Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Ieri sera ero al mare al tramonto.
Ieri sera a casa ho visto “I sogni segreti di Walter Mitty”, un remake del film del 1947 “Sogni proibiti”, un fantastico film di fantastici paesaggi, che parla di un uomo alla ricerca di un negativo di una foto persa che sarebbe dovuta andare sulla copertina di Life.
La ricerca non era veramente della foto, ma del fotografo Sean O'Connell che l’aveva scattata e che si fa inseguire in Groenlandia, Islanda, Afghanistan, fino ad essere incontrato sull’Himalaya sulle tracce del leopardo delle nevi, uno dei più misteriosi e rari felini.
Ebbene, quando l’animale finalmente appare fra le rocce, Walter dice a O'Connell: “scatta, scatta”, l’animale fugge e il fotografo risponde che la foto più bella è quella che rimane dentro di te e non quella che stamperai.
E tutto questo cosa c’incastra con la Voce del Serchio?
Senz’altro non il riferimento alle foto stampate o rimaste nel cuore e negli occhi, ma all’amore che si trasporta dal padre al figlio, dall’amico all’amico, dal giornale ai lettori e che fa dire all’uno e all’altro (la posizione mettetela voi):
“scatta, stampa!”
oppure
“guarda, gioisci!”