Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Nello spettacolo, a interpretare il ruolo di Felicia è una giovane donna che non ha origini siciliane, che non e mai stata a Cinisi, che non conosce il dialetto di quei luoghi.
Rintr’ a casa è il confronto fra due donne così diverse.
E' una riflessione sulla condizione della donna e sulla violenza che essa subisce all’interno della famiglia.
TeatrolnBiLiKo nasce nel 1992 come gruppo teatrale studentesco di una scuola superiore del Comune di Cascina.
Dal 1996, il Gruppo inizia a lavorare anche all'esterno dell'istituzione scolastica, pur mantenendo il coordinamento delle attività del laboratorio studentesco, con il quale continua a realizzare spettacoli secondo un'ottica decisamente impegnata e pacifista. Nel corso del decennio successivo, oltre all'ininterrotto allestimento di nuove produzioni, organizza seminari e rassegne teatrali.
TeatrolnBiLiKo oggi ha ancora sede nel territorio comunale. `
E' composto da una dozzina di persone (studenti e lavoratori) che dedicano al teatro tutto il proprio tempo libero.
Persegue, al suo interno, un'intensa ricerca che, accanto alla costante attività di laboratorio, lo vede spesso rileggere classici della tradizione teatrale, ma anche riflettere su tematiche civili e politiche attuali.
Questo il volantino e questa la serata:
Rintr’ a casa sembrerebbe significare “rientro a casa”, un rientro con la memoria in quella Sicilia piena di mafia e di delitti, invece significa “dentro casa”, in quella casa dove ha vissuto Felicia Bartolotta signorina, poi signora Impastato, poi madre di Peppino.
Mohared Barone è magnifica nel raccontare tutta la vita di Felicia passata in una famiglia “scomoda”, il suo italiano è perfetto e i suoi modi sono quelli perfetti di una donna siciliana.
Lo spettacolo si svolge in una “stanza” senza fronzoli, adatta al tema, non occorrono scene quando è la parola la protagonista, dove Mohared-Felicia risponde alle domande di una giornalista (Alice Lenzi) sulla sua vita partendo da “la mafia quando ero signorina”.
Il silenzio in sala è incredibile, le parole di pietà, condanna, perdono, rabbia, intrighi, delitti, anche se fioche, rimbombano intorno e interno ai presenti e così per quasi un’ora intera interrotta da un simpatico “caffè", offerto all’intervistatrice da buona ospitalità siciliana.
Al momento delle domande sui sentimenti di una vita sconvolta dalla morte del figlio, Mohared-Felicia si scaglia inaspettatamente sulla chiesa e sul parroco di Cinisi accusando di sudditanza alla mafia anche la religione terminando col dire che “non c’è bisogno che il prete preghi per Peppino, lo prego io mio figlio!”
Notte Rossa nei Circoli ARCI della Toscana, e Migliarino, “rint’a casa” del Teatro del Popolo, ricorda quella notte rossa di sangue del 9 maggio 1978.
Felicia Bartolotta Impastato è scomparsa il 7 dicembre 2004.