Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Alcol in gravidanza
Gli effetti negativi dell'alcool sulla gravidanza o sono ormai ben noti e documentati. Nonostante la maggioranza di questi danni sia correlata all'ingestione di grossi quantitativi di alcool, non esiste una dose "sicura" che possa essere assunta senza rischi. Pertanto, durante la gravidanza, è meglio ASTENERSI COMPLETAMENTE DAL CONSUMO DI ALCOLICI.
Il vino in gravidanza NON fa "buon sangue"
I figli di madri che hanno avuto gravi problemi di alcolismo durante la gravidanza, sono soggetti ad una tipica sindrome, caratterizzata da disfunzioni del sistema nervoso (fino ad un mero ritardo mentale), deficit di crescita ed immunitari, ma anche vere e proprie alterazioni morfogenetiche (anche l'estetica del volto viene seriamente compromessa).
L'alcool, che supera senza alcun problema la barriera placentare e raggiunge rapidamente le strutture più sensibili alla sua tossicità, ha infatti un'azione teratogena; come tale, può produrre alterazioni dello sviluppo fetale e danni a carico di diversi organi e funzioni. A tal proposito, i medici parlano di SAF, acronimo di Sindrome Alcolica fetale (o embrio-fetopatia alcolica), che può manifestarsi con vari livelli di gravità, quindi con sintomatologia sfumata o più o meno grave.
Sebbene l'incidenza di questo caratteristico quadro clinico, incluse le forme meno evidenti, si risconti in più della metà della madri alcoliste, non è ancora chiaro quale sia l'esatta influenza dell'entità dell'etilismo sullo sviluppo della sindrome.
Una dose di 30 grammi di alcool assunta quotidianamente per tutti i primi 90 giorni di gravidanza (ad es. 300 ml di vino al giorno o 600 ml di birra) sembra rappresentare, in tal senso, un fattore di rischio dell'11%.
In questo primo periodo, il feto è infatti particolarmente a rischio, perché soggetto ad intensi fenomeni di proliferazione e specializzazione cellulare. Anche il consumo di piccole quantità di alcool potrebbe quindi provocare seri danni al nascituro, dato che esiste una suscettibilità genetica con una soglia individuale di pericolo diversa da soggetto a soggetto. Perciò, come ricordato, è meglio non bere alcolici in gravidanza, soprattutto nel primo trimestre.
Successivamente, se proprio la madre non può rinunciarvi anche dopo aver ricevuto il sostegno nelle strutture specializzate nella cura e nell'aiuto, dovrebbe cercare di limitare al massimo le dosi, assumendo alcolici soltanto durante i pasti e comunque senza superare il bicchiere di vino o la lattina di birra al giorno. Consumare grossi quantitativi di alcool nella seconda metà di gravidanza, infatti, pur non provocando una sindrome fetale alcolica con dimorfismo facciale classico, può determinare gravi e permanenti danni neuronali al nascituro, con conseguente ritardo psicomotorio. Subito dopo la nascita, inoltre, il neonato potrebbe presentare crisi di astinenza caratterizzate da irrequietezza, vomito, tremori, iperreflessia e convulsioni.
Il tabagismo e l'abuso di stupefacenti ed ansiolitici contribuiscono ad aggravare le manifestazioni cliniche associate all'importante consumo di alcool in gravidanza.