Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Inizio con Totò:
Ma, dico, se i milanesi, a Milano, quando c’è la nebbia, non vedono, come si fa a vedere che c’è la nebbia a Milano?
Inframezzo con altri noti o meno:
Dio ha creato la nebbia per nascondervi le belle giornate, così potete andare al lavoro senza rimpianti e perché prendersela con la nebbia, se ormai c’è passata la voglia di guardarci intorno?
La nebbia è la civetteria del sole e perché la foschia estiva è romantica e quella autunnale è semplicemente triste? I pittori di paesaggi vivono sino a tarda età perché la nebbia e le nubi offrono loro nutrimento.
E termino con Ungaretti:
Dopo tanta nebbia a una
a una
si svelano
le stelle.
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo