non fare, che si traduce poi in pratica in un niente politico.


Infine la categoria degli interessati. Forse  la categoria più numerosa, quella che, di fronte allo sfascio del paese in termini economico-finanziari e morali sta bene dove sta. Quella di chi non vuole cambiare niente, che magari a parole sembra pronto ad ogni cambiamento, ad ogni sacrifico ma poi alla prova dei fatti non vuole cambiare niente perché ha raggiunto una posizione di privilegio, piccolo o grande che sia,  che ogni cambiamento potrebbe mettere a repentaglio.

 

Poi c'è la grande massa dei lavoratori sconosciuti, anonimi e silenziosi. Quelli che si alzano la mattina presto e vanno a fare con perizia il loro lavoro, nelle fabbriche, negli uffici. Spesso con stipendi non adeguati, in molti casi sentendo in sottofondo il rischio costante che quello che per loro si apre al mattino sia l'ultimo giorno di lavoro.


Ma la categoria più importante, una categoria a parte infine, è quella dei volontari, la categoria del volontariato. Ragazzi, giovani, studenti, pensionati, lavoratori attivi che donano parte del proprio tempo libero al servizio degli altri. Senza soldi, senza premi, senza privilegi, senza ricompense se non quelle interiori del piacere e dell’orgoglio di fare qualcosa per gli altri.


Sono gli anticorpi.

L’ultimo baluardo di difesa dallo sfacelo civile e morale del nostro paese. E sono tanti, negli ospedali, nella mense delle associazioni non profit civili e religiose, nelle associazioni locali che si occupano di sociale, di cultura, di inserimento, di supporto ai diseredati. Si trovano nei circoli di paese, nelle compagnie teatrali locali, nelle associazioni che si occupano di mantenere le tradizioni del passato, civili e religiose, nelle società sportive, nei centri di ascolto. In mille piccoli gangli territoriali che rendono i paesi delle comunità, le periferie urbane ancora parzialmente vivibili. Non fanno rumore ma ci sono, ognuno di noi ne conosce e sa che ci sono. Dove non ci sono arrivano, prima o poi, le televisioni a fare servizi di cronaca e politici a fare passerella.

Spesso il loro lavoro viene ignorato, qualche volta addirittura criticato da persone che non sanno nemmeno di cosa parlano, che pensano a oscure trame, a interessi nascosti, a vantaggi personali. Lo fanno di solito per ignoranza, credo raramente per cattiveria.

 

I volontari sono tanti ma ne servirebbero di più. Bisognerebbe che molti altri cittadini provassero ad uscire dal loro (volontario) isolamento e partecipassero. Scoprirebbero un mondo nuovo, fatto di amore e partecipazione, di solidarietà, di amicizia, a volte anche di dolore ma ben diverso da quello patinato e asettico della televisione, dove le massaie sono sempre belle, sane e sorridenti, le tavole sempre ben assortite, dove il male non viene sofferto ma solo sfruttato per un servizio giornalistico, dove conta l’audience e non la risoluzione dei problemi.

Un mondo dove il merito paga veramente, ma non con denaro o posizione o carriera ma con il semplice riconoscimento e il grazie da parte di quello che hai aiutato, con la soddisfazione di quello che hai costruito, per quella spinta nella giusta direzione che anche tu hai contribuito a dare e che sembra oramai persa nelle tante parole e nei pochi fatti.

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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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24/12/2014 - 16:01

AUTORE:
Libero cittadino

Visione politica un po' superficiale ma in gran parte mi trova daccordo.
Per il volontariato ho avuto bisogno per motivi familiari e ho trovato sempre una grande disponibilità.
Grazie a tutti coloro che si impegnano per gli altri.
Buone Feste anche a loro!!!

23/12/2014 - 14:59

AUTORE:
Osservatore 3

E' molto facile criticare gli altri, specie dalla propria poltrona, a volte senza nemmeno sapere.
Alcune polemiche che sono passate sul forum sono venute da molte di queste poltrone.
Non si può che ringraziare i tanti volontari che si danno da fare per niente, un grazie e un augurio di Buone Feste anche a loro.